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13 Dicembre 2024
16:15

La coscienza e l’intelligenza del polpo che ci dovrebbe mettere di fronte ai nostri limiti

Dotati di una intelligenza definita "aliena" dagli stessi scienziati per la nostra difficoltà a comprendere animali così complessi, i polpi sono esseri senzienti cui si attribuisce anche una coscienza. Ma mentre si guarda alla pescivendola campana accusata di maltrattamento su TikTok, ci si dimentica della costruzione di allevamenti intensivi ad hoc per questi cefalopodi.

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Dal mare alla pescheria e da quest'ultima alla Rete: non da pesca ma online come strumento di promozione della propria attività. Il passo è stato breve per trasformare i polpi, loro malgrado, in simbolo di un casus belli tra chi è sensibile alla tutela degli altri animali e la "pescivendola più bella d'Italia".

La vicenda è nota: una commerciante di pesce della Campania si è vista chiudere il suo profilo TikTok da migliaia e migliaia di follower e milioni di "mi piace" dopo l'intervento de Le Iene e la denuncia di un attivista per maltrattamento di animali, soprattutto a causa di una serie di video in cui con balletti e piccoli show mostra i polpi vivi sballottandoli a favore di cellulare.

L’intelligenza aliena del polpo: l’ipotesi di una vera e propria coscienza

Ciò che invece poco si conosce è l'aspetto etologico della questione, ovvero quanto siano straordinari questi animali che sono dotati di quella che è stata spesso definita dagli esperti come una "intelligenza aliena" per quanto è di difficile comprensione per noi esseri umani. Una dimensione cognitiva e emotiva che coinvolge diversi aspetti dell'essenza di un individuo (altro da un essere umano) tra cui l'ipotesi dell'esistenza di una vera e propria coscienza, la capacità cognitiva diffusa su più cervelli disposti lungo i tentacoli e il provare dolore non in base ad una reazione stimolo-risposta ma ad un sentire che riguarda emozioni profonde.

Sentimenti e pensieri dunque tali che portano questi animali ad uno specifico ragionamento e alla conservazione della memoria, ad esempio, tanto da ricordare cosa gli è accaduto e non scegliere più di recarsi nei luoghi dove hanno provato sofferenza.

Tutto ciò non è frutto di una serie di aneddotiche considerazioni di stampo animalista, ma di quanto ad oggi la scienza è riuscita a stabilire rispetto all'incredibile "mondo interiore" di questi cefalopodi.

L’esperienza del dolore dei polpi: cosa succede durante i maltrattamenti

Giusto per rimanere sul caso specifico di far vedere un animale manipolato mentre è ancora in vita senza dare valore alla sua sofferenza, si è arrivati già anni fa in realtà a dimostrare che ci sono prove comportamentali e neurofisiologiche che suggeriscono un'esperienza affettiva del dolore nel polpo. E' stato provato e descritto in uno studio del 2021, pubblicato su diverse riviste scientifiche,  condotto dalla ricercatrice Robyn J. Crook dell'Università statale di San Francisco dopo aver studiato 29 esemplari di polpo pigmeo di Bocki (Octopus Bocki).

Una ricerca che, però, è solo una delle tante e diverse evidenze scientifiche che hanno portato scienziati di ogni estrazione e formazione (psicologi, etologi, etc.) ad indagare sempre di più nella "psicologia" di questo animale, definito ad esempio nello stesso studio come «uno degli invertebrati neurologicamente più complessi che mostra comportamenti cognitivi e spontanei indicativi di un'esperienza affettiva del dolore».

Sentimenti e intelligenza: la fisiologia dei polpi

Che abbia sentimenti e intelligenza, del resto, lo dice già solo la sua fisiologia: un polpo ha tre cuori e la maggior parte dei suoi 500 milioni di neuroni, più o meno quanto quelli di un cane, è distribuita lungo i tentacoli. Su Kodami abbiamo definito le braccia di questo cefalopode delle "menti indipendenti": possono svolgere compiti diversi in autonomia e le cose che sanno fare sono davvero sorprendenti: i polpi si orientano nei labirinti, aprono scatole per arrivare al cibo e apprendono attraverso l’osservazione.

A proposito della loro capacità di discernere, i polpi collaborano con i pesci per cacciare insieme ma puniscono chi non apporta un vero contributo all'attività. Uno studio, infatti, ha dimostrato che riconoscono pure chi sono i compagni di caccia migliori e "prendono a pugni" quelli che si impegnano meno o che barano. Come ha scritto Salvatore Ferraro su Kodami «il ricercatore Eduardo Sampaio, primo autore dello studio, ha osservato diversi episodi in cui il polpo "puniva" i pesci che tentavano di sfruttare la situazione senza contribuire al lavoro di squadra o impegnarsi più di tanto. Questo comportamento, descritto come un vero e proprio pugno ben piazzato, avviene infatti più frequentemente con i pesci meno attivi e collaborativi».

Se questo aspetto fa sorridere oltre che riflettere sulle capacità dei polpi, c'è un'altra ricerca che ha segnato decisamente il passo nella considerazione che bisogna dare a questi straordinari animali: secondo uno studio pubblicato su Current Biology possiedono onde cerebrali simili a quelle degli esseri umani. Da qui la considerazione sull'attribuirgli la condizione di "esseri senzienti" ma anche di aprire il fronte a quella che può essere definita una vera e propria coscienza.

A sottolinearlo ancora prima della pubblicazione di questa ricerca è stata Jennifer Mather, professoressa del Dipartimento di Psicologia dell'Università di Lethbridge, in Canada, che ha pubblicato molti articoli sul comportamento e l'intelligenza dei cefalopodi ed è considerata un'autorità in materia di etica per quanto riguarda questi animali. In particolare l'esperta ha dato alla luce uno studio intitolato "La coscienza del polpo: il ruolo della ricchezza percettiva" in cui precisa: «La curiosità del polpo e la spinta a indagare e ad acquisire più informazioni possono significare che, a parte la ricchezza di qualsiasi situazione di stimolo, sono consapevolmente spinti a cercare più informazioni». Sempre la Mather, addirittura già nel 1993, aveva del resto riscontrato scientificamente anche che esistono grandi differenze individuali nel comportamento dei polpi.

Dal documentario che racconta il rapporto tra uomo e polpo all'allevamento intensivo

Al polpo poi è stato dedicato un documentario che è entrato nella storia del cinema per essere riuscito a coinvolgere talmente tanto il pubblico vasto e variegato di Netfix su un animale così lontano dalla dimensione umana da vincere prima un Bafta nel 2021 e poi l'Oscar. Il lungometraggio racconta la storia di Craig Foster, un documentarista che ritrova se stesso nella relazione con un polpo che vive sui fondali di una foresta di Kelp in Sudafrica. Attraverso immagini spettacolari e un focus su un animale straordinario, ciò che però rimane molto "addosso" della storia di Foster è una narrazione a tratti troppo morbosa e tanto antropocentrica nonostante il regista abbia sempre detto di aver puntato proprio sul messaggio opposto.

Ma forse, dalla pescivendola accusata di maltrattamento all'estrema passione per il polpo documentata nel film, la verità è che l'essere umano proprio non riesce a mantenere il necessario distacco di cui ha bisogno una relazione con gli altri esseri viventi che possa essere definita se non "sana" per entrambi almeno rispettosa per tutti.  Ciò che risulta evidente da tutto quanto fin qui scritto, del resto, è che il multiforme aspetto delle caratteristiche comportamentali del polpo si scontra necessariamente con la percezione comune di un animale che per la maggior parte delle persone è solo un piatto a cui non rinunciare.

Del resto, mentre ci concentriamo sul guardare il dito rappresentato dalla vicenda della commerciante campana, non si guarda la luna, ovvero che si è arrivati a costruire degli allevamenti intensivi in cui migliaia e migliaia di soggetti saranno costretti a una vita in cattività finalizzata alla produzione di cibo in larga scala, sulla scia di ciò che già abbiamo fatto principalmente ad alcuni mammiferi e ai polli.

In Spagna, infatti, va avanti la costruzione del primo allevamento di polpi a scopo commerciale al mondo sull'isola di Gran Canaria. E in Italia le intenzioni non sembrano lontane dal voler raggiungere lo stesso obiettivo: secondo una ricerca pubblicata dalla ong internazionale "Compassion in World Farming" il nostro paese ha già investito una cifra pari a 253.750 euro di fondi pubblici in favore dell’allevamento di polpi.

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