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28 Ottobre 2024
10:55

Investe un cane di quartiere e scappa: prime denunce dopo la tragica morte di Ettore

È stato denunciato l'uomo accusato di aver investito e ucciso il cane Ettore a Uggiano Montefusco, in provincia di Taranto. A presentare l'esposto alla Procura di Taranto è stata l'associazione "Zampe che danno una mano" che ha sporto denuncia per l'uccisione e l'omissione di soccorso.

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Una persona è stata denunciata per l'uccisione del cane di quartiere Ettore a Uggiano Montefusco, frazione del comune di Manduria, in provincia di Taranto. Il cane era stato ucciso il 26 ottobre 2024 da un Suv bianco e tutta la scena è stata ripresa dalle telecamere di videosorveglianza presenti nella zona. Il video mostra il Suv che prosegue dritto per la sua strada falciando il cane mentre corre in mezzo alla strada.

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Un frame del video che mostra come è morto il cane di quartiere Ettore (Fonte: Sindaco di Manduria)

A peggiorare il tutto c'è l'assenza di soccorso al cane: il guidatore infatti non si sarebbe fermato per prestare aiuto all'animale dopo averlo investito. Dopo la morte di Ettore i cittadini che lo conoscevano come un cane mite hanno chiesto giustizia e il sindaco di Mandura, Gregorio Pecoraro, è intervenuto incaricando gli uffici comunali di predisporre tutti gli atti necessari per procedere con la denuncia del conducente del Suv.

Le dinamiche dell'incidente: fondamentale il video

A intervenire è anche l'associazione Zampe che danno una mano ODV che ha presentato alla Procura della Repubblica di Taranto denuncia per uccisione di animale, maltrattamento e omissione di soccorso. L'avvocata Giada Bernardi, presidente dell'associazione e fondatore dello studio legale "GiustiziAnimale" ha sottolineato l'importanza del video nella ricostruzione dell'incidente: «L'investitore di Ettore, di cui alla Procura della Repubblica sono stati resi noti nome e cognome, non può non essersi avveduto della presenza di Ettore, se non altro in considerazione della mole del cane». Ettore era infatti un cane di grande dimensione e, secondo l'avvocata,  l'impatto con l'auto non può essere sfuggito al conducente.

«Il video non lascia spazio né adito a dubbi – sottolinea – E non può non essersi accorto dell'impatto dell'auto con il corpo, che è stato trascinato anche per alcuni metri. La morte di Ettore poteva e doveva essere evitata».

Ieri si sono tenute le celebrazioni del quartiere in memoria di Ettore, ma i cittadini e i volontari chiedano che simili episodi non si verifichino più. Un risultato che secondo gli attivisti di Zampe che danno una mano può essere raggiunto con pene più severe: «Chiediamo, per l'ennesima volta, che le istituzioni comprendano che i reati in danno degli animali sono di serie A e si decidano ad inasprire le pene per chi li commette, mettendo un freno a questa dilagante ondata di violenza nei confronti degli animali a cui da troppo tempo siamo costretti ad assistere».

Pene più severe che potrebbero tutelare proprio individui come Ettore che non sono proprietà di nessuno, al contrario di ciò che la legge impone per gli altri cani.

Chi sono i cani di quartiere

I cani di quartiere sono presenze stabili in moltissime città del Centro-Sud Italia. Si tratta di animali che vivono liberi sul territorio accuditi da referenti individuati dal Sindaco che possono appartenere ad associazioni di tutela animale oppure essere volontari autonomi.

I cani di quartiere non sono previsti dalla legge quadro sul randagismo, la 281 del 1991, tuttavia alcune Regioni ed Enti locali hanno previsto questa figura. Non tutti i cani riescono o sono a loro agio a vivere in casa, soprattutto se nascono liberi da una madre randagia. Questo però non impedisce loro di creare un legame in un territorio particolare inducendoli a smettere di vagare. In questi casi i cittadini imparano a conoscere il cane e a provvedere alle sue necessità in maniera collettiva.

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