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Non si spengono le luci, almeno in Parlamento, su quanto denunciato da Report sull'operato di Michela Vittoria Brambilla relativamente al presunto utilizzo dei soldi delle donazioni ottenute attraverso l'associazione animalista che ha fondato, la Leidaa, non per cause rivolte al benessere degli animali ma per suoi interessi privati e per finanziare il suo partito. Nell'ultima puntata, poi, è emerso anche che sarebbe anche coinvolta in un'azienda che commercia salmoni e gamberetti.
Sia a Palazzo Madama che a Montecitorio l'argomento è ancora sulla bocca di tanti ma pochi si espongono per dire la loro pubblicamente. Intanto nemmeno la fuoriuscita di tutti i parlamentari dell'opposizione dall'Intergruppo sui diritti degli animali, presieduto proprio dalla protagonista dell'inchiesta di Giulia Innocenzi, ha portato alle sue dimissioni dal ruolo né a un suo commento pubblico, a parte quanto emerso da alcune chat private in cui si è in qualche modo giustificata con i dirigenti della Leidaa.
La prima a lasciare l'Intergruppo è stata Eleonora Evi, parlamentare del Partito Democratico, a cui abbiamo rivolto alcune domande.
Lei ha dichiarato a Report che poco è stato fatto all’interno del consesso. Ci può raccontare cosa avveniva quando vi riunivate?
Confermo che le riunioni sono state davvero poche in 2 anni, 5 in tutto. Alcune di queste venivano convocate con scarsissimo preavviso, cosa che evidentemente non facilita la partecipazione e, coincidenza, venivano convocato il giorno in cui l’on. Brambilla aveva altri impegni, come conferenze stampa programmate, a cui far seguire riunione dell’Intergruppo. L’ultima a cui ho partecipato a novembre 2024 serviva per coordinarsi in vista della legge di bilancio. La riunione è durata 5 minuti, eravamo in 3, compresa l’on. Brambilla che arrivò con mezz’ora di ritardo. Si è deciso di sottoscrivere diversi emendamenti in modo trasversale ma di fatto nessuno di questi è stato approvato.
Va precisato che gli intergruppi sono organismi informali, non hanno regole, a differenza delle commissioni. C’è dunque ampissima discrezionalità su come agire, quante volte riunirsi, a differenza del Parlamento europeo, dove ho avuto l’onore di essere Vice presidente dell’Intergruppo sul benessere animale e posso confermare che le riunioni non solo erano a cadenza mensile ma avevano agende pianificate per tempo, temi di approfondimento programmati, e servivano come luogo di approfondimento, con audizioni di esperti, presentazioni di studi scientifici aggiornati e funzionali al coordinamento di azioni politiche di rilevanza. Nulla di tutto ciò accade in Italia e su questo andrebbe fatta una riflessione più generale.
L’inchiesta di Report ha portato alla luce eventuali intrecci e interessi privati tra politica e animalismo. Ritiene che ci sia ancora qualcosa di non detto?
Credo che dopo quanto sollevato da Report sia doveroso fornire chiarimenti da parte dell’interessata, cosa che non è ancora accaduta, così come non è stata data alcuna risposta alla richiesta da parte delle opposizioni di dimissioni della on Brambilla da presidente dell’Intergruppo.
A prescindere da quanto è emerso, secondo lei l’onorevole Brambilla ha contribuito alla causa animale nell'arco di tutta la sua carriera?
Ha contribuito alla causa, penso ai ricorsi fatti con la associazione che presiede la LEIDAA o alle proposte di legge, sebbene sepolte nei cassetti della Camera, e l’unica che è stata incardinata è quella sulla tutela penale degli animali, discussa al momento solo in un ramo del Parlamento che però è stata talmente stravolta e svuotata dalla sua maggioranza da essere molto diversa e, temo inefficace a cambiare davvero le cose e punire chi maltratta gli animali.
Però rimane un fatto: dal punto di vista etico e politico rimane la speculazione fatta sugli animali e questo lo ritengo inaccettabile. Soldi dell’associazione utilizzati a scopi personali ed elettorali o anche le ombre riguardo partecipazioni in aziende che sfruttano animali penso siano eticamente incompatibili con chi dice di difendere gli animali.
Con l’attenzione su Brambilla temo che si sia perso il focus sui diritti degli animali. A che punto siamo secondo lei all’indomani anche del report di Legambiente che ha messo in luce che nonostante il dettato dell’art. 9 della Costituzione non solo poco o niente è cambiato ma addirittura ci sono state leggi peggiorative nei confronti del benessere animale?
Siamo ad un punto molto critico purtroppo. Le modifiche alla Costituzione per tutelare animali e biodiversità non hanno inciso come avrebbero dovuto, considerati i passi indietro in particolare sulla tutela della fauna selvatica, sulla quale questo governo e molte amministrazioni regionali fanno mera propaganda politica, alimentando paure, come nei confronti di orsi e lupi, per usarle a scopo elettorale. Una vergogna.
Ecco perchè è fondamentale, mai come ora, tenere alta l’attenzione, continuare a fare pressione, anche a livello europeo, per quel cambiamento culturale e poi normativo per riscrivere completamente il rapporto tra umani e animali, cancellando ogni forma di sfruttamento e sopraffazione.
L'onorevole Zanella ci ha detto che ha dato vita a un nuovo Intergruppo sui diritti degli animali. Lei parteciperà?
Dopo la prima inchiesta di Report io stessa, nel ragionare sul da farsi, ipotizzavo l’idea di costituire un nuovo Intergruppo. Ho temporeggiato per attendere le dimissioni di Brambilla, che non sono arrivate. Vorrei precisare che, come detto, gli intergruppi sono organismi informali, dunque non vi sono regole nemmeno per sfiduciare il presidente in carica. Un nuovo intergruppo penso fosse ormai cosa naturale e inevitabile. Io aderirò certamente al nuovo, auspicando la partecipazione larga di colleghi non solo dell’opposizione. Ho proposto di instaurare una presidenza allargata che rappresenti le forze politiche che vi aderiranno per una guida più inclusiva ed scevra da personalismi.
Ritengo fondamentale che si lavori per fare cultura e informazione, per dare spazio alle evidenze scientifiche più aggiornate, oggi presenti in grande quantità, funzionali a guidare le decisioni politiche a favore degli animali.
Ritorniamo alle questioni relative ai diritti degli animali che sembrano in tutto questo essere rimaste quasi a margine, in particolare sul ruolo e i compiti dell'Enci. Qual è la sua opinione sul loro operato?
L’Enci è travolto da ombre e opacità. La richiesta di commissariamento di questo ente, che ho formulato per mezzo di una interrogazione parlamentare, penso sia più che legittima. Fare chiarezza è un obbligo, è necessario sapere se e come l’ENCI controlla l’uso di sostanze dopanti per le competizioni di cani di razza, dal momento che non solo le risorse stanziate per i controlli sono irrisorie ma emerge il classico schema dove il controllore è il controllato. È necessario sapere come ENCI gestisce il registro pedigree considerate le tante ombre dei pedigree falsi menzionati dalla trasmissione, il fatto che sia sufficiente una autocertificazione e non vi siano controlli o esami clinici obbligatori, o ancora il problema dei cani ibridati potenzialmente pericolosi. Per non parlare di allevatori senza scrupoli che sfruttano all’inverosimile le femmine e tengono i cani in condizioni indescrivibili. Quali controlli sul benessere animale fa l’Enci? Resta tutto da chiarire.
Nonostante vi siano come lei parlamentari che portano avanti le tematiche legate ai diritti e al benessere animale perché non hanno la stessa ‘notorietà’ di Brambilla?
Brambilla è in politica da molto tempo, è stata Ministra e Mediaset le ha concesso una trasmissione TV. L’esposizione mediatica è senza dubbio significativa. Ma Notorietà non è sempre sinonimo di qualità, soprattutto in politica!
Molte persone temono adesso di donare ad associazioni che si occupano di tutela animale. Come rassicurarli?
Non penso ci sia nulla da temere. Il caso Brambilla è talmente particolare da non essere replicabile, una persona che ha intrecci così radicati in politica, tv, aziende e associazione è un fatto peculiare. Le associazioni che si occupano di diritti degli animali fanno un lavoro prezioso e meritorio che sono certa non verranno scalfite da questa inchiesta.