Smantellare le Guardie zoofile per indebolire il sistema che reprime i reati contro gli animali. Questa è l'accusa che sta arrivando da gran parte degli attivisti per i diritti degli animali dopo l'approvazione in Commissione Giustizia alla Camera di un emendamento che mira a depotenziare la figura della Guardia zoofila.
Le Guardie zoofile sono volontari appartenenti ad associazioni riconosciute che svolgono attività di pubblici ufficiali nella repressione dei crimini contro gli animali. Vengono nominate per decreto dalle Prefetture e agiscono insieme alle Forze dell'Ordine. L'emendamento proposto dalla deputata di Fratelli d'Italia Maria Carolina Varchi però vorrebbe limitare le loro funzioni.
Il motivo risiede nella presunta sovrapposizione delle Guardie zoofile alle funzioni già riconosciute ai servizi veterinari territoriali, ma secondo Valentina Coppola, presidente dell'associazione di tutela animale e ambientale Earth con Guardie zoofile in quasi tutte le regioni, le cose stanno diversamente.
«Le Guardie zoofile sono un problema per l'attività venatoria – spiega – Controllano i cani dei cacciatori e le modalità con cui vengono tenuti quando non sono impiegati nella stagione venatoria, e purtroppo in molti casi sono in pessime condizioni».
L'emendamento per eliminare le Guardie zoofile
Nell'esercizio delle loro funzioni le Guardie venatorie agiscono come ufficiali di polizia giudiziaria per ciò che riguarda il maltrattamento di animali d'affezione. Non hanno il potere di elevare sanzioni contro bracconieri o cacciatori non in regola, mentre la proposta di legge in discussione avrebbe voluto ampliare le loro competenze. «Con queste modifiche non possono controllare l'attività venatoria in sé – ricorda Coppola – tuttavia possono verificare l'attività dei cacciatori in relazione alla gestione dei loro cani. Spesso ci arrivano segnalazioni di "canili abusivi" ma una volta sul posto ci rendiamo che si tratta di "pensioni" per cani da caccia che al di fuori della stagione venatoria vengono ammassati in gabbie fatiscenti».
Secondo la presidente di Earth queste situazioni si verificano regolarmente sia nelle regioni in cui l'attività venatoria è più diffusa, come la Lombardia, sia in quelle dove è meno praticata come il Lazio, ma casi analoghi sono stati riscontrati anche in Abruzzo, Molise, e Calabria. Davanti a questi contesti, le Guardie procedono le sanzioni e il sequestro dei cani.
«Quest'attività crea un disturbo all'elettorato del Governo attuale – sostiene Coppola – e per questo si cerca quindi di limitare l'attività delle Guardie zoofile».
Gli effetti della proposta di legge n. 30
L'emendamento è contenuto nella proposta di legge n. 30 che paradossalmente è nata per inasprire le pene contro chi commette reati contro gli animali. Oggi la pdl è conosciuta con il nome della prima firmataria, la centrista ed ex berlusconiana Michela Vittoria Brambilla, ma nel lontano febbraio 2023 avevano preso parte alla scrittura anche i deputati di Alleanza Verdi Sinistra e di Fratelli d'Italia.
In questi quasi due anni la discussione però è rimasta ferma a causa della pioggia di emendamenti proposti dalla Lega e in particolare da Francesco Bruzzone, già proponente di una pdl per liberalizzare l'attività venatoria. Per il deputato leghista la proposta n.30 rischiava di parificare i diritti tra tutti gli animali, senza distinguere quelli familiari come cani e gatti dai selvatici o dagli animali da reddito.
Dal marzo 2024 la pdl è rimasta ferma in Commissione Giustizia sparendo anche dal calendario dei lavori della Camera, fino a qualche settimana fa quando è stata approvata con delle modifiche sostanziali, tra cui proprio l'emendamento che mira a cancellare le Guardie zoofile. Al contrario, la pdl nella sua originaria formulazione si proponeva di ampliare i poteri di queste figure.
Chi sono e cosa fanno le Guardie zoofile
Le Guardie zoofile devono fare parte di un'associazione di volontariato riconosciuta e rispettare vincoli relativamente alla competenza territoriale e soprattutto alla materia. Sono state istituite, per come le conosciamo oggi, dalla legge 189 del 2004 "Disposizioni concernenti il divieto di maltrattamento degli animali". Pur essendo volontari a tutti gli effetti a seguito della nomina del Prefetto agiscono in qualità di agenti della Polizia giudiziaria.
I loro poteri sono sono stabiliti dal al Titolo IV del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza (Tulps):
Gli uffici di vigilanza e di investigazione privata sono tenuti a prestare la loro opera a richiesta dell'autorità di pubblica sicurezza e i loro agenti sono obbligati ad aderire a tutte le richieste ad essi rivolte dagli ufficiali o dagli agenti di pubblica sicurezza o di polizia giudiziaria.
E sono deputate a reprimere i reati previsti dal Titolo VI da 544bis a 544sestier e dal 727 Codice penale, relativi a maltrattamento, uccisione e abbandono di animale. Non possono effettuare arresti, tuttavia possono sequestrare e presentare notizia di reato alla Procura della Repubblica. Accolgono anche denunce anonime e una volta accertato lo svolgimento della condotta criminosa lavorano in sinergia con le Forze dell'ordine.