Il Consiglio di Stato ha ritenuto illegittimo il provvedimento con il quale il 7 settembre del 2023 il presidente della Provincia Autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, decise l'abbattimento dell’orsa F36. L'ordinanza però non è mai stata eseguita perché l'orsa è stata trovata morta poche settimane dopo per un atto di bracconaggio.
Secondo la Provincia, l'orsa doveva essere uccisa perché pericolosa per l'uomo. I giudici di Palazzo Spada invece hanno accolto i ricorsi delle associazioni animaliste Lndc Animal Protection, Lav e Wwf.
Il ricorso degli animalisti e le motivazioni dei giudici
Secondo il Consiglio di Stato, il decreto della Provincia di Trento «non era rispettoso del principio di proporzionalità» precisando che «l’abbattimento rappresenta sempre l’extrema ratio da disporre solo quando altre soluzioni non sono in concreto praticabili».
Un'analisi che ha trovato d'accordo le associazioni animaliste rappresentate dagli avvocati Michele Pezone e Paolo Letrari: «La sentenza del Consiglio di Stato conferma la necessità di un approccio responsabile e scientifico nella gestione del rapporto tra umani e animali selvatici protetti come gli orsi. I giudici amministrativi hanno messo nero su bianco che il comportamento di F36, che ricordiamo era stata sorpresa da due escursionisti mentre si trovava in compagnia di un suo cucciolo, non doveva essere classificato al massimo livello di pericolosità come invece aveva fatto Fugatti per poter giustificare la sua ordinanza che ne decretava l’uccisione».
Gli animalisti avevano presentato il primo ricorso alla giustizia amministrativa immediatamente dopo la firma del decreto di abbattimento da parte di Fugatti, e l'11 settembre dell'anno scorso il Tar di Trento sospese l’ordinanza. L'orsa però era già morta: pochi giorni dopo è stata trovata senza vita nei boschi di Sella Giudicarie, nella zona di Roncone.
A seguito del rinvenimento del corpo il Tar aveva dichiarato l’improcedibilità dei ricorsi presentati dalle associazioni, ma queste si erano appellate contro la decisione portando la questione al Consiglio di Stato.
Chi era l'orsa F36 e perché era ritenuta pericolosa
Il 27 settembre 2023 il corpo dell'orsa F36 è stato rinvenuto in val Bondone, nel Trentino Sud occidentale. Su di lei pendeva il decreto di abbattimento emesso dalla Provincia di Tento che però non è stato mai eseguito. Ad ucciderla, infatti, è stato un colpo di arma da fuoco esploso dai bracconieri, episodio su cui sta indagando la Procura di Trento.
L'orsa era ritenuta pericolosa dopo due incontri con escursionisti avvenuti nella zona di Roncone. L'orsa, secondo la ricostruzione della stessa Provincia, stava dormendo con il suo cucciolo lungo un sentiero quando due escursionisti dopo averla notata e sono fuggiti gridando. Uno dei due ha ripercorso il sentiero a ritroso, mentre l'altro si è arrampicato su un albero dove è stato raggiunto dall'animale che lo ha «agganciato a una ghetta facendolo cadere al suolo». Sia l'orsa che il cucciolo si sono poi immediatamente allontanati. Il giovane che è caduto dall'albero è stato poi portato all'ospedale di Tione per una contusione al costato. A seguito di questo episodio l'orsa è stata ritenuta pericolosa.