Una coppia di lupi che insegue un suide inselvatichito in Salento: è il contenuto del video diffuso da Hic Sunt Lupi, il progetto per il monitoraggio e la gestione del lupo nell'area più orientale della Puglia.
Il video dei due lupi catturato dalle fototrappole
Le fototrappole del progetto hanno catturato prima il passaggio del suide, probabilmente un ibrido con il cinghiale, e poi, nello stesso punto, una coppia di lupi impegnata a seguire la pista durante una battuta di caccia.
Il video ha un valore importante perché attesta la presenza di cinghiali e suidi inselvatichiti nel Salento, e anche perché, secondo gli esperti di Hic Sunt Lupi, questa dinamica può aiutare a evitare la diffusione della peste suina africana.
Secondo l'ultimo monitoraggio condotto dall'Ispra tra il 2020 e il 2021, ci sono circa 3.500 lupi in Italia, con una forbice per gli Appennini che va dai 2.100 ai 2.850 individui. Dopo essere quasi giunto sull'orlo dell'estinzione oggi il lupo sta tornando a ricolonizzare il proprio areale.
Questo processo ha avuto inizio a partire dagli anni Settanta quando il lupo ha sfruttato una convergenza di fattori come l'introduzione delle tutele per la specie e l'aumento delle prede selvatiche. Queste ultime sono state reintrodotte tra gli anni 70 e 80 a scopo venatorio, e i lupi in quanto predatori al vertice ne hanno approfittato.
I cinghiali in Italia sono stimati in più di un milione, ai quali si aggiungono i suidi inselvatichiti come quello presente nel video, che spesso sono il risultato di ibridazione tra i cinghiali e maiali tenuti allo stato brado.
La presenza sul medesimo territorio di prese e prdatori oltre ad avere valore naturalistico può aiutare nella lotta alla diffusione della peste suina africana. La peste suina africana è una malattia virale che si manifesta come una febbre emorragica a elevata mortalità. Non esistono vaccini né cure ed è estremamente contagiosa: una volta arrivata all'interno di un allevamento contagia e uccide la quasi totalità degli individui al suo interno.
L'epidemia ha interessato prima il nord Europa per poi arrivare nel gennaio 2022 in Italia. Anche se il virus nasce nell'Africa sub–sahariana, il ceppo arrivato in Italia è di origine nord europea, come hanno rilevato le analisi sul primo cinghiale morto ritrovato in Piemonte.
Come il lupo può diventare il "medico della peste suina africana"
«Il virus che provoca la peste suina africana, innocuo per l’uomo, genera notevoli disagi socio-economici in molti Paesi ed è un grosso danno per il settore zootecnico – rilevano gli esperti di Hic Sunt Lupi – Ad oggi non risultano casi in Puglia ma il problema è sempre più sentito in molte regioni italiane».
La lotta alla diffusione del contagio non sta avendo i risultati sperati, ma secondo i referenti del progetto di monitoraggio il lupo può giocare un ruolo fondamentale: «Potremmo definire il lupo un pò come il “medico della peste suina”. Recenti studi effettuati in aree infette della Polonia, hanno verificato infatti l’assenza totale del virus nelle feci di lupo, dimostrando che il passaggio nel tratto intestinale ne provoca la degradazione completa».
Il lupo grazie alle sue predazioni contribuisce a limitare la circolazione della peste suina africana. Una soluzione non cruenta che potrebbe risultare più efficace degli abbattimenti massivi che, sino ad ora hanno portato scarsi risultati. Il lupo agisce sia predando di preferenza i suidi o i cinghiali malati (formidabili veicoli di propagazione) sia consumando le carcasse infette e una volta digerita la preda non lascia traccia del virus.
«Una vera e propria operazione di bonifica – sottolineano gli esperti – La presenza del lupo è quindi un contrasto naturale all’esplosione numerica dei cinghiali (sul territorio italiano se ne contano un milione e mezzo) e alla diffusione dell’epidemia di peste suina.Un’evidenza che conferma lo straordinario ruolo ecosistemico del lupo. Un ruolo che è importante sia garantito anche in Salento».