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Tre American Staffordshire Terrier, due Australian Shepherd, due Poodle, un Collie, un Flat Coated Retriever, un Pastore Tedesco, un Rhodesian Ridgeback e un Parson Russel Terrier possono essere eletti come ‘portavoce' di tutti i cani che vivono accanto a noi umani: "Se volete che vi capiamo meglio quando ci chiedete qualcosa, al posto di dirlo solo a parole indicatecelo, e anche solo con lo sguardo".
Sono loro, infatti, i protagonisti di uno studio, condotto da alcuni ricercatori del Dipartimento di Cognizione comparata del Messerli Research Institute presso l'Università di medicina veterinaria di Vienn,a da cui è emerso chiaramente che indicare o fissare un oggetto è il modo migliore per far sì che i cani seguano le indicazioni dei loro umani di riferimento.
Come i cani comprendono la nostra comunicazione è uno degli aspetti maggiormente indagati nello studio della sfera cognitiva del ‘miglior amico dell'uomo'. "Sebbene sia ampiamente accettato che i cani seguano (alcuni) segnali referenziali umani – scrivono i ricercatori – il modo in cui li comprendono rimane controverso".
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Per questa ragione, gli studiosi hanno dotato i cani sottoposti al test di un un ‘eye tracking' mobile, ovvero uno strumento che consente di tracciare il movimento degli occhi, per capire bene dove guardano durante le interazioni con le persone di riferimento, sia quando queste ultime indicano l'azione da svolgere che quando lo fanno solo con lo sguardo. "I risultati hanno dimostrato che la combinazione di puntamento e sguardo ha aumentato significativamente l'attenzione dei cani verso ciò che gli era stato richiesto. L'accoppiata indicazione e sguardo ha fatto sì che i cani abbiano mantenuto più a lungo l'attenzione sul referente rispetto ad altre condizioni".
I risultati evidenziano così che l'uso congiunto di indicare e guardare è un metodo particolarmente efficace per dirigere l'attenzione dei cani verso ciò che gli chiediamo di fare. Lo sguardo e il gesto della persona sono utili anche separatamente, "ma combinati sono più forti", ha spiegato all'AFP Christoph Voelter, autore principale dello studio.
Il test si è svolto nel Clever Dog Lab dell'Università. Ogni cane si è trovato di fronte a uno sperimentatore che si è posto di fronte a lui in ginocchio in mezzo a due ciotole, solo una delle quali conteneva un premio nascosto. Ai cani sono stati poi presentati cinque scenari diversi, sei volte ciascuno. I ricercatori indicavano la ciotola mentre fissavano il cane, oppure indicavano e guardavano la ciotola contemporaneamente, oppure guardavano solo la ciotola. In questo modo e utilizzando l'eye tracking hanno potuto stabilire che i cani si indirizzavano verso la ciotola giusta più frequentemente quando veniva loro indicata con la mano e lo sguardo insieme.
Ciò che questo studio mette particolarmente in evidenza, però, è che questi comportamenti non sono ‘istintivi' ma dimostrano la capacità cognitiva di Fido che segue i segnali non perché sono semplicemente ‘direzionali' ma hanno una funzione comunicativa da parte degli esseri umani. I cani, praticamente, comprendono il significato delle informazioni che gli diamo e agiscono di conseguenza a una ‘riflessione' basata sulla conoscenza del nostro linguaggio corporeo, ovvero senza nemmeno il bisogno di verbalizzare ciò che vogliamo da loro.