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18 Dicembre 2024
12:25

Il teschio del coniglio Armando: la macabra “umanità” dei giudici di Masterchef

Martina, 21enne di Parma, si presenta alle selezioni nella seconda puntata del cooking show andata in onda il 14 dicembre portando il teschio di un coniglio che ha chiamato Armando in una teca. Locatelli, Cannavacciuolo e Barbieri hanno dato vita a un siparietto che va a toccare il senso della nostra empatia non solo nei confronti degli animali ma anche delle altre persone.

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Il teschio di un coniglio in una teca trasparente. E' il "portafortuna" di Martina, giovane concorrente della 14esima edizione di Masterchef Italia che afferma di averlo cucinato, «mangiato interamente» e serenamente aggiunge di averne voluto conservare i resti  e di avergli anche dato un nome: Armando.

Un animale, dunque, che è stato sezionato e "gustato" ma la cui fine non è finita, in realtà: ciò che resta di lui è stato pure esposto e oggetto di scherno e macabro sarcasmo. Perché di semplice ironia, questa volta, non si può proprio parlare, soprattutto da parte dei giudici del cooking show. Sebbene infatti Locatelli esordisca con un commento che poteva essere foriero di un'eventuale riflessione su quanto stava accadendo («Ci hai un po' ragellato con questa entrata, però andiamo avanti…»), come gli altri due padroni di casa anche lui ha continuato sulla falsariga evidentemente considerata accattivante per gli spettatori dagli autori: per tutta la durata della presenza in video della 21enne di Parma non si è fatto altro che ritornare sul teschio dell'animale e, orribilmente, anche fingere di interagire con esso.

«Ho portato il teschio del primo coniglio che ho cucinato e mangiato, Armando». Sono le parole con cui la ragazza si è presentata, seguita dal sorriso e dagli sguardi compiaciuti della mamma e della nonna che sono intervenute diverse volte per raccontare l'aspetto noir della passione di Martina per i resti, in generale, degli animali. A prescindere se li cucina o meno, infatti, la regia ci ha tenuto a mostrarci insetti e organi interni di chissà quali animali conservati in campane di vetro e pure una zampa di gallina usata come segnalibro.

L'interesse dei giudici è diventato altrettanto macabro, però, andando proprio ad insistere sul teschio con cui anzi hanno pensato bene di "parlare" direttamente pure, chiamandolo per nome. «Ciao Armando», lo hanno salutato e poi via a una serie di battute pure sulla famiglia matriarcale della ragazza con commenti rivolti sempre ai resti del coniglio come: «L'unico uomo che hai portato è il teschio» (sempre Locatelli) e Barbieri e Cannavacciuolo con altre freddure sulla "passione" della concorrente.

Di tetro, in realtà, non c'è solo l'attrazione da parte della ragazza per ciò che è morto e a cui non sa dare sepoltura. Su questo ultimo aspetto, però, non riteniamo che si debba aggiungere molto perché si andrebbe a toccare la psicologia di una persona: una delicatezza sui cui, principalmente, avrebbero dovuto riflettere gli autori del programma prima di stendere il canovaccio narrativo.

Ciò a cui gli spettatori hanno dovuto però assistere è un sarcasmo cinico che – se ci riflettiamo – non porta valore alla stessa arte culinaria in questo modo. Al di là infatti della sensibilità che è stata così sicuramente violata di chi ha scelto di non mangiare animali, non può non disturbare ciò che si è visto se si ha un minimo proprio di umanità, intesa come la capacità di noi esseri umani di provare empatia in quanto tale e il rispetto in generale di ciò che da un punto di vista etico è da salvaguardare sempre. Nei confronti del coniglio? Beh, non solo: anche della giovane Martina, esposta come personaggio estremo al di là delle sue doti in cucina.

In questo senso, dunque, quanto avvenuto nella seconda puntata di Masterchef non è da far passare in maniera semplicistica come una mera provocazione nei confronti di chi non mangia altri animali, pubblico del resto che poco guarda questo tipo di programmi, ma sembra fatto ad hoc per solleticare morbosamente gli spettatori su una sorta di "devianza" che viene esaltata e anche ridicolizzata dai tre personaggi principali.

Quale è il messaggio che verrà recepito, allora, dalla serie di gag il cui protagonista, rendiamocene conto e non lo dimentichiamo, è il teschio di un coniglio? Questo è il punto, infatti e infine: è avvilente accettare che passi sotto traccia che sia "normale" che uno degli show più seguiti nel nostro Paese diverta le persone giocando sul tema della vita e della morte attraverso la cucina sulla pelle di un animale e di una persona il cui "incontro" poteva terminare in un piatto e invece diventa una sorta di puntata di Black Mirror in versione casereccia.

In questa sorta di "allegro bullismo" televisivo, in cui la "concorrente strana" viene presa in giro o comunque appoggiata nella rappresentazione di una identità avulsa dalla normalità, la teca in cui viene mostrato Armando rappresenta allora l'ultima frontiera della nostra umanità, appunto: un qualcosa che quasi non ci appartiene più e su cui possiamo costruire una serata di intrattenimento prendendoci tutti in giro, con buona pace dell'audience. E fino al prossimo esempio di cattiva televisione che ci allontana dalla nostra stessa natura di animali, noi per primi, in realtà capaci ancora di grande empatia nei confronti delle altre specie e della nostra. A differenza di quanto abbiamo dovuto vedere.

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