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28 Gennaio 2025
18:22

Il suo cane American Bully XL scappa e uccide un uomo: condannato a 3 anni di reclusione

In Inghilterra un uomo è stato condannato a 3 anni di reclusione dopo che il suo American Bully XL ha ucciso un vicino. Il cane, di nome Titan, è stato soppresso sul posto dopo l'aggressione. Il Tribunale ha anche vietato all'uomo di avere altri cani in futuro.

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Un uomo in Inghilterra è stato condannato a tre anni di reclusione dopo che il suo cane, un American Bully XL, è scappato e ha ucciso il vicino. L'episodio è avvenuto nell'ottobre del 2023 a Shiney Row, frazione di Sunderland, nel nord-est dell'Inghilterra. Il Tribunale ha anche vietato all'uomo di detenere altri cani in futuro.

Il cane scappa e uccide il vicino: cosa è successo

Secondo la ricostruzione del Tribunale di Newcastle, quel giorno il 45enne Christopher Bell sarebbe uscito di corsa dalla sua per inseguire la vittima, Ian Langley 54 anni, che gli aveva lanciato una pietra. Nelle fasi concitate dell'inseguimento però Bell avrebbe lasciato la porta aperta permettendo così ai suoi due cani di uscire e unirsi all'inseguimento.

Dopo 100 metri di corsa Titan, il più grande dei due cani, è riuscito a sorpassare Bell e a raggiungere Langley, aggrappandosi al suo collo. Proprio le ferite al collo, giudicate «catastrofiche» secondo i referti dell'ospedale Royal Victoria Infirmary di Newcastle, ne hanno determinato la morte.

È stato Bell a chiamare i soccorsi e a trascinare via Titan dal corpo di Langley, ma per farlo ha impiegato ben 10 minuti, troppi perché il 54enne potesse sopravvivere. All'arrivo delle Forze di Polizia Bell avrebbe detto loro di «uccidere i cani e basta», secondo quanto riportato dalla Bbc.

I due cani infatti sono stati destinatari di una condanna a morte: Titan è stato soppresso sul posto quel giorno, successivamente la stessa sorte è toccata anche al secondo cane, di nome Sapphire.

Non era la prima volta che i due animali finivano al centro di episodi violenti: durante il processo è emerso che nel luglio 2022 i cani erano già corsi via di casa uccidendo un cane di razza Yorkshire. Bell, che aveva già 32 condanne per 69 reati, pur conoscendo le caratteristiche dei suoi cani non aveva mai preso alcun provvedimento.

Episodi come questo hanno contribuito ad accrescere la cattiva fama degli American Bully XL determinando l'approvazione di una legge che ne vieta la detenzione in Inghilterra l'anno successivo.

Gli American Bully XL in Inghilterra

Nel 2024 è entrato in vigore il Dogs Act, un testo che regola gli obblighi di chi vive con cani appartenenti a tipologie ritenute pericolose. Tra questi rientrano anche gli American Bully XL. Questi sono una delle quattro varianti della razza American Bully, distinguibili tra loro per le dimensioni: Standard, Pocket, Classic e XL. Sono proprio gli individui di categoria XL ad essere colpiti dal divieto.

Il divieto di detenzione sul lungo periodo mira alla dissoluzione di questa razza in Gran Bretagna. Il primo passo è stato l'introduzione dell'obbligo di condurre il cane con museruola e al guinzaglio in ogni luogo pubblico, al quale è seguito l'obbligo di castrare i cani, e infine è diventato reato avere un American Bully in Inghilterra e Galles se non si era in possesso di un'apposita esenzione. Contestualmente è stata prevista anche un'altra strada per i possessori di American Bully: la soppressione. Quest'ultima pratica è stata incoraggiata dal Governo inglese con un risarcimento di 200 sterline, pari a 232 euro, alle persone che «non desiderano più tenere i propri cani».

Cosa succede se il tuo cane uccide una persona in Italia

Se il caso di Bell fosse avvenuto in Italia non si sarebbe rivelato probabilmente molto diverso. In Italia, la responsabilità per i danni causati dal proprio cane, inclusi i casi più gravi come la morte di una persona, è regolata da diverse disposizioni del Codice Penale e dal Codice Civile. Nel nostro ordinamento il cane è una res, una proprietà.

In particolare, l'articolo 2052 del Codice Civile sancisce si sempre è responsabili dei danni causati dal proprio cane, salvo che non dimostri il caso fortuito, ossia un evento imprevedibile e inevitabile che non poteva essere prevenuto. Questo principio di responsabilità oggettiva impone l’onere di vigilare e controllare l’animale in ogni momento.

Dal punto di vista penale, entrano in gioco gli articoli 589 e 590 del Codice Penale. L’articolo 589 disciplina l’omicidio colposo, applicabile se la morte di una persona è causata dalla negligenza, imprudenza o imperizia della persona di riferimento del cane. La pena prevista è la reclusione da 2 a 7 anni, che può aumentare in caso di violazione di norme specifiche, come l’ordinanza sulla custodia dei cani. In questi casi, l’eventuale omissione di controlli o la mancata adozione di misure preventive possono configurare un’aggravante.

Un caso italiano è quello della ventenne Simona Cavallaro, uccisa il 26 agosto 2021 da un gruppo di cani da pastore all'interno della Pineta di Satriano, in provincia di Catanzaro. La giovane si era recata lì insieme a un coetaneo per effettuare un breve sopralluogo in vista di un pic-nic da organizzare con tutto il gruppo di amici per la domenica successiva. La gita però non ha mai avuto luogo: Simona è morta quel giorno, quando è uscita dalla piccola chiesetta in legno nella quale si era rifugiata.

Per la sua morte è stato condannato a 3 anni di reclusione il pastore Pietro Rossomanno. L'uomo, secondo i giudici aveva lasciato pascolare in sua assenza il gregge di ovini e il branco di cani al seguito su un terreno di proprietà del Comune di Satriano. L'accusa aveva chiesto 15 anni ritenendo Rossomanno colpevole di omicidio volontario, ma il gip del Tribunale di Catanzaro aveva riqualificato il capo di imputazione in omicidio colposo.

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