Come si salva un capriolo ferito e immobile sulla strada? A mostrarlo è Ivano Chiapponi, che è intervenuto il 9 dicembre sul luogo dell'incidente nella provincia emiliana. Chiapponi è il responsabile del Rifugio Matildico di San Paolo d'Enza, in provincia di Reggio Emilia. Il suo Cras, Centro recupero animali selvatici, è un'istituzione sul territorio.
Con un video condiviso sulle pagine social della struttura, Chiapponi mostra per intero la corretta sequenza del salvataggio di un animale selvatico. Rispettare ogni passaggio è fondamentale per non ferire l'animale e non compromettere la propria sicurezza, per questo queste operazioni possono essere condotte solo da personale specializzato mentre il cittadino deve limitarsi a chiamare il 112 o il Cras più vicino.
Oggi l'animale sta bene anche grazie all'intervento dell'uomo, che raggiunto dalla redazione spiega: «È un capriolo femmina, ed è incinta, ha il bacino incrinato ma dovrebbe farcela», dice fiducioso Chiapponi.
Come è avvenuto il salvataggio del capriolo
Nel video si vedono tutti i passaggi più importanti necessari per salvare un animale selvatico in difficoltà come il capriolo. Per prima cosa Chiapponi scende dal furgone del rifugio e si reca a controllare le condizioni dell'animale, successivamente gli fa indossare un'apposita mascherina per schermargli la visuale. Questa operazione è fondamentale per evitare che l'animale possa agitarsi durante i passaggi successivi.
Dopo, il responsabile del rifugio prende un telo che ha la funzione di barella. Grazie a questo strumento è possibile trasportare l'animale in maniera stabile evitando che l'animale possa ferirsi ulteriormente una volta sollevato.
Infine, con l'aiuto di una collaboratrice Chiapponi trasporta il capriolo fino al furgone per ricoverarlo al Cras.
Chi è il capriolo e dove possiamo trovarlo
Il capriolo (Capreolus capreolus) è un piccolo ungulato di piccole dimensioni che spesso viene confuso con i daini o con i cervi, i quali sono però di dimensioni decisamente superiori. Per essere un cervide ha una taglia decisamente ridotta: raramente supera i 35 -40 chilogrammi. Anche la femmina che si vede nel video, pur essendo adulta, è di dimensioni contenute.
Il verso suo verso, più che il bramito tipico dei cervidi, ricorda l'abbaio roco di un cane e viene adoperato sia come segnale di territorialità sia quando viene avvertita una minaccia esterna.
Ha un'ottima resistenza ed è in grado di sopportare climi anche molto rigidi anche se nei mesi invernali si sposta nei boschi sotto ai 2.000 metri di altitudine, mentre in estate può salire fino a 2.400.
Non è una specie a rischio di estinzione in Italia settentrionale, tuttavia il suo stato di conservazione è estremamente variabile. Nelle regioni meridionali invece, la situazione è molto più precaria.