Il Movimento 5 Stelle ha denunciato Maurizio Fugatti, presidente della Provincia Autonoma di Trento, per l'uccisione dell’orso M91, perché avvenuta «senza necessità».
M91 è stato abbattuto nella notte tra sabato 30 novembre e domenica 1 dicembre a seguito del decreto firmato da Fugatti. L'orso lo scorso aprile aveva seguito per alcuni minuti un escursionista a Molveno, e per questo era stata decisa per lui prima la misura del radiocollare, e un mese dopo l'abbattimento. Un modus operandi che aveva scatenato le rimostranze degli ambientalisti e oggi anche dei politici del Movimento 5 Stelle.
L'esposto contro il Presidente della Provincia è stato depositato dal vicepresidente della Camera Sergio Costa, con le deputate Carmen Di Lauro e Susanna Cherchi e la senatrice Gisella Naturale.
È lo stesso Costa, contattato dalla redazione, a spiegare le motivazioni della denuncia: «C'è un accanimento contro gli orsi di natura elettorale, non politica. La differenza è enorme. In Trentino la popolazione si trova in uno stato di "stress da orso" e in conseguenza di questo clima si crea anche un bacino elettorale all'interno della comunità. Se si volesse fare politica, invece, si applicherebbe il Pacobace per intero, si ascolterebbero le attività produttive e così si proverebbe ad aiutare la popolazione».
Onorevole, perché secondo lei la Provincia non avrebbe dovuto uccidere M91?
L'articolo 544 bis del Codice Penale punisce con la reclusione da quattro mesi a due anni chiunque uccida un animale «senza necessità», e in questo modo è stato ucciso M91. C'era davvero la necessità di abbattere un orso quando stava per andare in letargo? Il decreto è stato redatto proprio in prossimità del letargo, e dato che l'animale era radiocollarato la Provincia sapeva perfettamente dov'era. Non c'è stata casualità, ma ricerca. Il problema della gestione degli orsi in Trentino però va ben oltre questo singolo caso.
L'obiettivo finale di questa denuncia è far rientrare il conflitto uomo-animale che in questo momento è altissimo. Io non cerco un colpevole, e non ho nulla di personale contro Fugatti, voglio fermare questa modalità di azione e la visione politica che c'è dietro. Questo è il grande tema. È il momento di chiedere conto di tutte le ordinanze e i decreti che sono stati firmati, sapendo che l'orizzonte non era il benessere del territorio, perché altrimenti non si sarebbe agito in questo modo.
La Provincia però per tutti gli abbattimenti di orso eseguiti in questi anni, compreso quello di M91, si è sempre appellata al Pacobace, il documento di riferimento per la gestione dell'orso bruno nelle Alpi Centro-Orientali, che prevede anche l'abbattimento.
Il Pacobace è stato firmato da soggetti politici ma redatto da tecnici esperti e non riduce né la vivibilità del territorio, né la capacità dell'orso di essere orso. Cerca un equilibrio, ma se poi non lo si applica in tutte le sue parti come si fa a sostenere l'orso mette in pericolo l'essere umano? Il Pacobace stabilisce in buona sostanza qual è il comportamento da tenere per equilibrare il rapporto tra l'orso e le realtà del territorio, di cui fanno parte anche le attività agricole. Stabilisce, ad esempio, di mettere i cassonetti anti orso per evitare che i rifiuti li attirino nei paesi rendendoli confidenti. L'orso è un animale elusivo nei confronti dell'essere umano e quando può ci evita, ma se ci sono delle risorse alimentari così facilmente disponibili non si terrà lontano.
Il Pacobace non è stato rispettato, e l'ho vissuto in prima persona: quando ero ministro dell'Ambiente mi sono messo a disposizione con risorse nazionali ed europee per poter concretizzare al meglio il Piano, e mi è stato risposto di no.
La Provincia rifiutò l'offerta del Ministero?
Sì è così. Quando ero un ministro della Repubblica mi proposi di realizzare il Pacobace iniziando da ciò che mancava, a cominciare dai cassonetti anti orso fino ai radiocollari satellitari per monitorare gli spostamenti degli animali, compresi i corridoi ecologici. Io ho offerto le risorse del Ministero, messe a disposizione anche dall'Unione Europea proprio per questi scopi, e in cambio la Provincia avrebbe dovuto curare la progettazione. Ho proposto anche di avviare un lavoro sperimentale per individuare le valli a maggiore e a minore rischio, ma è stato sempre un continuo no, no, e ancora no.
Come Comitato nazionale per l'ambiente, la tutela dell'agricoltura e gli animali del Movimento 5 Stelle, di cui lei è coordinatore, avete scritto anche alla Commissaria europea all’Ambiente Jessika Roswall.
Sì, questa mattanza deve arrivare sui tavoli del procuratore della Repubblica e dell'Unione Europea perché si apra una discussone. Chiediamo che venga fatta una verifica ispettiva sul comportamento della Provincia soprattutto in relazione alla legge provinciale 11 luglio 2018, n. 9 che consente di uccidere 8 orsi all'anno. Non è stato fatto un monitoraggio attendibile su base genetica e di conseguenza non si può mettere a rischio la popolazione italiana di orsi, uno sbilanciamento andrebbe a incidere anche su quella europea, rientra quindi tra le competenza dell'Ue aprire un fascicolo ispettivo per capire che sta succedendo in Trentino. In altre parti del mondo questo problema non c'è, allora devo pensare che sia una questione elettorale. E torniamo sempre allo stesso punto: si fornisco le paure, si coltivano, e tutti applaudono.