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16 Gennaio 2025
14:19

Il Ministero dell’Agricoltura non nominerà un commissario per Enci. Caramiello (M5S): «Malagestione del Ministero»

Il Ministero dell'Agricoltura rispondendo sul caso aperto dopo l'inchiesta di Report ha fatto sapere che non nominerà un commissario per l'Enci. La risposta del Sottosegretario D'Eramo non ha soddisfatto il deputato del Movimento 5 Stelle Alessandro Caramiello che denuncia la «malagestione del Ministero su Enci» e annuncia un prossimo question time in Parlamento rivolto direttamente a Lollobrigida.

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Il Ministero dell'Agricoltura ha fatto sapere che non nominerà un commissario per l'Ente Nazionale Cinofilo Italiano (Enci), recentemente finito al centro dell'inchiesta del programma di Rai2 Report. Il sottosegretario al Ministero, Luigi D’Eramo, in Commissione Agricoltura alla Camera ha dichiarato che: «Ad oggi non sono emerse nuove o ulteriori irregolarità o ragioni di maltenuta dei libri genealogici tali da condurre il Ministero alla nomina di un commissario per la gestione del libro genealogico dei cani di razza, vista la verifica fatta nel 2023».

L'intervento però non ha soddisfatto il deputato del Movimento 5 Stelle Alessandro Caramiello, promotore dell'interrogazione diretta al Dicastero. Raggiunto dalla redazione, Caramiello spiega: «La risposta non è esaustiva. Il Sottosegretario si focalizza soltanto sul libro genealogico, mentre noi abbiamo ricordato che i due consiglieri di collegamento non hanno mai relazionato al Ministero. Inoltre, se ci sono 400 pedigree sono falsi che hanno generato altri migliaia di pedigree falsi si deve intervenire. Già solo questo basterebbe per commissariare L'Enci e accendere un faro sulla sua gestione».

Come è scoppiato il caso Enci sui pedigree

L'inchiesta della giornalista Giulia Innocenzi andata in onda il 5 gennaio ha puntato i riflettori sull'Enci, l'unico ente in Italia abilitato per legge a emettere pedigree legittimi. Il pedigree è un documento molto importante nel mondo cinofilo perché riporta la precisa genealogia dei cani di razza ed è indispensabile per poterli commerciare. Difatti un Bassotto, un Labrador Retrivier e qualsiasi altro cane appartenente a una delle razze riconosciute in Italia non può essere venduto come tale se è privo di pedigree. La presenza del pedigree quindi fa aumentare significativamente il prezzo di un cane quando si va ad acquistarlo da un allevatore, il quale a sua volta paga una quota per essere riconosciuto all'interno del circuito Enci.

L'inchiesta però ha rilevato la presenza di un gran numero di pedigree falsi in circolazione e anche alcuni casi di maltrattamento ai danni di cani in alcuni allevamenti certificati Enci. Queste notizie hanno acceso i riflettori sul ruolo di vigilanza che il Ministero dovrebbe esercitare sull'Enci attraverso i suoi consiglieri. «Enci e Masaf sono legati a doppio filo», rileva Caramiello.

Il Ministero dell'Agricoltura si difende: «Attività di Enci conformi»

Nel corso del suo intervento di mercoledì 15 gennaio, il Sottosegretario D’Eramo ha ricordato che l’Enci «è un ente privato riconosciuto, dotato di un proprio statuto e sottoposto alla vigilanza del Masaf solo per l’attività di tenuta dei registri anagrafici e libri genealogici. La funzione di tenuta è soggetta al potere di vigilanza del Masaf che interviene in via sostitutiva con la nomina di commissari ad acta laddove si verifichino fatti che ledono o pongano in pericolo la corretta gestione dei libri genealogici. Eventuali comportamenti scorretti da parte dei soci attengono alla responsabilità dei soci stessi in forza alle autodichiarazioni sottoscritte e tra l’altro, il Masaf non esercita controlli finanziari e contabili su un patrimonio privato e l’Enci non beneficia di pubblica erogazione».

Proprio in ragione della sua funzione di vigilanza il Ministero nel 2023 aveva avviato delle verifiche circa l'operato dell'ente, senza però rilevare alcuna situazione problematica e chiudendo di conseguenza la questione. «Dopo alcune segnalazioni sui libri genealogici sul cane di razza il Masaf ha provveduto a effettuare delle verifiche e le modalità di controllo dell’Enci sono risultate adeguate – ha riferito D’Eramo – Nel complesso quindi le procedure adottate sono state ritenute idonee. Poi, a ottobre 2023 una commissione ministeriale ha fatto una ulteriore verifica in loco ed è stata confermata la conformità della struttura e delle attività svolte. La Commissione ha constatato anche una evoluzione significativa dei controlli effettuati dall’ente».

Il quadro fornito dal Ministero però non ha convinto Caramiello, il quale ha annunciato un prossimo question time in Parlamento diretto al ministro Francesco Lollobrigida, «sempre si degnerà di venire», ha sottolineato il deputato.

Caramiello: «Non lasceremo perdere»

Caramiello rileva l'opacità della risposta di D'Eramo: «È vero che l'Enci è un ente privato, ma il Ministero non può limitarsi a vigilare solo sul libro genealogico. Abbiamo due consiglieri di collegamento tra Enci e Masaf che però non hanno mai relazionato al Ministero. Se è vero che ci sono 400 pedigree falsi che a loro volta hanno generato altre migliaia di pedigree falsi si deve intervenire. Già questo basterebbe per commissariare per l'Eenci».

Il deputato del Movimento 5 Stelle fa sapere di voler proseguire il confronto sull'operato del Ministero: «Sto ricevendo decine di segnalazioni e torneremo sul tema perché il Sottosegretario non è stato esaustivo. Continueremo a sollecitare il Ministro per un commissariamento di questo ente privato ma vigilato dal Masaf, dove quest'ultimo ha un ruolo fondamentale sul maltrattamento degli animali, sulla gestione dei pedigree. Non può fare finta che le problematiche sollevate non esistano».

Per Caramiello il problema è a monte, negli uffici stessi del Dicastero retto da Lollobrigida: «I consiglieri di collegamento non vanno ai consigli direttivi dell'Enci eppure dovrebbero andarci per poi relazionare il Ministro, ma fino ad ora non è successo. Si sarebbe dovuto vigilare sul buon andamento di Enci e non è stato fatto, ma noi continueremo a insistere».

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