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15 Novembre 2024
16:39

Il governo gallese vuole creare più aree “dog-free”: perché c’è questa strana proposta nel piano antirazzismo

Creare aree "dog-free" cioè libere da cani nelle aree verdi del Galles. É la strana previsione contenuta nel piano d'azione antirazzismo del governo gallese che ha fatto storcere il naso a molti amanti degli animali.

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Creare aree "dog-free" cioè libere da cani nelle aree verdi del Galles. É la raccomandazione del piano d'azione antirazzismo a cui il governo gallese lavora dal 2022.

Ma cosa c'entra l'interdizione delle aree cani con le politiche anti razzismo? All'apparenza nulla. Similmente a quanto accade in altri paesi, anche in Gran Bretagna e Galles il documento è stato usato per accogliere materie che non sono strettamente connesse. Tuttavia possiamo seguire il percorso che ha portato a inserire previsione all'interno di un documento che mira a combattere il razzismo.

Perché il piano contro il razzismo vuole creare aree dog free

Nel giugno del 2022 il governo gallese ha lanciato il Piano d'azione antirazzista per il Galles, ma nell'originaria formulazione non erano presenti i settori relativi a cambiamento climatico e ambiente. Solo di recente il piano è stato esteso fino ad accogliere la previsione di fattori ambientali che possano influire sul razzismo. Per approfondire la materia nel 2024 è stato chiesto al movimento Clima Cymru BAME di realizzare uno studio finanziato dal governo gallese.

I ricercatori hanno quindi avviato un dialogo all'interno delle comunità con focus sulle esperienze di razzismo in relazione al cambiamento climatico. Il risultato di quel lavoro è un lungo resoconto di testimonianze di persone appartenenti alle minoranze etniche del Galles che parlano del loro vissuto e forniscono idee circa i cambiamenti climatici e le questioni ambientali.

«Nel complesso – scrivono gli studiosi – i risultati suggeriscono che la comprensione dell'ambiente e dei cambiamenti climatici non varia in base all'etnia», tuttavia secondo gli autori del report esistono delle «barriere per le minoranze etniche quando visitano gli spazi verdi». Per superarle sono state fornite una serie di raccomandazioni, come creare una strategia di comunicazione che aiuti a colmare il divario tra la minoranza etniche e le iniziative di coltivazione del cibo, e incoraggiare un maggior numero di persone appartenenti a minoranze etniche locali a fare volontariato nel settore ambientale.

A queste si aggiunge la previsione di «creare aree per l'agricoltura urbana e aree dog-free negli spazi verdi locali», senza però spiegare in dettaglio in che modo le zone libere dai cani aiuterebbero l'inclusione e contrasterebbero il razzismo.

Le reazioni dei media e non solo

La notizia è subito rimbalzata sui media locali e non solo. A stupire è la proposta in sé, percepita come contrastante con il sentimento comune che considera sempre di più gli animali parte integrante delle famiglie e della società occidentale, ma anche la sua stessa collocazione all'interno di un documento nato con il presupposto di combattere il razzismo in tutte le sue forme.

«Per favore ditemi cosa c'entrano i cani con il razzismo», si chiede un'utente gallese su un gruppo di amanti dei cani. Alcuni però hanno colto un'ironia in questa previsione apparentemente priva di senso: «Come diavolo si fa a vietare i cani per combattere il razzismo? Finora non ho mai incontrato un cane razzista!». Ora sta al governo gallese a rispondere ai cittadini.

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