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Per oltre mezzo secolo, il falco pescatore era completamente scomparso dalle scogliere di Tavolara. Ma oggi, con grande soddisfazione di ornitologi e conservazionisti, questo maestoso rapace migratore è finalmente tornato per nidificare sull'isola al largo della Sardegna nord-orientale. Durante una delle consuete attività di monitoraggio condotte nel mese di marzo, il personale dell'Area Marina Protetta Tavolara – Punta Coda Cavallo ha infatti scoperto la presenza di ben due coppie, che hanno scelto di costruire il loro nido e mettere su famiglia proprio sull'isola, dove la specie era assente come nidificante dagli anni 60 del secolo scorso.
Un ritorno atteso da decenni
Entrambe le coppie hanno scelto di nidificare in due aree strategiche: una nella Zona A della riserva, l'altra nei pressi della base militare di Punta Timone. Entrambe le zone sono soggette a una rigida protezione ambientale che limita di parecchio la presenza umana, permettendo così ai rapaci di nidificare e crescere i propri piccoli in tutta sicurezza e con il minimo disturbo. Uno dei nidi utilizzati dai falchi pescatori, tra l'altro, è artificiale e risale al progetto di reintroduzione avviato anni fa in collaborazione con il Parco Regionale della Corsica.
L'iniziativa decennale, portata avanti da numerosi enti e associazioni anche in altre aree d'Italia col Progetto Falco Pescatore, mirava proprio a incoraggiare il ritorno della specie nelle aree di nidificazione storiche e ormai abbandonate da tempo. Questo ritorno rappresenta quindi un ulteriore traguardo per l'ambizioso progetto di conservazione che ha visto il falco pescatore tornare a riprodursi in Italia e in altre aree delle Sardegna, come nel Parco Naturale Regionale di Porto Conte e nell'Area Marina Protetta di Capo Caccia – Isola Piana.
Un rapace simbolo della conservazione in Italia
Il falco pescatore (Pandion haliaetus) è una specie migratrice diffusa in numerose regioni del mondo, che si distingue dalla maggior parte degli altri rapaci soprattutto per le sue straordinarie abilità di caccia: si nutre quasi esclusivamente di pesce, che cattura con spettacolari picchiate in acqua. Grazie alle zampe possenti e artigli grandi uncinati, riesce così ad afferrare le sue prede con precisione, grazie anche alla particolare struttura delle sue zampe, che gli permette di ruotare all'indietro un dito per migliorare la presa.
In Italia, questa specie ha subito un declino drammatico a partire dalla metà del Novecento, a causa della distruzione degli habitat, del bracconaggio e dell'uso di pesticidi. Storicamente presente in diverse zone costiere e nelle isole, la specie ha così smesso di riprodursi nel nostro Paese, fino agli ultimi decenni, quando grazie proprio ai progetti di reintroduzione e tutela degli habitat e dei siti storici, il rapace iniziato un lento, ma significativo ritorno, con la prima storica coppia nidificate registrata nel 2011 nel Parco della Maremma, in Toscana.