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20 Marzo 2025
13:25

Il caso di Cadabomb Okami, il cane più costoso del mondo. La denuncia dell’allevatore: “Importato illegalmente”

Arriva la denuncia di un allevatore nei confronti di S Satish, l'imprenditore che ha dichiarato di aver comprato negli Stati Uniti un ibrido nato dall'incrocio tra un lupo e un Pastore del Caucaso. Mentre però ci si interroga sulla totale mancanza di etica e sul rischio di creare una moda in tal senso, ci si dimentica dei 50 milioni di cani liberi che vivono in India e del rischio ancora molto presente di contrarre la rabbia.

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Banuchandra Hosmani, allevatore che fa parte del KCI (Kennel Club of India) ha denunciato S Satish, l'uomo che ha dichiarato di aver speso 5 milioni di dollari per l'acquisto di Cadabomb Okami, un animale che è stato definito "un mix tra un lupo e un Pastore del Caucaso" e che è stato indicato come "il cane più costoso al mondo".

“Richiediamo un'azione immediata in merito all'importazione illegale, alla promozione e al possibile contrabbando di cani lupo ibridi in India. Un'attività in chiara violazione del Wildlife Protection Act che è proibita senza il consenso esplicito del responsabile della fauna selvatica”, ha dichiarato Hosmani che si è rivolto alle autorità locali perché si faccia luce su tutta l'attività di S Satish, sedicente allevatore di cani ma in realtà collezionista di animali "unici" sui cui fare business che non è la prima volta che usa un animale per ottenere guadagni enormi sull'esposizione poi dei soggetti di fronte al grande pubblico che attira attraverso la promozione sui social.

Il caso specifico è quello di Cadabomb Okami, un cane che l'uomo dice di aver importato dagli Stati Uniti, dopo aver sborsato la cifra inimmaginabile per chiunque e per qualsiasi motivo, al fine di ottenere un nuovo ‘oggetto' per catturare l'attenzione delle persone che poi partecipano a eventi in cui gli animali vengono mostrati e dove per ottenere uno scatto insieme a loro si pagano cifre che vanno dai 3000 ai 10 mila dollari. 

"Gli attivisti dovrebbero mettere in discussione la possibilità che una razza di cani completamente nuova emerga a causa dell'incrocio con razze straniere – ha dichiarato in un'intervista rilasciata al sito "Happy Pet" il membro del kennel club indiano –  Questo soggetto potrebbe portare a una linea di sangue completamente nuova che potrebbe essere pericolosa per i cani e incoraggiare al contempo l'allevamento illegale e non etico”.

Hosmani sta facendo una dura campagna contro quanto accaduto anche a colpi di post sul suo account social, in cui ha chiaramente detto come la pensa e la sua posizione  sta diventando l'unica voce che in India ha tirato fuori il problema dello sfruttamento degli animali, dei cani nello specifico, per fini che non hanno alcun altro scopo se non gli interessi economici di personaggi come Satish.

Il dato di fatto, però, è che la polemica sta prendendo piede appunto nel mondo dell'allevamento e nessuno invece sta sollevando un aspetto fondamentale proprio dal punto di vista etico che riguarda un Paese che ha il più alto numero di cani liberi al mondo. L'India è infatti la culla della relazione non mediata dalla proprietà tra cani e umani e la questione della convivenza tra milioni di individui liberi  – sia lato umano che canino – rimane del tutto marginale di fronte a una storia che invece sta catturando l'attenzione pubblica a livello mondiale.

Nel Paese si stima che vivono più di 59 milioni di cani liberi tra padronali, randagi e inselvatichiti e la rabbia è una malattia ancora da debellare. Gli studi sui cani randagi indiani, poi, hanno restituito dal punto di vista etologico analisi interessantissime per comprendere il comportamento del "miglior amico dell'uomo" e fa come minimo riflettere che in una società abituata appunto alla convivenza con il cane poi ci siano tante persone che si fanno abbindolare da fenomeni di puro marketing come quello lanciato da S Satish.

Lo stesso sito "Happy pet", del resto, è un hub in cui vengono messi in evidenza i cani di razza e eventi cinotecnici in cui i cani vengono fatti sfilare e venduti, principalmente. La questione morale ed etica, dunque, è a valle e non a monte del caso specifico e dovrebbe portare tutti gli amanti dei cani a chiedersi che senso abbia tutta questa operazione prettamente commerciale che invece potrebbe vertere sul senso di rispetto e responsabilità che, in generale, bisogna avere nei confronti di questi animali e, magari, utilizzare questa notizia spingendo le persone a rispettare i cani di strada e, allo stesso tempo, a invitare le istituzioni a provvedere a campagne di vaccinazione e tutela dei cani liberi in strada.

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