Si procederà, si spera, con la riapertura delle indagini e un rinvio a giudizio per accertare davvero come sono andate le cose nel caso denunciato dalla signora di Treviso che ha raccontato a Kodami cosa è accaduto alla sua Bassotta Nina dopo averla lasciata dalla «dog sitter di fiducia». La cagna le è stata "restituita" in un'urna, di lei non rimanevano altro che le ceneri.
Il pm ha archiviato il caso, ma Stefania Guadagna non ha perso le speranze di riuscire a capire davvero cosa sia successo e sta cercando testimonianze ulteriori su altri animali morti dopo essere stati nelle mani della stessa persona. La sua ricerca ha portato già a far emergere altri episodi simili, tra cui quello della tragica fine di un Golden Retriever il cui corpo però è stato recuperato e l'autopsia ha decretato che, sempre secondo quanto ci ha riferito la signora, «era deceduto a causa di un collasso del polmone, verosimilmente perché era rimasto al sole senza acqua né cibo».
La cronaca su questa vicenda dai contorni tetri proseguirà, in attesa di sapere se il ricorso presentato da Guadagna per riaprire le indagini sarà accolto o meno. Ma a noi tutti che viviamo con un cane, rimane addosso un senso di vacuo terrore solo immaginando di trovarci in una situazione simile.
Lasciare il proprio compagno animale per un periodo di tempo più o meno lungo è una scelta che può dipendere da diverse ragioni. Nel caso specifico la donna doveva andare in vacanza e ha preferito non portare con sé i suoi due cani e ha dichiarato che si sentiva tranquilla a farli rimanere con la dog sitter che conosceva da anni e con cui mai nessun problema si era sollevato in precedenza. Anche l'altro animale, però, è stato recuperato poi in pessime condizioni di salute e in un luogo in cui erano custoditi definito «sporchissimo e pieno di escrementi. Pluto era catatonico, tanto che all'inizio non mi ha riconosciuta, ma quando lo ha fatto ha iniziato a piangere».
In attesa dell'accertamento della verità, però, il punto è che questa vicenda lascia addosso una sensazione di imponderabile. Ci si sente attoniti rispetto a quanto accaduto e si rimane paralizzati di fronte alla domanda delle domande: come si fa allora a capire come identificare una persona responsabile, attenta e capace a cui ci si possa affidare nel caso in cui per un qualsiasi motivo si sia nell'impossibilità di portare il cane con sé?
E arriviamo così al nodo della questione che può essere sciolto solo se si conosce un dato di fatto: la maggioranza delle persone che fanno questo tipo di servizio non ha né arte né parte. In Italia non è del resto riconosciuta la figura del dog sitter e chi pratica questa attività non ha alcun titolo per farlo, sebbene sarebbe invece importantissimo dar valore alla specializzazione in materia, riconoscerla e valorizzarla appunto come professione.
Ma, ad oggi, non esiste nemmeno un albo ufficiale nazionale o anche a livello locale. Giusto la Regione Piemonte, recentemente, ne ha istituito uno e non senza strascichi legati proprio all'identificazione delle necessarie capacità, visto che c'è voluto l'intervento di professionisti cinofili per far inserire nell'elenco le principali categorie che dovevano esserci "di diritto" e che invece erano state escluse: educatori e istruttori cinofili e non più solo addestratori diplomati come era stato previsto.
Nel resto del Paese latita qualsiasi normativa al riguardo e di cani ne spariscono e muoiono non solo in situazioni improvvisate di stalli casalinghi ma anche in pensioni allestite alla "buona e meglio" in cui non vi è alcun rispetto del benessere animale o anche solo dei più elementari dettati legislativi che, in quest'ultimo caso, ci sono eccome.
Dunque tutto rimane in balia di "sensazioni" che si possono provare nei confronti della persona che abbiamo scelto? Beh no, ci sono sicuramente importanti valutazioni da fare e elementi a cui prestare attenzione e già solo nel caso di Treviso il fatto che la signora non ricevesse foto o video dei cani doveva metterla in un allarme tale da rientrare prima o, almeno, da far andare qualcuno sul territorio per verificare la situazione, ad esempio.
Ma andiamo per gradi e proviamo ad uscire dal caso specifico, cercando di fare un elenco proprio basico di considerazioni fondamentali che devono portarci o meno alla scelta di una persona piuttosto che di un'altra.
Prima di tutto lasciare Fido a chi si spaccia per un "amante dei cani" ma che non ha nessuna competenza nel campo dell'etologia canina, che sia anche un corso da dog sitter che ormai è proposto da numerose scuole cinofile in tutta Italia, è il primo errore da non compiere. Perché sì: l'amore per gli animali non può essere il "titolo" ma è l'elemento ovvio, basilare che dovrebbe avere chi fa questo tipo di servizi, ca va sans dire.
Poi importantissimo è recarsi nel luogo dove l'animale sarà ospitato e conoscere nel dettaglio con chi altri sarà nel periodo in cui sarete assenti. Perché ci sono stati casi altrettanto orribili di animali morti per aggressione di altri ospiti ed è sempre l'incompetenza di chi li ha detenuti il fattore scatenante di quelle che sono vere e proprie tragedie.
Sapere dove dorme, con chi eventualmente condivide lo spazio è dunque il minimo di cui dovrete preoccuparvi perché anche avendo avuto queste informazioni dovrete poi avere da parte della persona a cui vi siete affidati non solo foto e video. Fate qualcosa in più: chiedete il "consenso" a poter effettuare videochiamate random che farete voi in cui dovranno mostrarvi in quell'esatto momento cosa Fido sta facendo. Se una persona non accetta questo tipo di "ingerenza" e qualora così la definisca, bene: non fidatevi. Chi non ha nulla da nascondere non può che sentirsi a sua volta più sereno nel sapere che ha risposto a una vostra necessità che riguarda il benessere del cane, elemento che dovrebbe interessare anche a chi fa questo lavoro.
Scegliete qualcuno che ha cura solo del vostro animale, comunque. Proprio nel caso di dog sitter e non di pensioni, infatti, dovrebbe essere la principale ragione per cui si sceglie questa tipologia di ospitalità. Una sola persona che badi solo al vostro o ai vostri cani è la migliore carta da giocale e l'ideale sarebbe che lo faccia trasferendosi a casa vostra nei giorni di assenza. Cambiare casa, infatti, per Fido non è mai bello ma qualora però abbiate optato per affidarlo a una pensione casalinga, fategli prima fare un periodo di adattamento che valga come test sull'affidabilità della persona.
Organizzatevi per tempo, soprattutto. Ci sono molti dog sitter o gestori di pensioni che operano al meglio e che spesso si ritrovano con richieste assurde di persone che la settimana prima di ferragosto, per fare un esempio, si "ricordano" che non possono portare il cane con sé per le vacanze e cercano una soluzione immediata. Ecco, diciamolo: non ci sono solo affaristi senza scrupoli che fanno business sui cani ma anche persone di riferimento poco attente alle necessità di Fido e che credono che possa stare con chiunque senza preoccuparsi di ciò che possa accadergli.