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7 Febbraio 2025
12:25

Il Carlino di Biancofiore primo cane in Senato. “Un peluche che non morde”, simbolo di ciò che la politica non fa per gli animali

Puggy, la cagnolina brachicefala della Senatrice Biancofiore, è - in deroga al regolamento che ancora non è entrato in vigore - il primo animale a entrare a Palazzo Madama dopo la scelta del presidente La Russa di far accedere i colleghi con animali a seguito. Ma è davvero questo ciò che interessa agli italiani che hanno un quattro zampe in famiglia? E quanto è davvero utile rispetto alla continua assenza da parte dello Stato nel promuovere campagne di adozione consapevole per svuotare i canili?

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Il primo cane a entrare in Senato è un bel brachicefalo: il Carlino di Michaela Biancofiore che ha subito sottolineato che Puggy "è una specie di pelouche". Un ‘bel messaggio' per dare il via a questo nuovo corso a Palazzo Madama, che non dà alcun valore alla relazione con un cane o che aiuti a sensibilizzare gli italiani: parlare di un cane che fa parte di una razza sottoposta a una selezione talmente estrema da causare gravi patologie all'animale e pure paragonandolo a un pupazzo senza emozioni, cognizioni. Praticamente un oggetto senza personalità.

Il regolamento stabilito dai questori per far sì che i senatori possano portare il proprio animale domestico a Palazzo Madama, poi, secondo l'AdnKronos, non è ancora in vigore e il via libera per la politica trentina "è arrivato grazie a una deroga".

Il grande risultato che viene sbandierato da chi ha preso questa decisione e chi ne ha subito approfittato è poi pure di erigersi a rappresentanti del "sentimento generale degli italiani che sempre più spesso hanno a cuore il proprio animale domestico e preferiscono averlo accanto", secondo Biancofiore che ci ha tenuto anche e soprattutto a ringraziare Ignazio La Russa, presidente del Senato, che è stato il fautore di questo cambiamento.

Certo, se la si vede come esempio per la comunità e non come mossa populista per attirare l'attenzione di chi ‘ama gli animali' a senso unico, ovvero pensando solo al benessere che questi ultimi apportano nella nostra vita e non specificamente al loro, il gioco vale la candela. Questo Governo ha puntato molto sul farsi paladino della tutela del sentimento delle persone verso gli animali e non sul viceversa, ovvero puntando al benessere di questi ultimi in quanto tali. Pensiamo del resto solo a quante volte Salvini posta notizie e si fa vedere con cani e gatti e quanto ha insistito nella comunicazione per l'inasprimento delle pene inserito nel codice penale per chi abbandona animali in strada che è un fenomeno sempre più desueto, visto che ormai la prassi è quella della ‘cessione di proprietà' così come prevista dalla legge 281/91.

Il punto, infatti, è proprio questo: sono migliaia i cani (e ci limitiamo a questa specie, perché nei gattili abbondano pure i piccoli felini senza famiglia ovviamente) che ormai vengono scaricati in canili e rifugi grazie a questo istituto previsto dalla Legge quadro sul randagismo e che consente di farlo appunto legalmente, senza bisogno di incorrere in alcun reato. Insomma, l'immagine del cane legato al palo è una narrazione che sì ancora esiste, ma il punto è che bisogna raccontare come stanno davvero le cose oggi agli italiani. E al posto di fare propaganda sul ‘che bello portare il cane sul posto del lavoro' e dare il buon esempio partendo dai luoghi istituzionali, sarebbe meglio che in Parlamento chi di dovere si concentri davvero per svuotare i canili.

Ma poi cosa ne pensano davvero gli italiani che hanno un cane a casa del fatto che i Senatori possono portare Fido o micio a Palazzo Madama? Davvero per chi ama un animale è un qualcosa che cambierà il loro stile di vita? Biancofiore cita due grandi aziende (bella pubblicità, anche!) e afferma che gli animali possono già accedere "negli uffici di tanti comuni italiani come a Verona, a Cremona, Milano e nelle corsie degli ospedali e nelle rsa", mettendo insieme situazioni diverse e facendo di tutta un'erba un fascio, mentre la totalità dei cittadini non ha alcun accesso non solo al posto di lavoro con animale a seguito, ma nella vita di tutti i giorni deve affrontare la difficoltà di frequentare anche i luoghi pubblici che sono perennemente vietati.

Dunque, era davvero questo il passo fondamentale da fare per migliorare la vita delle persone che hanno un animale in famiglia e per il benessere degli animali in generale? Pensiamo di no, e allora proviamo a dare qualche consiglio a chi governa il Paese su come potrebbero far sì che questa novità sia davvero utile a persone e animali in Italia.

Partiamo da Puggy, ad esempio. Al posto di raccontare che è "è stata buonissima" e  che "non sa cosa significa mordere" – come ha dichiarato Biancofiore – puntiamo su di lei perché possa diventare la testimonial, anche se suo malgrado, di una corretta campagna di informazione volta alla conoscenza delle patologie legate ai cani brachicefali, invitando le persone a conoscere quanta manipolazione genetica è stata operata dall'uomo per fini solo estetici e come ciò causi a questi animali numerosi problemi di salute. Un punto di partenza per la senatrice potrebbe essere #BreedToBreathe: la campagna di informazione dell’associazione dei veterinari inglesi che coinvolge non solo i medici ma tutti gli attori di un mondo che gravita intorno all’allevamento, commercio e anche diffusione delle immagini di questi cani.

Poi, passiamo all'argomento più spinoso che si continua a non affrontare in maniera seria sugli scranni dell'intero Parlamento e da qualsiasi prospettiva dell'emiciclo, tanto a Palazzo Madama quanto a Montecitorio: la giacenza, proprio come se fossero merci avariate, di "oltre 100.000 esemplari nei canili italiani", un dato che ha comunicato lo scorso ottobre il Sottosegretario alla Salute con delega alla sanità animale, Marcello Gemmato, durante una conferenza stampa di presentazione dei risultati della campagna di controlli condotta dal Comando Carabinieri per la Tutela della Salute (NAS) a tutto spiano, andando a controllare non solo canili e gattili ma anche strutture ricettive, allevamenti e centri di addestramento, negozi di animali e pet food in tutto lo Stivale.

A numeri così importanti corrispondono esseri viventi di cui le Istituzioni poco parlano e che nell'immaginario collettivo, solo perchè finiti dietro un box, ancora vengono percepiti come animali difficili, di cui avere diffidenza, della serie "se qualcuno li ha abbandonati è perchè sono cattivi, irrecuperabili… chissà che problemi hanno!".

Nei canili ci sono cani che aspettano solo di essere conosciuti ma se le strutture stesse sono ancora percepite come luoghi di prigionia a cui è difficile accedere e in cui se si va si pensa di vedere solo sofferenza nulla cambierà. Si continueranno a comprare cani di moda, animali sponsorizzati da pseudo influencer e che vanno a finanziare un mercato che fa business sulla salute dei cani e che punta ai soldi dei cittadini. Un portafogli, poi, che già viene svuotato puntualmente dallo Stato stesso perché bisogna tutti ricordare che i canili li paghiamo noi, con le nostre tasse.

Ecco, speriamo che Puggy e gli altri animali ‘fortunati' che entreranno nei corridoi di Palazzo Madama siano almeno ambasciatori e consiglieri della causa che li lega ai loro simili cui, come loro del resto, poco importa entrare in un bel palazzo o in un ufficio ma sicuramente per loro conta trovare una casa in cui vivere, lontano dal freddo cemento di un box in canile.

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