Un vero eccidio, a opera di un governo conquistatore nei confronti di una comunità autoctona il cui patrimonio, anche affettivo, principale erano i cani. E per questo furono sterminati.
Dopo più di 70 anni il governo canadese si è scusato con gli Inuit del Quebec settentrionale per l'uccisione di massa dei cani da slitta avvenuta negli anni 50 e 60, attraverso le parole di Gary Anandasangaree, ministro federale per le relazioni tra la Corona e gli indigeni, che era in visita nella regione di di Nunavik proprio per risolvere questa annosa questione rimasta in sospeso per decenni. Il rappresentante del governo, inoltre, ha promesso un risarcimento di 45 milioni di dollari canadesi (32,19 milioni di dollari).
L'eccidio dei cani da slitta degli Inuit portò letteralmente alla devastazione della stessa comunità, avendola così privata della possibilità di andare a caccia alle foche e ai caribù e di spostarsi sul territorio.
I cani uccisi dai canadesi furono massacrati principalmente dalla Royal Canadian Mounted Police (RCMP) e, come è stato riportato in una nota ufficiale della comunità Inuit, «l'ingiustificata uccisione dei cani da slitta ha causato insicurezza alimentare ed economica e ha comportato la perdita dei tradizionali modi di accesso alla terra, oltre a causare ferite emotive profonde e durature».
La polizia a cavallo canadese, dopo un'indagine interna sull'uccisione dei cani da slitta nel 2006, dichiarò che la strage dei cani era avvenuta «nell'interesse della sicurezza pubblica» ma già nel 2011 il Quebec si era scusato per quanto avvenuto nella zona del Nunavik da parte della polizia e del governo negli anni in cui fu perpetrato lo sterminio dei cani da slitta.
«A nome del governo del Canada e di tutti i canadesi, mi dispiace. Vi preghiamo di perdonarci. E' stato un tradimento orribile … non avrebbero dovuto volerci decenni prima che il Canada chiedesse scusa agli Inuit del Nunavik». Sono state queste le parole del Ministro pronunciate in un discorso durato 15 minuti che è stato accolto con una standing ovation da molti dei presenti.
Il Canada ha presentato ufficialmente la sua ammissione di colpa e le doverose scuse solo ora, nonostante 14 anni fa Jean-Jacques Croteau, ex giudice della Corte superiore del Quebec, pubblicò un rapporto in cui era accertato che agenti della polizia provinciale canadese avevano ucciso più di 1.000 cani nel Nunavik «senza alcuna considerazione della loro importanza per le famiglie Inuit». In quella occasione era venuto alla luce anche che il governo federale era al corrente dell'accaduto e non solo non aveva fermato l'eccidio o condannato poi chi lo aveva eseguito ma la strage era stata considerata come fondamentale perché si attuasse l'obbligo della frequentazione delle scuole da parte della comunità indigena.
Pita Aatami, presidente dell'organizzazione che rappresenta gli Inuit nel Nunavik, ha dichiarato che i 45 milioni di dollari saranno destinati alla cultura della convivenza con i cani nella regione e «a tutto ciò di cui le persone hanno bisogno per allevarli».