Quando pensiamo agli animali che si mimetizzano, immaginiamo insetti che sembrano foglie, prede che grazie a colori e pattern perfettamente fusi col paesaggio si rendono indistinguibili dall'ambiente circostante e predatori che si camuffano con la vegetazione o substrato. Ma allora perché il barbagianni, che si muove e caccia nell'oscurità, è così evidente di notte con quel suo piumaggio bianco? Secondo un nuovo studio, il più visibile tra tutti i predatori notturni ha sviluppato la straordinaria capacità di "camuffarsi" sfruttando la luce della Luna. Un fenomeno che non solo sorprende per la sua unicità, ma che ribalta vecchie ipotesi sulla funzione del candido piumaggio di questo affascinante rapace notturno.
Il bianco che inganna nel buio della notte
A differenza della maggior parte degli uccelli notturni, il barbagianni (Tyto alba) possiede un piumaggio bianco molto evidente, soprattutto nella parte inferiore del corpo, una caratteristica che sembrerebbe controproducente per avvicinarsi furtivamente a una preda. Questi rapaci sono infatti talmente bianchi che qualsiasi ornitologo o birdwatcher è stato ingannato almeno una volta da un sacchetto di plastica svolazzante confuso con un barbagianni in volo. Eppure, proprio questo candore si rivela un'arma segreta perfetta nelle notti di Luna piena.
Gli scienziati hanno studiato come il barbagianni si muove e si avvicina alle sue prede, modellando le proprietà luminose del cielo notturno, del terreno e del piumaggio dell'animale. La Luna, infatti, rappresenta la principale fonte di illuminazione naturale durante la notte, e la luce riflessa dal terreno crea un effetto che illumina anche la parte inferiore del barbagianni. Proprio grazie alla sua colorazione bianca e altamente riflettente, il rapace riesce così a "mescolarsi" con lo sfondo del cielo illuminato, diventando quasi invisibile agli occhi delle sue prede.
Un camuffamento invisibile ai roditori
Ma come funziona, nel dettaglio, questo inganno? I risultati dello studio pubblicato su PNAS rivelano che il bianco del piumaggio del barbagianni riduce il contrasto tra il corpo del rapace e l'ambiente circostante nelle notti particolarmente luminose. Questa diminuzione del contrasto porta così a una sorta di "cecità" nel sistema visivo delle prede – quasi sempre piccoli mammiferi come topi e arvicole – che faticano a distinguere il predatore in avvicinamento.
In termini pratici, il barbagianni può così avvicinarsi a pochissimi metri dalla sua preda senza essere notato, attaccando con precisione chirurgica da angolazioni molto diverse, ma sferrando il colpo finale quasi sempre perpendicolarmente alla preda. Se poi a questa arma segreta aggiungiamo il "super udito" tipico dei rapaci notturni e la capacità di volare nel silenzio della notte senza praticamente emettere alcun suono, quello che emerge è un predatore quasi infallibile, un vero caccaitore della notte.
Vecchie ipotesi rimesse in discussione
Per anni, l'ipotesi predominante era che il piumaggio bianco del barbagianni servisse a spaventare le prede, inducendole a immobilizzarsi per paura e facilitando così l'attacco. Un po' come accade con gli animali illuminati da un faro nella notte. Tuttavia, questo studio propone una visione molto diversa e più affascinante: il bianco del barbagianni agisce come una sorta di "mantello dell'invisibilità", sfruttando il principio del camuffamento attraverso il "background matching", ossia combaciare con lo sfondo ambientale.
In un certo senso, il barbagianni non si nasconde quindi nell'oscurità, come farebbero la maggior parte dei predatori, ma sfrutta la luce lunare a suo favore, diventando parte del paesaggio luminoso e bypassando il sistema percettivo delle sue vittime attaccandole dall'alto. Il suo piumaggio diventa così un inganno raffinato che confonde e acceca le prede, trasformando un'apparente svantaggio in un incredibile adattamento evolutivo. E così, la luce della Luna piena diventa l'alleata perfetta per uno dei predatori notturni più affascinanti al mondo.