Vivere in ambienti estremi richiede strategie di sopravvivenza altrettanto estreme e i serpenti a sonagli sembrano essere proprio dei veri maestri nell'arte di adattarsi alla siccità.
Uno studio recente, pubblicato su Current Zoology, ha infatti analizzato il comportamento dei serpenti a sonagli che vivono in Colorado, scoprendo come questi rettili non solo siano fisicamente adattati a vivere in climi molto aridi, ma anche come abbiano sviluppato comportamenti unici per raccogliere e consumare ogni preziosa goccia d'acqua piovana.
Le loro teste si comportano come delle ciotole, raccogliendo la pioggia convogliandola verso la bocca e possono pure bere direttamente dalle teste degli altri serpenti.
Come fanno i serpenti a sonagli a raccogliere l'acqua: teste e corpi come ciotole
Lo studio si è concentrato su una popolazione di serpenti a sonagli delle praterie (Crotalus viridis) che vive vicino a Steamboat Springs, in una zona che da aprile a ottobre riceve meno di 2 millimetri di pioggia al mese. In questa regione si trova anche il Rattlesnake Butte, un'area che ospita quasi 1.000 serpenti a sonagli. E per osservare come si comportano durante una pioggia, i ricercatori hanno spruzzato acqua sui serpenti utilizzando un nebulizzatore, documentando e registrando in video le loro reazioni.
Questi "bagni artificiali" hanno svelato tre diverse strategie che permettono ai serpenti di bere l'acqua piovana. Con la prima, i serpenti raccolgono l'acqua piovana direttamente sulla propria testa e la bevono. Con la seconda strategia, si appiattiscono a forma di piatto, trasformando il corpo in una sorta di canale per veicolare l’acqua verso la bocca. In alternativa, possono invece bere direttamente l'acqua che si accumula sui corpi o sulle teste dei loro vicini.
Dei 94 serpenti studiati, 41 hanno effettivamente bevuto l'acqua mettendo i atto uno schema che articola in cinque fasi distinte. Inizio: il serpente si accorge dell'acqua; esplorazione: si muove per individuare la fonte; posizionamento del corpo: si appiattisce per raccogliere più acqua possibile; bere: il momento più lungo, che può durare fino a quattro minuti; post-bevuta: il serpente si riassesta e riprende la sua attività. Non tutti i serpenti seguono queste fasi in maniera rigida, ma l'elemento chiave e costante sembra essere l'appiattimento del corpo.
Un comportamento che può salvare la vita in un ambiente estremo
Questi adattamenti comportamentali offrono ai serpenti una preziosa arma in più per sopravvivere in ambienti estremamente aridi, dove l'acqua è una delle risorse più rare e preziose. Raccogliendo l'acqua piovana sul corpo o sfruttando quella raccolta dagli altri serpenti, Crotalus viridis dimostra una notevole flessibilità comportamentale e una grande capacità di adattamento, rimasta finora poco o nulla conosciuta.
Del resto, molti altri animali che vivono in deserti e ambienti dove non piove quasi mai, tra cui rettili, uccelli e insetti, hanno sviluppato sofisticate strategie per poter bere. Alcuni, come i serpenti, convogliano l'acqua verso la bocca. Altri, come alcuni scarabei, possono sfruttare l'umidità nell'aria facendola condensare in piccole goccioline sui loro duri esoscheletri. Alcuni uccelli, invece, possono invece raccoglierla con le piume per tornare a nido e dissetare i proprio piccoli.
Secondo i ricercatori, studiare queste strategie potrebbe aiutare a proteggere proteggere meglio i serpenti e altre specie in un contesto di cambiamenti climatici e periodi di siccità sempre più lunghi ed estremi. Questi ingegnosi serpenti non sono solo simbolo di adattamento e resistenza, ma ci ricordano anche quanto sia fondamentale, per ogni essere vivente, trovare modi sempre nuovi e ingegnosi per sopravvivere in un mondo in continuo cambiamento, incluso bere dalla testa del proprio vicino.