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I Pitbull e la pericolosità dei Terrier di tipo Bull: cosa non è stato detto per evitare altre morti e cani abbandonati

Il caso della bambina morta ad Acerra ancora una volta fa puntare i riflettori sui Terrier di tipo Bull ma nel caos dell'emergenza ancora troppe opinioni e poca chiarezza. Come si può davvero fermare l'ignoranza di chi non sa come relazionarsi con questa tipologia di cani? Fermare l'allevamento e per chi vuole un cane così incentivare l'adozione da canile con percorsi di educazione rivolti a cane e persona di riferimento.

19 Febbraio 2025
9:33
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C'è più di qualcosa che non torna se ancora una volta si sta parlando di un ennesimo e atroce caso di cronaca in cui un Pitbull viene indicato come ‘il colpevole' della morte di una bambina di nove mesi. Questa volta è successo ad Acerra, poco tempo fa a Eboli (dove era morto un altro bimbo di 13 mesi) e andando indietro nel tempo potremmo enumerare purtroppo diversi altri tragici episodi.

Quel che non torna non riguarda solo ciò che le indagini poi accerteranno, però e riguarda in generale come vengono descritti e trattati questi cani. Perché c'è um dato di fatto incontrovertibile: l'aumento degli episodi di questo genere è il frutto di una ignoranza diffusa nei confronti di questi cani che va definitivamente fermata.

In giro continuano a emergere opinioni su come devono essere gestiti i Terrier di tipo Bull, soprattutto, ovvero la tipologia di cani di cui fanno parte anche gli American Pitbull Terrier o gli American Staffordshire Terrier (Amstaff) e loro incroci: si passa dal riesumare l'idea del patentino per le ‘razze pericolose' al dire "non esistono cani che possono essere definiti così". E di questo parlano soprattutto esperti o sedicenti tali, politici o amministratori locali che ad ogni notizia sono pronti a dire la loro senza che mai, però, si arrivi davvero a una decisione. E intanto si piange, ma si commenta soprattutto, la morte di un'altra vittima della nostra ignoranza.

Il focus, dunque, dovrebbe essere sul fermare il ‘carrozzone' e far scendere tutti coloro che solo nel momento dell'emergenza proclamano soluzioni che puntualmente non servono a nulla, come il continuare a limitarsi a proporre di istituire percorsi di adozione consapevole per poi non metterli mai in pratica, e sul dovere che chi governa ha di arrivare a offrire una vera soluzione.

Che piaccia o meno, almeno, se vi fosse una linea chiara e condivisa su come bisogna approcciare nella relazione con i cani in generale e nello specifico con determinate tipologie, consentirebbe di discutere ‘a mente fredda' e non sulla scia della polemica e del dolore causato dall'ignoranza con cui questi cani vengono inseriti in famiglia o lasciati incustoditi.

Sì, il punto di partenza è rivedere completamente il nostro rapporto con ‘Fido' perché non solo i Pitbull uccidono, ma anche molti altri cani sono spesso sotto i riflettori perché indicati come ‘killer', pure di altra tipologia: basti pensare al caso di Satriano dove la giovane Simona Cavallaro fu aggredita a morte da un branco di cani da pastore.

E di chi è la responsabilità? Certo, delle persone cui afferiscono ma queste stesse hanno la possibilità di fare degli animali ciò che ritengono e questo avviene a causa di leggi poco stringenti e di punizioni poco esemplari, cui invece sottoponiamo gli animali coinvolti che finiscono tutti in canili dove sconteranno un ‘fine pena mai'.

Ma continuare a delegare a Istituzioni assenti e carenti nel dare un indirizzo chiaro è diventato anche questo una quasi inutile opera di pubblica retorica, mentre l'ultima strada che ci sembra utile da percorrere è ancora una volta invitare le persone a informarsi prima di affrontare la vita insieme a un cane, di qualsiasi tipologia sia.

Del Pitbull e dei Terrier di tipo Bull, è stato davvero detto di tutto e nel mare magnum di Internet – cui alla fine le persone fanno riferimento per cercare le informazioni – altrettanto si trova di tutto. Ma ci vuole un minimo di impegno e concentrazione per arrivare alle fonti giuste e usare la testa e non agire sulla scia della brama di possedere quello che ancora viene rappresentato come uno status symbol di forza e arroganza mentre è un animale da comprendere e con cui relazionarsi con molta sensibilità, soprattutto dal punto di vista psicologico.

E allora, eccoci a ribadire chi sono i Terrier di tipo Bull e a proporvi un video, in particolare, in cui l'istruttore cinofilo Luca Spennacchio e la veterinaria esperta in comportamento Elena Garoni non solo spiegano esattamente quali sono le caratteristiche di questi cani e quali sono quelle che le persone dovrebbero avere per scegliere di vivere con un animale di questo tipo. Ma soprattutto è un video in cui gli esperti dicono una cosa molto importante e dirimente se fosse davvero messa in pratica: una legge che vieti la detenzione dei Pitbull (e simili) perché così "in Italia non avremmo certamente i canili così pieni di questi cani, che non solo arrivano in canile già turbati ma, confinati dentro quelle gabbie, ancora più opprimenti per loro, finiscono per peggiorare ulteriormente".

Qual è, quindi, la soluzione? Così i due esperti l'hanno proposta su Kodami:

  • Si dovrebbe rallentare la riproduzione di questi cani con un massiccio programma di sterilizzazione. L’allevamento selettivo, che va alla ricerca di cani con determinate caratteristiche richieste sul mercato, innesca un circolo vizioso senza fine che va fermato. Le persone, infatti, acquistano i Pitbull perché è di moda, ma questo spesso coincide con l'arrivo dei Pitbull nella famiglia sbagliata e con il loro diventare ingestibile. Perciò molti Pitbull vengono abbandonati in canile. Inoltre molto spesso chi vuole un Pitbull va a prenderlo cucciolo in un allevamento e quasi mai in canile. Ed ecco che si torna al punto di partenza.
  • Invece di comprare i Pitbull, è bene ricordare che si possono adottare in canile. Ce ne sono centinaia chiusi nei box che potrebbero occupare quel posto vuoto nella vostra famiglia.
    La relazione con un Pitbull può funzionare solo se impariamo a conoscere i suoi desideri e i suoi bisogni, anche se, in realtà, questo vale per chiunque voglia accogliere un cane nella propria vita.
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