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19 Febbraio 2025
17:52

I pesci ti riconoscono e ricordano chi sei: lo studio che cambia tutto quello che pensavamo sulla loro memoria

Un nuovo studio dimostra che i pesci possono riconoscere i subacquei e ricordare chi gli ha dato da mangiare in passato, mostrando capacità cognitive e mnemoniche sorprendenti e finora ampiamente sottovalutate.

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I pesci possono imparare a riconoscere i subacquei. © Maëlan Tomasek/Max Planck Institute of Animal Behavior

Nella lista degli animali che spiccano per intelligenza, a nessuno verrebbe in mente di inserire i pesci, tra le specie più sottovalutate di tutte. L'idea che, per esempio, possano essere in grado di riconoscere e ricordare le persone che incontrano in mare, sembra uscita da un film animato per bambini. Eppure, un gruppo di ricercatori del Max Planck Institute of Animal Behavior (MPI-AB), in Germania, ha dimostrato che i pesci non solo sono in grado di distinguere tra diversi subacquei, ma sono anche capaci di ricordare chi tra loro gli dato da mangiare in passato.

Questa scoperta potrebbe completamente trasformare il modo in cui guardiamo i piccoli pesci che nuotano in mare, spesso considerati animali dalla scarsa o nulla memoria e dai comportamenti guidati esclusivamente dall'istinto. I risultati dello studio pubblicati su Biology Letters, invece, ribaltano completamente questa visione, dimostrando persino agli scienziati che li hanno sottovalutati finora, che possiedono capacità cognitive decisamente fuori dal comune.

I pesci non dimenticano: l'esperimento in mare

Per arrivare a questa conclusione, i ricercatori hanno condotto un esperimento direttamente in mare, nei pressi di una stazione di ricerca del Mar Mediterraneo. Per cominciare, serviva però una prima fase di addestramento: una delle ricercatrici coautrice dello studio, Katinka Soller, ha quindi indossato una vistosa maglietta rossa e ha distribuito del cibo ai pesci nuotando lungo un percorso di 50 metri. Con il tempo, ha gradualmente rimosso gli elementi distintivi, fino a indossare una semplice attrezzatura da immersione senza colori appariscenti. A quel punto, i pesci ricevevano il premio solo quando decidevano di seguirla comunque.

I pesci protagonisti dell'esperimento appartenevano a due specie: l'occhiata (Oblada melanurus) e la tanuta (Spondyliosoma cantharus), conosciuta anche come cantaro. Questi pesci sono stati quelli che si sono distinti più degli altri per curiosità, intraprendenza e capacità di apprendimento. Giorno dopo giorno, sempre gli stessi individui si ripresentavano per seguire la ricercatrice, al punto che Soller ha iniziato a riconoscerli e dare loro dei nomi: Bernie, con due squame argentate particolarmente brillanti, e Alfie, riconoscibile per una piccola ferita sulla pinna caudale. Dopo dodici giorni di addestramento, circa venti pesci seguivano costantemente la ricercatrice, riconoscendola anche senza più segnali colorati evidenti.

I pesci sanno anche riconoscerti in mezzo ad altri subacquei

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I ricercatori durante l’esperimento con pinne di colori differenti (a sinistra) oppure identiche (a destra). © Behavioural Evolution Lab/MPI–AB

Ma il test più importante doveva ancora arrivare: i pesci erano in grado di distinguere Soller da un altro subacqueo? Per verificarlo, è stato coinvolto un secondo ricercatore, Maëlan Tomasek, che indossava un'attrezzatura leggermente diversa. All'inizio, i pesci erano un po' confusi e seguivano entrambi, ma quando si sono resi conto che solo Soller offriva loro del cibo, hanno iniziato a seguirla con decisione. Tuttavia, quando entrambi i sub hanno indossato equipaggiamento identici, i pesci non riuscivano più a distinguerli, suggerendo quindi che il riconoscimento avveniva proprio dal modo in cui erano vestiti, per esempio dai dettagli visivi come il colore delle pinne e delle mute.

Del resto, quando siamo sott'acqua anche noi facciamo lo stesso. Le nostre facce coperte o distorte dalla maschera, non ci permettono di riconoscere i volti e così ci affidiamo ai colori di pinne, mute e altri dettagli. Anche i pesci riescono a vedere i colori e non dovrebbe quindi sorprendere più di tanto che siano in grado di associarli al cibo o persino a una persona specifica. Secondo gli stessi autori, con più tempo a disposizione è molto probabile che avrebbero imparato anche a riconoscere i tratti del viso e la capigliatura dei ricercatori. In passato, racconti marinareschi già parlavano di pesci che si erano "affezionati" ad alcune specifiche persone, ma questa è la prima volta che viene dimostrata una capacità del genere in natura.

Una nuova prospettiva sulle interazioni esseri umani-pesci

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Le occhiate (Oblada melanurus) sono state tra i pesci che hanno mostrato più curiosità, intraprendenza e capacità di apprendimento

Questo studio non solo dimostra che i pesci possono riconoscere gli esseri umani, ma apre anche nuove prospettive sulle interazioni tra tra noi e questi animali. Finora, infatti, la capacità di riconoscere volti umani era stata osservata solo in cattività e solo nei pesci arcieri, che riuscivano però a distinguere le persone attraverso foto proiettate su un monitor. Nessuno finora aveva mai provato a studiare una cosa del genere in altre specie, per di più in natura e nel loro habitat naturale. Queste nuove evidenze si inseriscono inoltre in un dibattito molto più ampio sulla nostra percezione dell'intelligenza e della cognizione degli animali diversi da mammiferi, uccelli o altri vertebrati terrestri.

Se i pesci possono formare associazioni così complesse con gli esseri umani e sviluppare persino preferenze individuali basate sull'esperienza, è più che probabile che anche molte altre specie abbiano capacità cognitive simili o persino ancora più complesse. Come hanno sottolineato gli stessi autori dello studio, probabilmente il risultato più sorprendente di questo esperimento rimane proprio il fatto che tutti siamo rimasti stupiti da questa cosa. E se i pesci possono vederci e riconoscerci, allora forse dovremmo iniziare a guardarli anche noi con occhi diversi e a considerarli finalmente individui senzienti. Ora che sappiamo che ci "vedono", è il momento di iniziare a "vedere" anche loro.

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