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9 Aprile 2025
11:02

I leoni marini stanno attaccando i bagnanti, ma non sono “posseduti”: ecco perché accade

Il 3 aprile 2025, la 15enne Phoebe Beltran è stata morsa da un leone marino a Long Beach, apparentemente senza motivo. In California si stanno moltiplicando episodi simili: i leoni marini mostrano comportamenti aggressivi e insoliti, frutto di danni neurologici provocati da una minuscola neurotossina.

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Il 3 aprile 2025 la 15enne Phoebe Beltran è stata morsa in acqua mentre si trovava a Long Beach, una delle spiagge più frequentate della California. Inizialmente, quando ha sentito il forte dolore al braccio destro e ha visto scorrere sangue – il suo – ha pensato di essere stata attaccata da uno squalo, e ha iniziato a a urlare più forte possibile. È stato a quel punto che ha visto allontanarsi un leone marino.

Questo è stato solo uno degli episodi che in California hanno causato una vera e propria psicosi. I bagnanti, abituati alla loro placida e schiva presenza dei mammiferi marini sulla riva, si sono trovati improvvisamente circondati da animali che stentavano a riconoscere tanto il loro comportamento era mutato. Per molti, i leoni marini della California erano vittime di una vera e propria "possessione demoniaca", come hanno dichiarato alcuni frequentatori della spiaggia ai media locali, ma la verità è un'altra, e non ha niente a che fare con il soprannaturale.

Leoni marini e bagnanti in California: un equilibrio precario

I leoni marini hanno iniziato ad attaccare i bagnanti all'inizio di aprile, apparentemente senza motivo. Questi placidi mammiferi marini, così goffi sulla terra ferma, si sono rivoltati d'improvviso contro persone abituate da lungo tempo alla loro presenza, almeno da quando nel 1972 è entrato in vigore in California il Marine Mammal Protection Act, il testo che si occupa di tutelare e salvaguardare leoni marini, delfini e altri animali marini la cui sopravvivenza era messa fortemente a rischio a causa delle attività umane.

Le tutele previste dal documento hanno portato la popolazione di leoni marini a crescere costantemente nel corso degli anni, fino a raggiungere i circa 250.000 individui stabilmente presenti nell'area. Il porto di Long Beach è il secondo più trafficato degli Stati Uniti ed è tra i più grandi porti di spedizione del mondo. In questo contesto, la stretta vicinanza tra persone e animali selvatici si è rivelato un compromesso necessario per permettere alla specie di vivere in un'area fortemente antropizzata.

Tutto sembrava funzionare, complice il carattere placido dei leoni marini e le campagne informative rivolte alle persone sul corretto comportamento da tenere in loro presenza, fino a quando un nuovo elemento non ha turbato l'equilibrio raggiunto.

Perché i leoni marini hanno iniziato ad attaccare i bagnanti in California

Anche gli apparentemente placidi leoni marini della California (Zalophus californianus) possono essere aggressivi e attaccare quando si sentono minacciati. Sulla terra ferma possono apparire goffi, ma in mare fendono l'acqua grazie al corpo perfettamente aerodinamico nonostante il peso di parecchie centinaia di chili. Sono in grado di avvicinarsi silenziosamente e senza essere visti, e in caso di pericolo possono mordere creando danni anche seri.

Tuttavia, fino all'inizio di aprile gli attacchi non provocati dall'essere umano erano un numero trascurabile. Oggi le cose stanno diversamente: i bagnanti ogni giorno riferiscono alle autorità locali, e anche ai media, di aggressioni immotivate. Non solo, raccontano anche lo strano comportamento degli animali: occhi vitrei, movimenti a scatti, e denti ben in vista. Non stupisce quindi che alcuni siano arrivati a definirli posseduti.

In realtà, il motivo di questo profondo e all'apparenza inspiegabile cambiamento è dovuto a un elemento minuscolo e quasi invisibile a occhio nudo: una pericolosa fioritura di Pseudo-nitzschia, una minuscola alga unicellulare che galleggia nell'acqua. Quest'alga non è pericolosa di per sé, anzi è la base della catena alimentare e fornisce nutrienti alle piccole creature che compongono plancton, di cui a loro volta si nutrono pesci e altri animali.

Il problema è che possono rilasciare una potente neurotossina chiamata acido domoico. In presenza di una fioritura algale molto abbondante l'acido domoico aumenta al punto da intossicare i leoni marini e altri mammiferi come i delfini. Per noi il campanello d'allarme è rappresentato dall'aggressività di alcuni individui, ma la maggior parte di loro muore a causa delle convulsioni e dei danni neurologici.

Come spiega l'oceanografa Clarissa Anderson al National Geographic, però, non si sa ancora con precisione cosa abbia provocato la fioritura anomala, attribuita probabilmente al cambiamento climatico o all'inquinamento.

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