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10 Aprile 2025
12:55

I dinosauri non erano in pericolo prima dell’asteroide: se non ci fosse stato, potrebbero essere ancora qui con noi

I dinosauri non erano già in declino prima dell'asteroide. Nuovi studi sostengono che il calo apparente è dovuto a una scarsità di fossili legata ad alcuni cambiamenti ambientali, più che a una reale diminuzione della diversità. I dinosauri non si stavano già estinguendo quel fatidico giorno di 66 milioni di anni fa.

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Com’era il mondo esattamente 66 milioni di anni fa. Illustrazione di Davide Bonadonna (www.davidebonadonna.it)

Per molto tempo, i paleontologi hanno ipotizzato che i dinosauri fossero già in declino e in difficoltà ben prima che l'asteroide li cancellasse dalla faccia della Terra. L'idea forse era rassicurante, quasi come a dire: erano già spacciati, quell'enorme sasso arrivato dallo spazio gli ha solo dato il colpo di grazia. Ma molto probabilmente non è andata proprio così e da oggi potremmo dover riscrivere quella storia. Un nuovo studio pubblicato Current Biology sostiene che, contrariamente a quanto si pensava, i dinosauri non stavano affatto scomparendo già prima dell'impatto avvenuto 66 milioni di anni fa. Anzi, godevano ancora di buona salute. A farci credere il contrario sarebbero stati i fossili, o meglio la loro assenza.

C'erano meno dinosauri o meno fossili?

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Paleontologi alla ricerca di fossili in Nord America. Foto di Alfio Alessandro Chiarenza

Per capire meglio come sono andate le cose, immaginiamo di dover calcolare la popolazione di un'intera città basandoci su quanti selfie troviamo online: se un quartiere ha meno scatti, è perché ci sono meno persone o perché nessuno si sta scattando foto lì perché poco turistico o instagrammabile? I paleontologi hanno affrontato una questione molto simile: il supposto declino della diversità dei dinosauri prima dell'estinzione potrebbe essere solo un problema di mancanza di fossili, non un reale trend ecologico.

I ricercatori, guidati da Christopher Dean dell'University College, hanno quindi analizzato circa 8.000 fossili nordamericani risalenti a un periodo compreso tra 84 e 66 milioni di anni fa. Si sono però concentrati soprattutto su quattro famiglie: i corazzati anchilosauri, i maestosi ceratopsidi (quelli con il collare osseo e i corni come il triceratopo), gli onnipresenti adrosauri con i loro becchi da anatra e, infine, gli iconici predatori teropodi, come famigerato tirannosauro.

A prima vista, i dati sembrano confermare le vecchie ipotesi: c'è un picco di diversità in termini di numero di specie intorno a 76 milioni di anni fa, poi una graduale diminuzione. Ma scavando più a fondo – in senso sia figurato che letterale – i paleontologi hanno notato qualcosa di strano: nessun improvviso cambiamento ambientale rimasto registrato nei fossili può giustificare una crisi simile. Nessuna glaciazione, nessuna grande eruzione, nessun evento climatico o ambientale tale da mettere in difficoltà questi animali.

Colpa delle montagne e dei mari in ritirata

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Riassunto grafico che mostra come sono cambiati il Nord America e le probabilità di fossilizzazione con il passare del tempo. Illustrazione di Tim Bird (https://www.timothybird.co.uk/)

A questo punto entrano in gioco la geologia e la storia del nostro pianeta. Circa 75 milioni di anni fa, i territori interni del Nord America furono teatro di grandi cambiamenti: il mare interno che tagliava verticalmente il continente – il canale o mare interno occidentale – cominciò a ritirarsi, mentre le Montagne Rocciose iniziarono invece a sollevarsi. Questi eventi, che naturalmente avvennero in tempi geologici, potrebbero aver ridotto drasticamente le condizioni ambientali e quindi le possibilità che i resti dei dinosauri venissero sepolti e fossilizzati.

Secondo gli autori, quindi, non è che i dinosauri fossero scomparsi: semplicemente, non lasciavano più tracce con la stessa facilità di prima. Come se fossero passati dal vivere in una metropoli affollata e piene di testimoni, a una vita più isolata in montagna, dove nessuno può più trovarti. Inoltre, molte delle rocce del periodo Maastrichtiano – gli ultimi 6 milioni di anni prima dell'asteroide – sono oggi ricoperte da boschi e foreste. Risultato? I paleontologi fanno naturalmente più fatica a trovarle e a cercare i fossili.

E considerando che metà dei fossili conosciuti di quel periodo proviene dal Nord America, è molto probabile che questo fenomeno si sia ripetuto anche su scala globale. Interessanti sono pure le differenze tra le varie famiglie: i ceratopsidi, per esempio, sono molto più presenti nel record fossile, probabilmente perché vivevano in habitat dove la fossilizzazione era più facile. Gli adrosauri, invece, preferivano le rive dei fiumi: se il flusso fluviale era ridotto, meno sedimenti venivano depositati e i loro resti avevano quindi meno probabilità di fossilizzarsi.

E se l'asteroide non avesse mai colpito la Terra?

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I dinosauri in realtà non si sono mai estinti del tutto. Alcuni sono sopravvissuti e sono ancora qui: gli uccelli

In base a questi risultati, viene naturale quindi chiedersi: cosa sarebbe successo se quell'asteroide non avesse colpito la Terra 66 milioni di anni fa? Gli autori lo dicono chiaramente in un comunicato: "I dinosauri non erano inevitabilmente destinati all'estinzione alla fine del Mesozoico. Se non fosse stato per quell'asteroide, oggi potrebbero ancora condividere il pianeta con noi". Forse, tra le foreste dell'Asia o le pianure dell'Africa, ci sarebbero branchi di triceratopi, mentre qualche tirannosauro guarderebbe con diffidenza un branco di elefanti in migrazione.

E magari, accanto ai nostri cani e gatti, ci sarebbe persino spazio per un "cucciolo" di ankylosauro con il suo inconfondibile guscio corazzato. Ma la storia è andata diversamente e quell'asteroide ha cambiato tutto, aprendo la strada al dominio dei mammiferi e alla nostra comparsa. Questi sono chiaramente speculazioni e "what if" impossibili. Se davvero i dinosauri non si fossero estinti, infatti, con tutta probabilità noi primati bipedi non saremmo mai comparsi e sulla Terra e la fauna sulla Terra sarebbe completamente diversa da oggi.

Anche se in realtà, a pensarci bene, un bel pezzetto di quel mondo perduto è ancora qui tra noi. Perché i dinosauri, nonostante l'asteroide, non si sono mai davvero estinti del tutto. Vivono intorno a noi e li vediamo praticamente tutti giorni dalla finestra, sul marciapiede e volare sulle nostre teste. Si chiamano uccelli e anche se non hanno più i denti e non raggiungono le dimensioni di un T-Rex, sono a tutti gli effetti dinosauri teropodi, proprio come quelli che dominavano la Terra fino a 66 milioni di anni fa.

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