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7 Aprile 2025
20:30

I detenuti di San Quentin riabbracciano i cuccioli che hanno cresciuto come cani da assistenza

Nel carcere di San Quentin, in California, i detenuti hanno potuto riabbracciare i cani che avevano cresciuto per diventare cani d'assistenza per persone con disabilità. Un progetto che unisce il riscatto sociale con l'amore per gli animali.

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Nel carcere di San Quentin, in California, l'amore e la vita hanno trionfato su tutto: i detenuti per la prima volta hanno potuto riabbracciare i cani che avevano allevato sin da cuccioli e che ora diventati diventati cani d'assistenza per persone con disabilità.

È successo venerdì 28 marzo grazie al programma di formazione avviato nella prigione un anno fa, quando è stato offerto ai detenuti la possibilità di riscattarsi attraverso il legame costruito con i cani. Prima di questo progetto San Quentin era conosciuto per ospitare la più grande popolazione di condannati a morte degli Stati Uniti, oggi invece è d'esempio per altre strutture che vogliono dare una seconda chance ai detenuti attraverso il lavoro in ambito cinofilo.

L'abbraccio tra i cani e i detenuti di San Quentin

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Nel cortile principale di San Quentin si è aperta una straordinaria parentesi di umanità quando venerdì sono arrivati due Labrador neri: Wendel e Artemis. I due cagnoloni non erano solo ospiti in visita, ma sono tornati lì dove avevano passato i loro primi mesi di vita, tra le braccia di coloro che li avevano cresciuti e aiutati a diventare cani da assistenza. Gli uomini che li hanno ritrovati, i detenuti Chase Benoit e Jared Hansen, non sono riusciti a trattenere le lacrime davanti all'emozione.

Per Benoit e Hansen la possibilità di riabbracciare i cani nella loro nuova vita ha rappresentato la chiusura di un cerchio: prendersi cura di un essere vivente fino a farlo diventare il supporto indispensabile per un altro. Quell’esperienza, iniziata nel 2023 tra le mura di una prigione grazie al programma Canine Companions, ha lasciato il proprio segno indelebile nella vita dei detenuti, e ha mostrato loro che la via per il riscatto sociale è possibile.

Tra i protagonisti della giornata c'era anche il cane Artemis, affidato a Benjamin Carter, ex soldato in sedia a rotelle proveniente da Portland, Oregon. Carter si è recato in California per partecipare al ricongiungimento a San Quentin, e dare la possibilità a chi ha amato Artemis prima di lui di salutarlo ancora un'ultima volta.

Il progetto del carcere di San Quentin

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Tutto è cominciato con un piccolo gruppo di detenuti selezionati per un'iniziativa fuori dal comune: accogliere dei cuccioli di quattro mesi nelle proprie celle e occuparsi della loro crescita e prima educazione. Le celle, spazi ridotti di circa 1,2 metri per 3, venivano condivise con i piccoli Labrador, che hanno riempito le giornate dei loro compagni umani con energia, affetto e tanta voglia di imparare. Ogni detenuto si è assunto la responsabilità di insegnare ai cani i comandi di base e si è preso cura di loro in ogni momento, giorno e notte, per un anno intero.

Il programma è coordinato da Canine Companions, un'organizzazione non-profit con sede a Santa Rosa, in California, che fornisce cani da assistenza gratuitamente a persone con disabilità. L’iniziativa è cresciuta nel tempo, arrivando oggi a coinvolgere 16 detenuti e due dog sitter, impegnati nell'addestramento di otto nuovi cuccioli. Una volta usciti dal carcere, i cani continuano il loro percorso con addestratori professionisti, che completano la loro formazione per prepararli al meglio alla vita al fianco dei loro nuovi compagni umani.

Non tutti i detenuti però possono accedere al programma: l’adesione è riservata a coloro che vivono in unità speciali dedicate alla riabilitazione e al miglioramento personale. Chi ha commesso reati particolarmente gravi verso animali o minori è escluso, a tutela del benessere degli animali e dell’integrità dell’iniziativa.

La rinascita attraverso gli animali: il caso italiano dei detenuti di Gorgona

Anche in Italia esiste un luogo in cui l'effetto benefico degli animali aiuta i detenuti a rinascere. Si tratta di Gorgona, l’ultima isola carcere del Mediterraneo. La piccola isola si trova nell'Arcipelago Toscano e negli anni è diventata famosa come "l’isola dei diritti", perché qui i detenuti non passano le loro giornate chiusi in una cella, ma all’aperto prendendosi cura degli animali e della flora dell'isola.

Il progetto è nato nel 2021 a seguito di una convenzione tra il Comune di Livorno, la direzione della Casa Circondariale, con il supporto dell'associazione animalista Lav e dell'associazione Do Re Miao. Una equipe specializzata ha dato vita ad attività di rieducazione e reinserimento sociale dei detenuti con l'ausilio di capre, mucche e altri animali.

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