
La mattina del 5 marzo, nelle acque del Golfo di Trieste, un incontro spettacolare ha accompagnato l’attività scientifica dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale e dell’Area Marina Protetta Miramare.
Due delfini tursiopi hanno affiancato la barca dei ricercatori impegnati nel monitoraggio delle microplastiche, nuotando accanto all’imbarcazione per oltre un quarto d’ora. Un comportamento che non è raro per questi cetacei, ma che ha regalato agli studiosi un’occasione unica per osservare le loro acrobazie immediatamente immortalate in un video.
Il video dello straordinario avvistamento di delfini
L’incontro è avvenuto mentre i ricercatori erano a bordo della barca Spazzamare dell’Area Marina Protetta Miramare, utilizzata per il progetto di monitoraggio delle microplastiche nel Golfo di Trieste. Per raccogliere i campioni, l’imbarcazione procedeva a bassa velocità con i motori al minimo, trascinando una rete manta, uno strumento specifico per la raccolta delle particelle di plastica sospese nell’acqua. Questa condizione ha probabilmente incuriosito i due delfini tursiopi, entrambi adulti, che si sono avvicinati alla prua della barca e hanno iniziato a nuotare davanti all'imbarcazione quasi come se volessero "scortarla" nel suo viaggio.
Per oltre 15 minuti, i due cetacei hanno offerto uno spettacolo straordinario: tuffi, guizzi e giochi d'acqua eseguiti a beneficio dei ricercatori Carlo Franzosini e Vincenzo Manna. Il comportamento dei mammiferi marini ha permesso di ottenere immagini eccezionali, che testimoniano lo straordinario carisma di questi animali, non a caso tra i più studiati, e anche la biodiversità del mare antistante la città di Trieste.
Il video dell’avvistamento, diffuso successivamente dall'Area Marina Protetta Miramare, e ha subito attirato l'attenzione degli appassionati, incuriositi dalla strana abitudine dei delfini di seguire le barche.
Perché i delfini seguono le barche
L’abitudine dei delfini di nuotare vicino alle imbarcazioni, specialmente a prua, è un fenomeno ben noto ai biologi marini e viene definito bow-riding. Questo comportamento è stato osservato in diverse specie di cetacei ed è spesso associato alla ricerca di divertimento e alla facilità di nuotare. Gli esperti, infatti, ritengono che i delfini possano considerare le onde generate dalle imbarcazioni come un'opportunità per spostarsi con un minimo dispendio di energia.
Le onde di prua creano infatti una sorta di spinta idrodinamica che permette ai delfini di nuotare come se volassero sull'acqua. In questo modo quindi delfini possono ridurre il consumo di energia durante gli spostamenti, una strategia particolarmente utile quando percorrono lunghe distanze, che può rivelarsi però molto pericolosa se le imbarcazioni vanno a velocità troppo elevata. In un'area come quella del Golfo di Trieste la velocità deve essere sempre contenuta per evitare incidenti.
Inoltre, le imbarcazioni, specialmente quelle che si muovono lentamente, possono stimolare la loro curiosità, spingendoli a seguirle per esplorare e interagire con esse. In alcuni casi, i delfini sembrano persino rispondere ai movimenti delle persone a bordo, mostrando una sorprendente capacità di interazione con gli esseri umani.
Chi è il delfino tursiope
Il tursiope (Tursiops truncatus) è una delle specie di delfino più conosciute e diffuse al mondo. Appartenente alla famiglia dei Delphinidae, è presente in numerosi habitat marini, dalle acque costiere alle zone più aperte degli oceani. In Italia, il tursiope è l’unico delfino che vive stabilmente lungo le nostre coste ed è relativamente comune in aree come il Mar Tirreno, l’Adriatico e il Mar Ligure.
Si tratta di un cetaceo di dimensioni medio-grandi: gli esemplari adulti possono raggiungere i 3-4 metri di lunghezza e pesare fino a 500 chili. Riconoscibile per il muso corto e arrotondato, ha un corpo robusto e una colorazione che varia dal grigio scuro sul dorso al più chiaro sui fianchi e sul ventre.
Nonostante la sua diffusione, la specie è considerata vulnerabile nel Mediterraneo. Il numero di individui infatti è in diminuzione a causa di diverse minacce derivate dall'essere umano, tra cui l’inquinamento marino, le catture accidentali durante la pesca e la riduzione delle risorse alimentari.
In questo contesto le microplastiche, come quelle monitorate dai ricercatori nel Golfo di Trieste, rappresentano una delle sfide più importanti per la conservazione di questa specie, indicatori importanti della qualità delle acque.
Per questo il tursiope è protetto a livello internazionale come ad esempio dalla Direttiva Habitat. Gli sforzi di monitoraggio, come quelli condotti dai ricercatori a Trieste, pertanto sono fondamentali per comprendere meglio l’impatto delle attività umane sugli ecosistemi marini.
Video di Vincenzo Manna (OGS – Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale) gentilmente concesso dall'Area Marina Protetta Miramare