I cinghiali Naso e Rosino non saranno abbattuti: il Tar del Lazio ha accolta la richiesta di sospensiva presentata dal Rifugio Miletta. Secondo i giudici l’incolumità pubblica non è messa a repentaglio dall’esistenza di Naso e Rosino e la salvaguardia delle loro vite dev’essere assicurata, «anche perché è un bene assolutamente irripetibile», ricorda Alessandra Motta, presidente del Rifugio.
Naso e Rosino sono quindi ancora una volta salvi dalla sentenza di morte emessa dalla Asl 3 Liguria, e lo saranno almeno fino al 10 giugno 2025 quando si terrà l’udienza definitiva.
Chi sono i cinghiali Naso e Rosino
Naso e Rosino nell'estate del 2022 arrivano nel giardino di Giordana G. a Bargagli, in provincia di Genova per sfuggire a una battuta di caccia. Per salvarli dalle doppiette la donna ne ha immediatamente chiesto l’affido alla Regione Liguria, ente responsabile della fauna selvatica, senza però mai ricevere risposta.
Nel frattempo Giordana però ha continuato a occuparsi di loro, facendoli vivere in sicurezza e nel rispetto delle norme di biosicurezza divenute obbligatorie con l'avvento della peste suina africana in Italia. A maggio di quest’anno, però, i servizi veterinari dell’Asl 3 Liguria si sono presentati nella sua casa per consegnarle un provvedimento di «abbattimento e distruzione» dei cinghiali. Il provvedimento era motivato proprio con la prevenzione della diffusione della peste suina africana.
Giordana però non si è persa d'animo e si è rivolta all'associazione Rifugio Miletta per avere assistenza legale. La battaglia intrapresa dall'avvocata Angelita Caruocciolo ha permesso di ottenere una serie di sospensive dell'abbattimento che oggi vengono confermate.
I giudici salvano ancora i cinghiali
Il Tar del Lazio all'inizio di ottobre aveva già accolto il ricorso di Giordana e del Rifugio per salvare i cinghiali, e lo aveva fatto con uno specifico riferimento all’articolo 9 della Costituzione, che «garantisce la centralità e la statualità della disciplina di tutela degli animali».
Le ragioni che hanno spinto i giudici a sospendere nuovamente l'abbattimento confermano l'attenzione al tema da parte dei giudici, e secondo Caruocciolo anche «a provvedimenti delle ASL particolarmente invasivi e lesivi della dignità degli animali, laddove le medesime Asl non attivano una procedura sensibile a quelli che sono anche gli interessi degli animali stessi».
La pronuncia dei giudici però non riguarda solo il caso di Bargagli, come ricorda Motta: «Stiamo investendo tantissime energie, mentali ed economiche, per difendere ad oltranza nei tribunali il diritto di esistere di cinghiali e maiali, mai, come in questi ultimi anni, considerati e indicati strumentalmente come gli untori della nuova peste. Rifugio Miletta da sempre si è schierata dalla loro parte – non per niente il nostro logo è la sagoma di un cinghiale che accoglie al suo interno tutti gli altri animali – e continua a lottare per la loro sopravvivenza in un contesto socio-politico che chiede la loro estinzione. Resistere al loro fianco è per noi un dovere morale e fortunatamente riusciamo a farlo anche grazie all’aiuto di parte della società civile in netto dissenso con le direttive istituzionali».