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30 Dicembre 2024
18:03

I cani di Chernobyl sono geneticamente distinti, ma secondo un nuovo studio non è colpa delle radiazioni

I cani di Chernobyl sono geneticamente unici, ma non per colpa delle radiazioni. Un nuovo studio smentisce le ipotesi fatte in passato e apre nuovi interrogativi sull'evoluzione di questi cani unici al mondo.

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Un cane che vive nella città fantasma di Pripjat, all’interno della zona di esclusione

In seguito al disastro nucleare più grave della storia, molti animali domestici e selvatici che vivevano nei pressi della centrale di Chernobyl hanno dovuto fare i conti con gli effetti delle radiazioni nell'ambiente. Tra questi ci sono anche gli ormai famosi cani di Chernobyl, che hanno sviluppato caratteristiche genetiche che li rendono unici e ben distinti da tutti gli altri, inclusi quelli geograficamente più vicini. Tuttavia, secondo un nuovo studio pubblicato su PLOS ONE, questa differenziazione non sembra sia stata causata o accelerata dalle radiazioni, smentendo quindi le ipotesi fatte in passato e aprendo nuovi interrogativi sull'evoluzione di questi cani unici al mondo.

Cosa è successo ai cani di Chernobyl: una popolazione unica sopravvissuta al disastro

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Un edificio all’interno della cosiddetta zona di esclusione

Il 26 aprile 1986, l'esplosione del reattore 4 della centrale nucleare di Chernobyl provocò la più grande dispersione di materiale radioattivo mai registrata, insieme a livelli altrettanto elevati di contaminanti tossici come piombo, arsenico e amianto. Circa 120.000 persone furono costrette ad abbandonare rapidamente la zona, lasciando dietro di sé case, averi, ricordi e anche i propri amati animali domestici. Tra questi, c'erano naturalmente tanti cani, che furono lasciati a loro stessi in un ambiente ormai inospitale e altamente contaminato. Eppure, contro ogni previsione, i cani non solo sono riusciti a sopravvivere, ma hanno anche dato vita a una popolazione autonoma e robusta.

Oggi nei dintorni di Chernobyl vivono infatti circa 800 cani liberi, alcuni dei quali si trovano nelle aree più radioattive e pericolose della cosiddetta zona di esclusione. Studi precedenti, hanno dimostrato inoltre che questi cani hanno subito una rapida evoluzione negli anni successivi al disastro, diventando geneticamente distinti da tutti altri. Analizzando il loro DNA, infatti, i ricercatori hanno scoperto che è possibile riconoscere i cani di Chernobyl solo osservandone il profilo genetico, che è unico al mondo. Una peculiarità che secondo gli studi precedenti riflette, almeno in parte, l'esposizione prolungata a un ambiente altamente contaminato da ormai diverse generazioni.

Il nuovo studio sui cani di Chernobyl: nessuna prova di un tasso di mutazione aumentato

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I ricercatori non hanno trovato prove di un aumento del tasso di mutazione genetica

Con questo nuovo studio, i ricercatori hanno però confrontato due gruppi diversi di cani che vivono nella zona di esclusione, in un territorio compreso approssimativamente all'interno di un raggio di 30 km dal sito dell'ex-centrale nucleare. Uno dei due gruppi vive però nelle immediate vicinanze della centrale, mentre l'altro all'interno della città di Chernobyl, a circa 16 km di distanza. Lo studio conferma che i cani che vivono intorno alla centrale sono geneticamente diversi non solo da quelli della vicina città di Chernobyl, ma anche da altre popolazioni al di fuori della zona di esclusione. Tuttavia, l'ipotesi che questa diversità sia dovuta a mutazioni causate dalle radiazioni è stata smentita.

I risultati non hanno infatti trovato prove di un aumento del tasso di mutazione genetica né di un accumulo anomalo nel numero di tali mutazioni. Secondo gli autori, questi cani non hanno quindi subito un numero maggiore di mutazioni, come ci si aspettava in seguito all'esposizione prolungata alle radiazione, per cui la loro evoluzione divergente non è direttamente guidata o accelerata dagli effetti radioattivi del disastro di Chernobyl. Ma se non sono state le radiazioni a causare questa differenziazione genetica e a rendere il DNA di questi cani diverso da tutti gli altri, qual è il vero motivo?

La vera causa rimane un mistero: adattamento e selezione?

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I ricercatori ipotizzano che possa essere coinvolto un più "semplice" processo di evoluzione per selezione naturale

La vera causa di questa unicità genetica rimane ancora avvolta nel mistero, anche se i ricercatori ipotizzano che possa essere coinvolto un più "semplice" processo di evoluzione per selezione naturale. In altre parole, potrebbe trattarsi di un adattamento a un ambiente unico al mondo, dove solo i tratti genetici più adatti permettono la sopravvivenza e la riproduzione degli animali, guidandone così l'evoluzione. Tuttavia, anche se non sappiamo ancora in che modo ciò avvenga e quali siano questi adattamenti, questa popolazione canina rappresenta comunque un'occasione unica per studiare gli effetti genetici degli ambienti tossici o contaminati.

Come spiegano gli autori dello studio, questi cani potrebbero diventare dei veri e propri modelli per comprendere meglio anche le mutazioni genetiche nell'uomo causate da contesti simili, così come accaduto con le raganelle, che si sono adattata talmente bene da non mostrare apparentemente alcun effetto dell'esposizione cronica alle radiazioni. In attesa di ulteriori studi e approfondimenti, questi cani continuano però a raccontare una storia di resilienza e adattamento unica in un luogo che, da simbolo di devastazione e disastro, si sta trasformando in un laboratorio vivente per la scienza e la conservazione, mentre gli animali domestici e non continuano a prosperare senza più esseri umani nei paraggi.

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