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Capire cosa un altro individuo di fronte a noi conosce oppure ignora è una capacità cognitiva estremamente complessa, ma fondamentale per la cooperazione e la comunicazione negli animali sociali che vivono in gruppo.
Questa abilità, conosciuta anche come "teoria della mente", è stata a lungo considerata un'esclusiva di noi esseri umani. Tuttavia, un nuovo studio recentemente pubblicato su PNAS sembra proprio suggerire il contrario: anche i bonobo, i nostri parenti primati più vicini a noi insieme agli scimpanzé, riescono a padroneggiare questa capacità, anche osservando gli esseri umani.
L'esperimento: tre bonobo, tre bicchieri e un premio in cibo nascosto
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Per testare questa capacità, i ricercatori hanno coinvolto tre bonobo di età diverse: Nyota (25 anni), Teco (13) e Kanzi (43), una delle scimmie "parlanti" attraverso i lessigrammi più famose, diventato celebre per gli studi di Sue Savage-Rumbaugh. L'esperimento era piuttosto semplice: un umano nascondeva un premio – una chicco d'uva o un Cheerios – sotto uno dei tre bicchieri, mentre un secondo umano, incaricato di recuperare il premio e offrirlo al bonobo, poteva osservare o meno la scena attraverso uno schermo trasparente oppure oscurato.
I bonobo, quindi, osservavano tutto e sapevano sempre dove si trovava il premio cibo, ma ciò che variava era la consapevolezza dell'umano incaricato di recuperarlo. La domanda chiave era quindi la seguente: i bonobo si comportano diversamente quando sanno che il loro partner umano non ha visto dove è stato nascosto il cibo? In altre parole, riuscivano a capire quando l'operatore conosceva un informazione prezioso e quando invece ne ignorava completamente l'esistenza?
I bonobo lo sanno e comunicano in modo strategico
Dopo una fase iniziale di familiarizzazione con il test e i premi, i tre bonobo hanno iniziato a interagire con il secondo umano incaricato di recuperare il cibo. I risultati sono stati molto eloquenti: se quest'ultimo sapeva dove si trovava il premio perché lo aveva visto nascondere, i bonobo erano meno inclini a segnalargli qual era il bicchiere corretto. Tuttavia, quando l'umano non aveva visto dove fosse stato nascosto il cibo, i bonobo lo sapevano e indicavano con decisione il bicchiere giusto attraverso una recinzione, come si vede nel video.
"Kanzi, il più motivato dal cibo, era particolarmente insistente: indicava ripetutamente il bicchiere corretto per attirare l'attenzione," ha spiegato in un comunicato Chris Krupenye, autore dello studio e professore alla Johns Hopkins University. Questi risultati suggeriscono quindi che i bonobo non solo sono consapevoli delle conoscenze (o delle non conoscenze) del loro partner umano, ma possono anche modificare e adattare il loro comportamento in base a questa consapevolezza e alle circostanze.
La consapevolezza dell'altro nei bonobo
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Questo tipo di abilità cognitiva così avanzata e complessa, ha inevitabilmente anche importanti ricadute su ciò che sappiamo sull'evoluzione della comunicazione e della cooperazione negli altri animali e in noi primati umani. Secondo gli autori, la capacità di riconoscere cosa un altro individuo sa o ignora è infatti essenziale per la sopravvivenza sociale dei bonobo, proprio come per gli esseri umani. In natura, per esempio, un bonobo potrebbe indicare a un compagno del cibo oppure un pericolo o un predatore che non ha ancora notato.
Abilità simili sono già stata riscontrate in natura negli scimpanzé, tuttavia è la prima volta che si riesce a riprodurre in ambiente controllato un esperimento del genere. Ora i ricercatori vogliono però spingersi persino oltre: se i bonobo possono cambiare il comportamento in base alle conoscenze che possiedono gli altri, potrebbero anche influenzarne o persino manipolare gli stati mentali o le decisioni altrui? La risposta potrebbe avvicinarci ancora di più a svelare i segreti della mente di questi straordi\nari primati così simili a noi.