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Gli uccelli del paradiso, specie che vive solo in Nuova Guinea, in alcune isole circostanti e in una piccola parte dell'Australia adiacente, hanno un segreto che noi umani non eravamo ancora in grado di svelare.
Le oltre 40 specie della famiglia sono note in particolare per i loro colori accesi e brillanti e le complesse esibizioni che fanno i maschi per corteggiare le femmine. Ma c'è qualcosa di più che questi animali posseggono e che, a occhio nudo, noi non siamo in grado di distinguere: le loro piume e alcune parti del corpo brillano di un verde brillante o giallo-verde in determinate aree se vengono osservati attraverso una luce blu e ultravioletta. Con questo tipo di ‘illuminazione' ciò che si vedrà è uno spettacolo unico al mondo: la loro sagoma appare infatti di un verde brillante o di un colore giallo-verde decisamente intenso.
La scoperta è stata resa nota attraverso uno studio pubblicato il 12 febbraio 2025 su Royal Society Open Science, a cura di alcuni ricercatori del Museo di Storia Naturale di New York. Il fenomeno è quello della biofluorescenza: le creature biofluorescenti generano il loro bagliore con strutture che assorbono lunghezze d'onda di luce ad alta energia come UV, viola o blu, e poi emettono la luce in una lunghezza d'onda a energia inferiore.
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I ricercatori hanno verificato il fenomeno in 37 delle 45 specie conosciute di uccelli del paradiso il cui piumaggio, illuminato appunto da una fonte di luce blu e raggi ultravioletti, si ‘trasforma' in altri colori che sono poi utili nelle dispute territoriali o per trovare un partner.
Ciò accade perché, appunto a differenza degli esseri umani, molte specie di uccelli hanno una visione dei colori eccezionale rispetto agli altri esseri viventi e animali come i tacchini, le oche e anche i piccioni riescono a distinguere lo spettro dei raggi ultravioletti.
Degli uccelli del paradiso ancora non si sapeva che avessero questa caratteristica ma gli studiosi suppongono che l'abbiano da sempre, visto che sono strettamente correlati a altri pennuti che sono noti proprio per questa caratteristica (corvi e pavoni ad esempio): "Per tali uccelli, le marcature fluorescenti brillano come un faro nell'oscurità", hanno sottolineato gli autori dello studio.
La scoperta non è però avvenuta in natura ma nelle stanze del Museo di Storia Naturale di New York. Oltre dieci anni fa, John Sparks, curatore del dipartimento di ittiologia del museo e co autore dello studio, aveva già identificato la biofluorescenza in numerose specie di pesci. Il suo interesse su questo fenomeno lo aveva poi spinto a cercare altre creature che avessero questa caratteristica ma solo quando il collega e altro autore dello studio Rene Martin nel 2023 è entrato nello staff del museo hanno potuto lavorare insieme e ‘incontrare' così molti esemplari di uccelli conservati nella collezione ornitologica. Sottoposti i corpi degli animali all'analisi con una luce blu, è arrivata la conferma, rivelando tracce fluorescenti negli uccelli del paradiso.