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17 Aprile 2025
18:21

Gli scarafaggi sono tra gli animali più disprezzati del mondo, ma sono più utili di quello che pensi

Anche insetti poco carismatici come scarafaggi e falene sono impollinatori fondamentali per l'ecosistema e la nostra stessa sopravvivenza. Spesso però vengono ignorati dalla scienza per un pregiudizio basato sull'estetica e la superstizione.

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Scarafaggio del genere Margattea

Proprio gli insetti striscianti che vivono nell'oscurità del terreno molliccio possono rivelarsi i migliori alleati dei nostri fiori preferiti e delle piante alla base della dieta umana. Anche se siamo abituati a pensare solo alle api e alle farfalle come impollinatori, in realtà esiste una grande varietà di altri insetti meno carismatici, e per questo sottovalutati.

Secondo un recente studio condotto dalle Università di Hong Kong e Firenze, gli animali considerati "brutti" o "pericolosi" vengono discriminati dalla ricerca scientifica. A questi non solo vanno meno fondi, ma sono anche oggetto di un minor numero di lavori scientifici. Sappiamo invece che anche l'insetto più odiato del regno animale, lo scarafaggio, può essere un impollinatore bravo quanto la nostra amata ape.

Lo scarafaggio è utile quanto l'ape ma non lo sappiamo

Esiste una sorta di pretty privilege nel mondo della ricerca scientifica: animali considerati affascinanti e amici dell'uomo hanno maggiori probabilità di venire studiati e protetti rispetto a quelli "brutti" associati all'idea di pericolo come pipistrelli, serpenti, lucertole, e ovviamente moltissimi insetti, con l'unica eccezione delle farfalle.

Questo bias è la diretta conseguenza di un pregiudizio tutto umano che collega l'idea di bello a quella di utilità. Un concetto reso popolare nella cultura greca classica con la locuzione Kalòs kai agathòs, e giunto sino a noi. A causa di questo preconcetto siamo portati a credere che un insetto percepito come carino e non pericoloso come l'ape o la farfalla siano positivi e utili anche per noi. La diretta conseguenza è che quando si parla di impollinatori si lasciano ai margini altri animali dai colori meno appariscenti, come le falene.

La principale differenza tra farfalle e falene è che le prime hanno abitudini diurne e ali dai colori vivaci che a riposo si chiudono come il dorso di un libro, mentre le seconde sono quasi tutte notturne e hanno ali che a riposo vengono stese lateralmente. Anche se entrambe svolgono un ruolo cruciale per l'impollinazione, siamo portati a sottovalutare le falene a causa del loro aspetto e delle abitudini notturne.

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Anche se le falene e le farfalle svolgono entrambe il ruolo di impollinatrici siamo portati a sottovalutare il ruolo delle seconde perché hanno colori spenti e abitudini notturne

Ma su tutti l'esempio principale è quello dello scarafaggio. Uno studio recente ha rilevato l'importanza degli scarafaggi Margattea satsumana presenti sull'isola giapponese di Yakushima per l'impollinazione della pianta Balanophora tobiracola.

In realtà però sappiamo davvero poco sul ruolo degli scarafaggi come impollinatori, se non che sono state ampiamente ignorate in relazione a questa funzione nonostante una distribuzione pressoché globale e l'abitudine ben nota di alcune specie di consumare fiori.

In parte questa lacuna, similmente a quanto avviene con le falene, è dovuta alle abitudini generalmente degli scarafaggi. Anche se molti considerano le blatte tra le creature più disprezzate della Terra, l'impollinazione mediata dalle blatte osservata negli studi recenti suggerisce che molte piante trascurate da insetti diurni come api e farfalle potrebbero beneficiare del loro apporto.

Qual è il ruolo dello scarafaggio nell'impollinazione

Negli ultimi anni, la ricerca scientifica ha messo in luce un elemento fondamentale ma spesso trascurato per la salute degli ecosistemi: la diversità degli impollinatori. L'impollinazione è un servizio ecosistemico essenziale: circa l'85% delle specie di piante da fiore selvatiche e oltre il 70% delle coltivazioni dipendono da questo processo per la loro riproduzione. Tuttavia, la diversità degli impollinatori è in declino, compromessa da fattori come il cambiamento climatico, la perdita di habitat e l'agricoltura intensiva. Questo declino non riguarda solo la quantità di impollinatori, ma anche la varietà di specie coinvolte.

Un'analisi recente ha mostrato che la diminuzione della diversità degli impollinatori ha effetti negativi sulla fruttificazione e sul peso dei frutti. In particolare, la perdita di specie invertebrate, notturne e selvatiche, proprio come gli scarafaggi, ha un impatto più rilevante rispetto alla perdita di impollinatori diurni o gestiti.

Gli scarafaggi, infatti, interagiscono soprattutto con le piante che fioriscono di notte o in ambienti bui, trasportando il polline grazie alla loro struttura corporea. Molte piante, specie selvatiche e poco studiate dipendono da questi insetti per la loro sopravvivenza. Ignorare il loro ruolo significherebbe sottovalutare la complessità delle reti ecologiche e il valore della biodiversità funzionale.

L’utilizzo crescente di impollinatori gestiti, come l'ape domestica, non è sufficiente a compensare la perdita di impollinatori selvatici, e anzi come stanno dimostrando i ricercatori delle Università di Firenze e Pisa, le api domestiche potrebbero addirittura contribuire alla scomparsa di quelle selvatiche. Infatti, molte piante richiedono specifici tipi di impollinatori, e non tutte sono compatibili con le specie allevate. Per questo motivo, è essenziale conservare anche gli impollinatori meno noti, tra cui gli scarafaggi.

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