
Il 14 aprile la città di San Diego è stata scossa da un terremoto di magnitudo 5.2. Non sono stati registrati danni, ma le telecamere all'interno dello zoo di San Diego hanno permesso di osservare un comportamento straordinario messo in atto da un gruppo di 5 elefanti.
Gli animali appena percepito la terra tremare hanno formato un "cerchio di fiducia", una strategia pensata per proteggere gli elementi più vulnerabili del gruppo. Si tratta di una nuova conferma della straordinaria intelligenza e socialità degli elefanti.
Il video degli elefanti durante il terremoto allo zoo di San Diego
Come ogni giorno, anche il 14 aprile le telecamere dello zoo di San Diego erano puntate sul gruppo di 5 elefanti formato da Ndlula, Zuli, Mkhaya, Umngani e Khosi. Alle 10 del mattino, quando una scossa di terremoto ha fatto tremare la California meridionale, i filmati hanno permesso di osservare la sequenza di azione dei pachidermi, e le loro scelte di fronte a una situazione di allerta e potenziale pericolo.
Nel video diffuso dallo zoo sulle sue pagine social si vedono gli elefanti attivarsi poco prima della scossa grazie alla loro capacità unica di percepire i suoni attraverso le zampe. Al momento infatti non esistono prove che confermino che gli elefanti siano in grado di prevedere i terremoti, tuttavia alcuni possono percepirlo con un certo anticipo rispetto a noi, e questo è il caso degli elefanti.
Al primo sussulto gli elefanti abbandonano le loro attività e da punti diversi del recinto si riuniscono al centro. Dopodiché si mettono in posizione: Ndlula, 25 anni, Umngani, 35 anni, e Khosi, 18 anni, circondano e proteggono i piccoli Zuli, 7 anni, e Mkhaya, 7 anni.
"Questo comportamento è una risposta naturale alle minacce percepite che aiuta a proteggere gli elefanti più giovani e l'intero branco", spiegano dallo zoo, e rassicurano: "Dopo la scossa di questa mattina, gli elefanti sono tornati a lavorare come al solito e sono al sicuro insieme al resto dell'equipaggio della San Diego Zoo Wildlife Alliance".
La creazione di un "cerchio di fiducia", in cui ogni elemento del branco è un anello che fa la propria parte per proteggere i più deboli, è la dimostrazione della grande intelligenza emotiva e della complessità sociale di questi animali.
Cos'è il "cerchio di fiducia" formato dagli elefanti in caso di pericolo
La società degli elefanti africani (Loxodonta africana) è una delle più complesse tra i mammiferi terrestri. I gruppi sono organizzati in strutture matriarcali guidate da femmine adulte e si basano sulla coesione familiare e su legami sociali stabili e duraturi per tutta la vita.
Il nucleo sociale principale è composto da un gruppo di femmine imparentate tra loro, guidate dalla matriarca, la femmina più anziana e spesso la più esperta. La sua memoria e la conoscenza del territorio rappresentano un patrimonio fondamentale per la sopravvivenza del gruppo, specialmente nell'habitat naturale in presenza di periodi di siccità o minacce. I maschi, invece, tendono a lasciare il gruppo familiare al raggiungimento della maturità sessuale, conducendo una vita più solitaria o formando gruppi temporanei con altri maschi.
La complessità della società degli elefanti è evidente anche osservando le interazioni tra i diversi membri, queste infatti non sono funzionali solo alla sopravvivenza, ma includono anche il gioco, le dimostrazioni di lutto per la morte di un compagno, e ovviamente la cura dei piccoli.
Il "circolo di fiducia", o "circolo di allerta", rientra proprio tra le risposte che il gruppo come unità sociale mette in atto per proteggere gli elementi più fragili da una minaccia. Quando un membro del gruppo avverte un potenziale pericolo, come la presenza di un predatore o un evento naturale come un terremoto, emette un segnale d'allarme. Gli altri elefanti formano quindi un cerchio compatto, con i piccoli protetti al centro e le femmine adulte disposte all’esterno, esattamente come si vede nel video dello zoo di San Diego. Questo alert circle può essere attivato anche in situazioni ambigue, in cui il gruppo ha bisogno di tempo per valutare la natura della minaccia prima di decidere se fuggire o confrontarsi con il pericolo.