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Sono loro malgrado famosi in tutto il mondo: gli asini di Santorini fanno parte da secoli della storia dell'isola, ora al centro della cronaca internazionale per le continue scosse di terremoto che hanno portato migliaia di persone a fuggire e che solo nella scorsa notte si sono ripresentate: la più intensa con magnitudo 5.2.
Da secoli questi animali sono stati utilizzati come mezzo di trasporto per superare le ripide pendenze caratteristiche di questa perla dell'Egeo, portando sul loro dorso – attraverso sentieri e scalinate – sempre più turisti nel corso del tempo, soprattutto nei villaggi di Fira e Oia.
Da animali addomesticati per portare carichi pesanti, gli asini sono diventati una vera e propria attrazione turistica: sono tantissimi i visitatori che li scelgono per esplorare parti dell'isola. Si tratta ormai di un vero e proprio business che porta indotto alla comunità locale ma che è stato messo in luce dalle associazioni animaliste per come vengono trattati: gli asini spesso sono sovraccaricati e costretti a lavorare sotto il sole cocente senza mai fare una pausa.
Da una settimana, intanto, animali e persone a Santorini stanno vivendo una situazione di pericolo e costante allarme a causa delle scosse che ogni giorno continuano a scuotere l'isola. Ad oggi più di 11.000 persone si sono allontanate dalle loro case, turisti non se ne vedono in giro e alcune parti dell'isola sono rimaste praticamente deserte. L'attenzione, però, è calata nei confronti degli animali e le associazioni locali si stanno impegnando particolarmente per garantire non solo agli asini ma anche ai tanti cani e gatti con e senza umani di riferimento il sostegno necessario in una situazione così critica.
La PETA è stata la prima a segnalare la situazione, rivolgendosi al governo greco per non dimenticare la necessità di mettere in salvo gli animali dell'isola. In una lettera inviata al Primo Ministro Kyriakos Mitsotakis, l'organizzazione per i diritti degli animali ha chiesto misure di protezione immediate per tutti gli asini e i muli. "Bisogna adottare misure immediate per salvaguardare gli animali sull'isola", ha dichiarato il vicepresidente della PETA per il Regno Unito e l'Europa, Mimi Bekhechi. "Asini e muli soffrono già quando vengono sfruttati per le giostre turistiche, ma questi pericoli aggiuntivi potrebbero ucciderli. È giunto il momento di vietare queste giostre crudeli e arcaiche".
Due organizzazioni in loco stanno poi monitorando la situazione e operando sul territorio per la tutela degli animali presenti: Stray Paws e la Santorini Animal Welfare Association (SAWA).
SAWA ha una sede in cui ospita diverse specie tra cui cani, maiali, capre, pecore, cavalli, asini, muli e uccelli. L'associazione ha reso noto che le strutture in cui vivono gli animali non sono a rischio crollo, perché costruite con materiali leggeri come container e stalle in legno. I volontari, però, nel caso le cose peggiorino, hanno rinforzato alcune aree per garantire che gli animali possano continuare ad avere un ricovero protetto ma senza rischi in caso di scosse più pesanti.
Stray Paws invece si occupa principalmente dei cani liberi con attività di monitoraggio, vaccinazioni e sterilizzazioni. Sul loro account Facebook hanno così descritto la situazione attuale: "Non abbiamo intenzione di andarcene … oltre ai 53 cani del rifugio ci prendiamo cura anche di dare da mangiare ogni giorno, agli animali randagi che vivono per strada. Insieme a noi, sull'isola sono rimaste anche altre persone che si sono offerte volontarie per aiutare a nutrire i cani, e questo è molto importante. La necessità di cibo secco non si ferma mai. E anche quella di adozioni”.
Anche da Atene si sono mossi i volontari animalisti, soprattutto attraverso il coordinamento di Dogs' Voice , associazione che conta oltre 70 mila sostenitori e che ha già inviato cibo per cani e gatti a Santorini. L'invito ai residenti, in generale, da parte di questa organizzazione e tutti coloro che si occupano di benessere animale è di mantenere la calma e a non abbandonare gli animali domestici.
Terremoto a parte, la situazione di sfruttamento degli asini di Santorini è comunque sotto gli occhi di tutto il mondo, considerando proprio la quantità di turisti che affolla l'isola greca. Acune autorità locali e associazioni hanno promosso misure per migliorare il benessere degli animali, tra cui: limiti di peso per i passeggeri, orari di lavoro meno serrati e l'adozione di alternative come funicolari.
Gli asini di Santorini restano simboli importanti e rappresentativi dell'isola, ma è tempo ormai che si badi a loro non per farsi la foto ricordo da portare a casa una volta rientrati dalle vacanze ma per far conoscere a tutti come realmente stanno le cose.