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L'evoluzione umana viene ancora troppo spesso rappresentata come una linea retta che parte da una scimmia quadrupede e finisce con un Homo sapiens bipede e in giacca e cravatta. Questa "marcia verso il progresso" è però concettualmente errata, oltre che fuorviante. L'evoluzione non è lineare, né "migliorativa" e soprattutto è molto più intricata, complessa e affascinante di così. Noi esseri umani non discendiamo dalle scimmie che conosciamo oggi, ma condividiamo con loro un antenato comune. Apparteniamo tutti al grande gruppo delle cosiddette scimmie antropomorfe, gli ominoidi: una super-famiglia che include oltre a noi anche gibboni, oranghi, gorilla, scimpanzé e bonobo.
E se è vero che tutti questi primati ci sono geneticamente più vicini di altri, ce ne sono due che lo sono più di tutti: gli scimpanzé (Pan troglodytes) e i bonobo (Pan paniscus). Queste due specie non sono i nostri antenati diretti – come ancora si tende spesso a pensare – ma piuttosto i nostri cugini viventi più stretti. Con loro condividiamo un antenato in comune vissuto circa 7 milioni di anni fa: da quel momento, si sono formati due rami evolutivi distinti. Uno ha portato a loro, gli scimpanzé e i bonobo, l'altro a noi e a tutte le specie umane che ci hanno preceduto, come Homo habilis, Homo erectus e i Neanderthal.
Oggi siamo rimasti solo noi "sapiens", ma il legame che ci unisce agli altri rami dell'albero della vita dei primati rimane scritto nelle nostre cellule, nei nostri comportamenti e persino nei nostri pensieri e nelle nostre emozioni. Noi, gli scimpanzé e i bonobo siamo parenti molto stretti e basta anche solo osservarli per capire quanto in comune ancora abbiamo. Negli ultimi decenni, poi, sempre più studi hanno non solo consolidato questa stretta parentela, ma hanno persino assottigliato la distanza tra noi e loro, dimostrandoci non tanto quando di umano ci sia negli altri primati, ma piuttosto quanto di animale sia ancora ben conservato in noi.
6 cose che abbiamo in comune con gli scimpanzé

Quando guardiamo negli occhi uno scimpanzé o di un bonobo, non vediamo solo un altro animale. Vediamo uno sguardo che ci assomiglia, un'intelligenza che riconosciamo, sentiamo emozioni che possiamo comprendere. Al di là della somiglianza fisica, non si tratta infatti solo di un'impressione romantica, ma di un legame biologico scritto in maniera indelebile nel nostro DNA e nella nostra etologia, che sono molto più simili di quanto si possa pensare a quelli delle altre scimmie antropomorfe. Le somiglianze e le cose in comune che condividiamo con scimpanzé e bonobo sono tantissime ed elencale tutte sarebbe impossibile. Ci proviamo comunque, con quelle più evidenti e importanti.
Il DNA

In termini puramente genetici, noi e le altre scimmie antropomorfe siamo quasi identici. Il nostro DNA è per circa il 98,7% identico a quello degli scimpanzé o dei bonobo. Una differenza minima, che però ha portato a due percorsi evolutivi comunque molto diversi. Eppure, dentro di noi si "muovono" gli stessi geni che regolano la crescita, la memoria, le emozioni, il comportamento e perfino alcune malattie. È anche grazie a questa somiglianza che lo studio degli scimpanzé ha permesso alla medicina di fare passi da gigante.
Le emozioni e i legami sociali

Gli scimpanzé e i bonobo provano gioia, tristezza, paura, gelosia in maniera molto simile alla nostra. Formano amicizie, stringono alleanze, si aiutano l'un l'altro e, a volte, entrano in conflitto, scatenando vere e proprie guerre. I legami sociali sono profondi, duraturi e indispensabili: le madri restano accanto ai figli per anni, insegnando loro come vivere nel gruppo, come usare strumenti, come affrontare i pericoli. Anche le alleanze tra adulti sono fondamentali e come la politica umana influenzano e governano le dinamiche di potere e le gerarchie di gruppo.
La fabbricazione e l'uso di strumenti

Per molto tempo si è pensato che solo noi esseri umani fossimo in grado di costruire e usare strumenti. Poi sono arrivati Jane Goodall e i "suoi" scimpanzé. In natura, questi primati usano bastoncini per estrarre le termiti, sassi per rompere noci, foglie per raccogliere l'acqua e persino insetti e erbe come medicinali. Non solo: insegnano ai più giovani come fare, trasmettendo il sapere da una generazione all'altra. Una vera e propria cultura materiale, fatta di oggetti e conoscenze che cambiano tra i vari gruppi e le varie popolazioni locali.
La comunicazione

Gli scimpanzé e i bonobo non parlano (anche se possono "imparare" la nostra lingua), ma comunicano in tantissimi altri modi. Usano gesti, vocalizzazioni, richiami, espressioni facciali. Possono indicare, richiamare l'attenzione, chiedere aiuto, minacciare o accogliere. Alcuni studi hanno mostrato che sono anche in grado di imparare il significato di simboli e parole, soprattutto nei contesti di interazione con gli esseri umani. È un linguaggio diverso dal nostro, ma altrettanto ricco e funzionale che si basa sugli stessi presupposti biologici di quello umano.
La capacità di provare empatia

Uno degli aspetti più sorprendenti è la capacità di scimpanzé e bonobo (ma anche di altri primati) di mettersi nei panni degli altri, provare ciò che sta provando un loro simile. Gli scimpanzé e i bonobo consolano chi è in difficoltà, cercano di mediare nei conflitti tra i vari membri del gruppo, si prendono cura dei più deboli, adottano piccoli rimasti orfani. Questa empatia spontanea, che per lungo tempo è stata ritenuta esclusiva di noi umani, ha invece radici biologiche molto più profonde e antiche nel grande albero della vita.
Fare sesso non solo per procreare

Un'altra caratteristica condivisa con scimpanzé e bonobo è quella di fare sesso non solo a scopi riproduttivi, ma anche per ragioni sociali. Anche le altre scimmie utilizzano i rapporti sessuali per risolvere conflitti, per fare pace dopo un litigio o per rafforzare i legami, un comportamento non molto diffuso negli altri animali. Inoltre, proprio come nella nostra specie, sia negli scimpanzé che nei bonobo i rapporti sessuali a scopo non riproduttivo avvengono comunemente in combinazioni sia eterosessuali che omosessuali.
Queste erano solo alcune delle cose che abbiamo in comune con le altre grandi scimmie. L'elenco potrebbe essere praticamente infinito, cosa che ci ricorda anche perché studiare gli scimpanzé e i bonobo non è solo una questione scientifica. È anche un modo per conoscere meglio noi stessi, per ritrovare in loro le tracce di ciò che eravamo e soprattutto di ciò che ancora siamo: scimmie tra altre scimmie. In un mondo che cambia alla velocità della luce, il legame con gli altri primati dovrebbe aiutarci a rallentare e a farci riflettere. Non siamo poi così soli e unici sul grande albero della vita. E custodire e proteggere anche tutti gli altri rami significa anche conservare una parte della nostra stessa storia.