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22 Ottobre 2024
10:47

Giulia Manfrini morta trafitta da un’aguglia, l’esperta: «Non attaccano intenzionalmente. Incidente molto sfortunato»

È stata un'aguglia e non un pesce spada a trafiggere e a causare la morte della surfista Giulia Manfrini lo scorso 18 ottobre alle isole Mentawai, Indonesia. «Sicuramente non si è trattato di un attacco intenzionale, ma di un incidente incredibilmente sfortunato», spiega l'esperta Teresa Romeo.

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Lo scorso 18 ottobre la surfista e influencer italiana Giulia Manfrini è morta dopo essere stata trafitta da un pesce mentre si allenava alle isole Mentawai, nei pressi dell'isola indonesiana di Sumatra. Come ha raccontato a Fanpage.it Massimo Ferro, il fidanzato di Giulia Manfrini che era con lei, la 36enne è stata colpita in pieno petto da un'aguglia emersa improvvisamente dall'acqua che le ha causato una ferita profonda 5 cm. Non si è trattato quindi né di un pesce spada né di un marlin, come inizialmente riportato.

Incidenti del genere, per quanto rari, sono già stati riportati in passato e per provare a fare chiarezza sulla dinamica e sul comportamento di questi animali, abbiamo contattato Teresa Romeo, esperta nello studio del comportamento di specie pelagiche e dirigente di ricerca presso la Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli.

«Sicuramente non si è trattato di un attacco intenzionale, ma di un incidente incredibilmente sfortunato. Le aguglie saltano spesso fuori dall'acqua, come i pesci spada e i marlin. Lo fanno per sfuggire ai predatori, per attrarre un partner o quando vengono spaventati da un potenziale pericolo. La ragazza si è trovata purtroppo nel posto sbagliato al momento sbagliato», spiega la dottoressa Romeo.

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Le aguglie si muovono spesso in gruppo e saltano fuori dall’acqua soprattutto per sfuggire a un pericolo

L'aguglia (famiglia Belonidae), da non confondere con l'aguglia imperiale (Tetrapturus belone) che è un vero marlin tipico del mar Mediterraneo, è un pesce di piccole o medie dimensioni, lungo al massimo 90 cm a seconda della specie, dotato di un becco corneo duro che, nella maggior parte dei casi, è più lungo e affilato nella mascella inferiore. Come accade nei pesci spada, viene utilizzato sia durante la caccia ai piccoli pesci che, molto probabilmente, nella comunicazione interspecifica e nella ricerca di un partner.

«Sono pesci gregari e si muovono spesso in gruppo. Molto probabilmente, hanno visto nella sagoma della tavola un potenziale predatore e una di loro è saltata dall'acqua per scappare. Accade spesso quando un gruppo viene separato da un predatore e per sfuggirgli le aguglie adottano anche il jumping. Ho studiato personalmente le interazioni e gli incidenti tra esseri umani e pesci spada nel Mediterraneo e posso escludere che si sia trattato di un attacco intenzionale: non accade mai», sottolinea Teresa Romeo.

Fino a oggi sono riportati diversi incidenti o casi simili – circa una decina – attribuibili genericamente alle aguglie che rimangono quindi estremamente rari e concentrati soprattutto nel Pacifico e nel Sud-est asiatico. Quasi sempre si tratta di individui che saltano fuori d'acqua colpendo involontariamente pescatori, surfisti e bagnanti. Ancora più rari sono invece gli incidenti con pesci di grandi dimensioni, come i veri spada o i marlin, spesso erroneamente indicati come colpevoli per via delle maggiori dimensioni e della lunghezza dei loro rostri.

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A differenza dei pesci spada, possiedono un "becco" corneo duro e molto sottile

«Io stessa sono stata "attaccata" da un pesce spada mentre ero su una piccola imbarcazione. Un pesce era stato arpionato e risalendo velocemente in superficie ha colpito a tutta velocità la barca, trafiggendola. Mi sono trovata la spada a pochi centimetri da me. Sono stata molto fortunata. Si trattava comunque di una reazione, rivolta forse all'imbarcazione, ma di certo non a noi. Anche tutti gli altri casi di cui mi sono occupata erano accidentali, con animali arpionati o presi all'amo che hanno reagito non con l'intenzione di attaccare», spiega ancora Romeo.

Anche nel Mediterraneo vivono aguglie e pesci spada simili alle specie protagoniste dell'incidente che ha coinvolto Manfrini e non solo. Le specie più diffuse sono proprio il pesce spada (Xiphias gladius) e, per quanto riguarda le aguglie, quella comune (Belone belone). Ma sia per quanto riguarda gli spada che le aguglie, le probabilità di incidenti nelle nostre acque sono estremamente basse. « Da quello che sappiamo, i pochissimi incidenti con gli spada sono tutti accidentali, mentre per quanto riguarda le aguglie non è mai capitato – conclude Teresa Romeo – nei nostri mari, tra l'altro, sono sempre più rare e stanno diminuendo velocemente. È molto improbabile che accada quindi un incidente del genere».

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