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27 Gennaio 2025
13:26

Giornata della memoria, “Maus”: il fumetto che racconta l’Olocausto attraverso gli altri animali

Nel giorno della Memoria, che si celebra il 27 gennaio di ogni anno, è importante ricordare anche Maus, un fumetto che attraverso un racconto antropomorfo ha descritto l'orrore della Shoa. Topi, gatti, cani e altre specie: ecco perchè Art Spiegelman ha scelto questi animali.

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E' il 1986 quando Art Spiegelman pubblica "Maus", un fumetto attraverso il quale il disegnatore svedese riuscì a fare ciò che ancora nessuno aveva osato: raccontare attraverso la punta di una matita l'Orrore con la O maiuscola. La O di Olocausto in particolare, una tragedia che dal 1 novembre 2005, a seguito di una risoluzione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, viene ricordata attraverso la Giornata della Memoria ogni 27 gennaio. Una data scelta in occasione del giorno in cui, nel 1945, i soldati dell'ex Unione Sovietica, "l'Armata Rossa", entrarono nel campo di concentramento di Auschwitz.

Maus è un fumetto che racconta l'efferatezza della vita in un campo di concentramento e la storia di come si svolse quel periodo buio della nostra Storia attraverso una visione antropomorfa, ovvero utilizzando dei personaggi animali dal profilo umanizzato. Con questo fumetto Spiegelman ha vinto il premio Pulitzer nel 1992 e ha così voluto a sua volta onorare la memoria dei sei milioni di ebrei, e non solo, sterminati dai nazisti e per conservare il ricordo dei suoi genitori Vladek e Anja, sopravvissuti all'Olocausto.

Con Maus, inoltre, il fumettista ha dato vita al filone della graphic novel tratteggiando la nostra parte peggiore con l'espediente dell'uso degli animali per descrivere caratteristiche prettamente umane, una modalità che fa parte della storia dell'arte dell'essere umano sin dagli albori, del resto.

La letteratura è infatti piena di personaggi la cui psicologia è prettamente umana ma che prendono le fattezze di altri animali: da "Il libro della giungla" fino a "Cappuccetto rosso" giusto per fare degli esempi. In una vasta fenomenologia del genere antropomorfo si cala dunque l'opera di Spiegelman che si dipana per il lettore attraverso un doppio racconto temporale: una parte racconta infatti la vita dei genitori prima dell'internamento e un'altra descrive cosa è accaduto dopo, ovvero come sono riusciti ad andare avanti dopo essere sopravvissuti ad Auschwitz.

Quali sono gli animali che il fumettista ha scelto per descrivere ciò che ancora oggi è così difficile da comprendere? Ce ne sono di diverse tipologie: topi, cani, gatti, maiali, rane, pesci, cervi, falene e ibridi. Ecco perché.

Topi – Ebrei. Chi sono i topi nell'immaginario collettivo? Animali da sterminare. Del resto lo stesso Reich spesso rappresentava così gli ebrei. Ma nella scelta della specie da attribuire alle vittime della Shoah c'è anche  la radice comune della parola "maus" ("topi") e il verbo "mauscheln" in tedesco che, durante il governo nazista, veniva utilizzato in Germania per dire a qualcuno in senso dispregiativo che "parlava come un ebreo". In origine, in realtà, il termine non era legato agli ebrei nello specifico ma indicava una qualsiasi persona che aveva un comportamento fraudolento negli affari.

Gatti – Tedeschi. I felini vengono scelti da Spiegelman perchè rappresentano in generale tra tutti gli animali domestici quelli che possono far risaltare l'aspetto predatorio dei nazisti. Chiaramente gioca tanto anche il rapporto in natura dell'eterno "odio" tra gatti e topi.

Cani – Americani. I cani sono gli animali che per antonomasia che per gli esseri umani sono considerati fedeli, leali e rappresentano il simbolo dell'amicizia. Qualcuno ha avanzato anche l'ipotesi che la scelta sia ricaduta su questa specie nel fumetto perché le truppe americane, durante la Seconda Guerra Mondiale, erano soprannominate "Dog Face".

Maiali – Polacchi. La scelta di associare il popolo polacco ai suini è costata cara a Spiegelman in termini di polemiche. L'autore è dovuto intervenire infatti diverse volte per spiegare perché avesse scelto una specie che associata a un essere umano nel linguaggio comune, e possiamo dire mondiale, non ha di certo un'accezione positiva. Il fumettista ha dichiarato che aveva così rappresentato i polacchi facendo riferimento alla tradizione agricola locale ma nel libro emergono aspetti caratteriali che mostrano come caratteristiche dei personaggi avidità, mancanza di compassione e empatia nei confronti degli ebrei che vivevano ed erano a tutti gli effetti polacchi. Il fumetto è stato molto criticato in Polonia e ancora oggi non è particolarmente amato.

Rane – Francesi. Diverse fonti riportano che i francesi sono stati disegnati come rane perché si cibano di questi animali. Americani e inglesi ancora oggi li appellano "mangiarane".

Pesci – Inglesi. Le flotte della Gran Bretagna erano potenti e ammirate. Spiegelman ha associato le navi delle Corona agli abitanti del mare per antonomasia: i pesci.

Cervi – Svedesi. Abitano la Svezia e sono animali particolarmente schivi e riservati. Questa doppia visione dei cervi ha fatto sì che il disegnatore trasformasse gli svedesi in cervi, considerando anche il non coinvolgimento di questo paese durante la Seconda Guerra Mondiale.

Falene – Zingari.  Spiegelman non ha dimenticato che oltre a sei milioni di ebrei furono perseguitati e sterminati dai nazisti anche gli zingari. I lepidotteri notturni rappresentano così le altre vittime dell'Olocausto e la scelta delle falene era per ricordare la caratteristica principale di una popolazione non stanziale.

Ibridi – Sono le persone che avevano nel loro albero genealogico origini sia tedesche che ebree: nel fumetto sono disegnate come topi che hanno macchie sulla pelle simili al pelo dei gatti.

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