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La violenza sugli animali in nome della religione è uno degli aspetti più sottovalutati dello sfruttamento messo in atto dall'essere umano. Proprio questo fenomeno è il soggetto dell'ultimo lavoro cinematografico dedicato al mondo animale di Kip Andersen e Kameron Waters, il documentario Christspiracy.
I due registi, già autori di Seaspiracy e Cowspiracy, che raccontano la violenza e l'ambiguità dell'industria ittica e della carne, sono tornati a raccontare lo sfruttamento animale. Questa volta però lo fanno partendo dalla domanda: "Esiste un modo spirituale o etico per uccidere un animale?".
Il risultato di questa indagine, condotta ascoltando teologi, archeologi, contadini e fedeli di diverse religioni, è un nuovo documentario uscito nelle sale italiane in concomitanza con il periodo pasquale, quando il consumo di carne d'agnello diventa tradizione religiosa.
Christspiracy: Gesù era vegetariano
Il documentario, già in tour lo scorso anno negli Stati Uniti, si propone di svelare quello che per i registi è "il più grande insabbiamento degli ultimi 2000 anni", facendo luce su sulla figura di Gesù Cristo e sul suo rapporto con il rispetto della vita.
Per promuovere la visione del documentario l'associazione antispecista AnimaLiberAction ha organizzato in diverse città italiane azioni di sensibilizzazione contro la mattanza degli agnelli che avviene sistematicamente nel periodo di Pasqua.
Scopo dei flash-mob che si sono svolti in diverse città è stato anche quello di promuovere Christspiracy davanti a chiese, supermercati, metropolitane con l’obiettivo di portare consapevolezza soprattutto in vista della Pasqua, come ha spiegato Fabiana Giudizioso, segretaria dell’associazione: "Le religioni hanno l’obbligo morale di trasmettere valori quali empatia e tolleranza ma soprattutto mostrare la verità ad ogni costo senza mai ostacolarla".
Quello pasquale è il periodo nel quale, proprio seguendo una lunga tradizione, milioni di agnelli vengono importati e uccisi nei macelli del nostro paese. Un'abitudine che in realtà nasconde motivi ben più prosaici.
Perché mangiare l'agnello a Pasqua non c'entra con la religione
Secondo i cristiani l'agnello simboleggia Gesù Cristo, ma le cose stanno in maniera molto diversa. Come sanno gli addetti al settore, nel periodo primaverile si concentrano la maggior parte delle nascite di ovini.
La tradizione di mangiare l'agnello a Pasqua è nata anche perché gli allevatori che sfruttano le pecore e le capre per il latte si trovavano a dover gestire una quantità di agnellini e capretti. Unendo la simbologia cristiana a una necessità concreta, quella di ricavare profitto e liberarsi della mole di nuovi nati, è nata la tradizione uccidere gli agnelli sulle tavole pasquali.
Con l'avvento del consumismo la tradizione di mangiare agnelli in nome di un precetto religioso ha fatto alzare la domanda in Italia in maniera esponenziale. Oggi sono circa 300 milioni gli agnellini macellati in Italia, dove si trova il più grande mattatoio per ovini d'Europa, e molti di questi vengono dagli allevamenti dell'Est Europa.