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La convivenza tra gatti e donne in gravidanza è spesso oggetto di preoccupazioni e falsi miti tanto diffusi da alimentare paure ingiustificate. Molti credono che i gatti siano pericolosi per il feto o che la loro presenza aumenti il rischio di malattie per la futura mamma. Tra i miti più diffusi sono che una donna incinta non possa toccare il proprio gatto e che la toxoplasmosi, una malattia spesso associata ai felini, sia inevitabile e altamente rischiosa.
In realtà, la convivenza tra una donna incinta e il suo gatto è del tutto possibile e sicura, a patto di adottare alcune semplici precauzioni in casi particolari. Vediamo di quali si tratta con l'aiuto di Giuseppe Borzacchiello, docente di fisiopatologia veterinaria all'Università Federico II di Napoli.
I gatti sono davvero pericolosi per le donne incinte?
Iniziamo subito col dire che i gatti non sono pericolosi per le donne in gravidanza. Questo timore nasce da informazioni parziali o errate che collegano la presenza di un gatto a presunti rischi per il feto. In realtà, con qualche accorgimento, una donna incinta può tranquillamente convivere con il proprio felino senza preoccupazioni.
Una delle paure principali riguarda l'associazione tra donne in gravidanza e toxoplasmosi, ma il rischio di contrarla direttamente dal proprio gatto è molto basso. La malattia si trasmette principalmente attraverso il consumo di carne cruda o poco cotta, verdure non lavate e acqua contaminata, come spiega Borzacchiello: "Come rileva anche un recente studio pubblicato sul British Medical Journal, il primo pericolo per le donne gravide di contrarre la toxoplasmosi è il consumo di carne cruda o poco cotta, perché questi sono i veicoli principali di trasmissione. Il pericolo potrebbe sussiste sono nel caso la donna gravida entri in contatto con gatti liberi che hanno la possibilità di contrarre la toxoplasmosi, e quindi di trasmetterla, perché si sono nutriti di una carcassa infetta".
Non tutti i gatti sono portatori del parassita, e anche se lo fossero, le oocisti (cioè le forme infettive del parassita) si trovano solo nelle feci di un gatto infetto e diventano pericolose solo dopo almeno 24 ore di permanenza nell’ambiente.
Seguendo semplici norme igieniche, come lavarsi le mani dopo aver pulito la lettiera o affidare questa mansione a un’altra persona, il rischio diventa praticamente nullo. Quindi, non c’è alcuna ragione per separarsi dal proprio gatto durante la gravidanza.
Toxoplasmosi e donne in gravidanza, cosa c’è da sapere
La toxoplasmosi è un’infezione causata dal parassita Toxoplasma gondii. Nella maggior parte delle persone sane non provoca sintomi o si manifesta in forma lieve, simile a un’influenza, anche se recenti studi hanno associato alla toxoplasmosi un fattore di rischio per la schizofrenia. Il problema principale riguarda le donne che contraggono la malattia per la prima volta durante la gravidanza, poiché il parassita può attraversare la placenta e causare problemi al feto.
Tuttavia, il rischio di contrarre la toxoplasmosi da un gatto che vive in casa è molto basso. Il parassita infatti si trova solo nelle feci di un gatto infetto e le oocisti diventano infettive solo dopo almeno 24 ore. Ciò significa che, se la lettiera viene pulita quotidianamente e con le dovute precauzioni, il rischio di contagio è estremamente ridotto.
"Un gatto portatore di toxoplasmosi elimina il parassita con le feci in una forma immatura che ha bisogno di tempo nella lettiera per vitalizzarsi – conferma l'esperto – Se la lettiera viene pulita ogni giorno, e prima e dopo l'operazione ci si lava bene le mani, il rischio è nullo. Le fonti di contagio per la toxoplasmosi sono altre".
È molto più probabile che una donna contragga la toxoplasmosi consumando carne cruda o poco cotta, frutta e verdura non lavate oppure manipolando del terreno contaminato senza guanti. Per questo motivo durante la gravidanza è importante prestare attenzione indipendentemente dalla presenza di un gatto in casa.
inoltre, molte donne hanno già sviluppato un’immunità alla toxoplasmosi prima della gravidanza, senza nemmeno saperlo. Per verificarlo basta un semplice esame del sangue, eliminando così ogni preoccupazione.
Una donna incinta può coccolare il gatto!
Uno dei falsi miti più diffusi è che una donna incinta non possa accarezzare o coccolare il proprio gatto. In realtà, non c’è alcun pericolo nel farlo. Il parassita responsabile della toxoplasmosi non si trasmette attraverso il pelo del gatto, la saliva o il contatto con le zampe.
Le future mamme possono quindi godersi le coccole con il loro gatto senza timori. A livello emotivo, il legame con un animale domestico può essere un grande supporto durante la gravidanza, aiutando a ridurre lo stress e offrendo conforto nei momenti di stanchezza o ansia.
L’unica precauzione da adottare riguarda le normali norme igieniche: è sempre una buona abitudine lavarsi le mani dopo aver toccato il gatto, soprattutto prima di mangiare o di toccarsi il viso. Questo vale per tutti, non solo per le donne in gravidanza.
Se il gatto ha l’abitudine di uscire di casa e potrebbe entrare in contatto con terra o altri animali, è consigliabile spazzolarlo regolarmente per rimuovere sporco e residui esterni. Anche in questo caso, però, il rischio di contagio, come abbiamo visto, resta minimo.
Quando un gatto è "pericoloso" per una donna incinta
L’unico caso in cui un gatto potrebbe rappresentare un rischio per una donna in gravidanza è se vive all’aperto e si nutre di prede, come topi o uccelli che potrebbero essere infetti. "Questo avviene perché il parassita si va a localizzare nell'intestino e quindi il gatto espelle con le feci le oocisti. Anche se lo fa nella lettiera però il contagio non è automatico, bisogna solo prestare maggiore attenzioni alle norme igieniche".
Un gatto che ha accesso libero all’esterno quindi ha più possibilità di entrare in contatto con il Toxoplasma gondii, ma anche in questo caso il rischio di trasmissione alla sua umana è estremamente basso, soprattutto se la lettiera viene pulita regolarmente e si adottano le giuste precauzioni.
Per garantire un ambiente sicuro, è sempre utile che il gatto sia sottoposto a controlli veterinari regolari e che riceva tutte le vaccinazioni necessarie. Un gatto sano che a casa può contare su un ambiente pulito non rappresenta alcuna minaccia per una donna incinta.