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28 Febbraio 2025
19:24

Gatta colpita da un proiettile a Prato, è il quinto caso in tre settimane: “Qualcuno si diverte a uccidere”

Una gatta è rimasta paralizzata dopo essere stata colpita dal proiettile sparato da una carabina ad aria compressa. Questo è il quinto caso in poco più di un mese nella provincia di Prato. Il presidente della locale sezione della Lav Cristiano Giannesi spiega a Fanpage.it che "si tratta di una escalation di violenza in cui si inizia a maltrattare l'animale e si finisce con le persone".

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La gatta paralizzata dopo essere stata raggiunta da un proiettile sparato da un fucile ad aria compressa

Una gatta è rimasta paralizzata dopo essere stata colpita dal proiettile sparato da una carabina ad aria compressa. È successo nella zona di Carmignano, in provincia di Prato, dove da settimane ormai vengono ritrovati gatti seviziati o uccisi brutalmente. Questo è il quinto caso in poco più di un mese.

Raggiunto da Fanpage.it, il presidente della sezione locale della Lav, Cristiano Giannessi, non ha dubbi: "C'è una persona che per problemi psicologici si diverte a uccidere".

Come sta la gatta trovata in fin di vita a Carmignano

La gatta bianca e nera è stata raggiunta da un colpo che le si è conficcato nella colonna vertebrale causando una paralisi completa della parte posteriore del corpo. L'episodio è avvenuto nelle vicinanze di Verghereto e Seano, dove sono stati scoperti nelle scorse settimane gli altri quattro gatti uccisi, per i quali la sede locale dell'associazione animalista Lav ha già richiesto analisi e indagini.

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La gatta è stata raggiunta da un proiettile che le ha paralizzato la parte posteriore del corpo

La gatta è stata immediatamente portata alla Clinica Veterinaria Galilei, dove ha ricevuto le prime cure. Le sue condizioni sono attualmente stabili, ma per poter tornare a camminare dovrà sottoporsi a un delicatissimo intervento chirurgico al Vet Hospital di Firenze per estrarre il proiettile. L’operazione è l’unica speranza per ridurre il dolore e permetterle di recuperare almeno in parte la mobilità. La Lav ha fatto sapere che sosterrà l’intero costo dell’intervento chirurgico e si prenderà cura di lei, prima e dopo l’operazione. Questo però non risolve l'ondata di violenza che si sta abbattendo sugli animali del Pratese.

"Chiediamo un intervento immediato delle autorità affinché questi crimini non rimangano impuniti -hanno spiegato i volontari – Le segnalazioni su gatti scomparsi e maltrattati continuano ad aumentare e il timore che ci sia qualcuno che sta deliberatamente colpendo gli animali è sempre più concreto. Ci costituiremo parte civile e continueremo a denunciare questi atti fino a quando i responsabili non saranno individuati e puniti".

Trovare il colpevole di un crimine del genere però non è semplice, come spiega Giannessi: "L'attenzione è alta, l'opinione pubblica sia qui che nel resto d'Italia è indignata. Però il lavoro delle Forze dell'Ordine non è semplice perché molte zone della città non sono coperte da videosorveglianza, comprese quelle dove sono state trovati i gatti".

Il rischio, secondo l'attivista, è che gli episodi violenti aumentino per numero e intensità: "Vorrei che non si sottovalutassero queste azioni, perché sono crimini, e spesso sono preludio di una escalation di violenza: si inizia a maltrattare l'animale e si finisce con le persone".

Il caso degli altri quattro gatti uccisi

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I tre gatti uccisi a Prato e gettati in un tombino

Il 10 febbraio altri tre gatti erano stati brutalmente uccisi e abbandonati in un tombino. Lì sono rimasti per diverso tempo a decomporsi, tanto che uno è stato rinvenuto con la testa staccata da corpo. In un primo momento si era ipotizzato che fosse stato decapitato, in realtà la necroscopia avrebbe rivelato che la causa della morte, per tutti i gatti era da imputarsi ai forti colpi al capo, mentre la decapitazione sarebbe avvenuta successivamente, in conseguenza della decomposizione.

Poco dopo, il 16 febbraio, anche un quarto è stato trovato privo di vita nel fiume Furba, a Seano. Dall'analisi anatomopatologica è emersa un'estesa emorragia sottocutanea nella regione occipitale, frontale e parietale e fratture craniche multiple oltre che della mandibola e del palato, a dimostrazione di un impatto violento e mirato alla testa. Gli arti e gli organi interni invece non sono stati colpiti e non sono stati rilevati segni di trascinamento sull'asfalto, indizi che hanno fatto escludere agli esperti che hanno condotto le analisi l'ipotesi di un investimento stradale. Le lesioni sarebbero compatibili con un forte colpo inferto da un oggetto contundente, un atto intenzionale.

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