
Secondo il nuovo protocollo Ispra, Regioni e Province Autonome potranno abbattere una quota di lupi ritenuti pericolosi. Nel suo ultimo documento tecnico l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale stabilisce che le amministrazioni potranno richiedere abbattimenti in deroga nel caso di lupi confidenti, pericolosi, oppure in caso di attacchi ripetuti alle aziende zootecniche.
Una notizia accolta con entusiasmo dal presidente della Provincia Autonoma di Trento, Maurizio Fugatti: "Il nuovo protocollo ISPRA rappresenta un passo avanti nella gestione della presenza del lupo". Secondo le stime sulla popolazione di lupo in Trentino, qui sarà possibile abbattere tra i 3 e i 5 individui all'anno.
Di opinione radicalmente diversa le opposizioni che siedono nel suo Consiglio provinciale, in prima linea Filippo Degasperi, della lista civica Onda, che raggiunto da Fanpage.it spiega: "È solo propaganda, come ormai si sta facendo da un po' di anni, per mascherare il vuoto dal punto di vista della gestione dei grandi carnivori".
L'opposizione: "Il vero tema è la coesistenza"
Non è la prima volta che Fugatti esulta davanti al via libera agli abbattimenti di grandi carnivori: avvenne lo stesso nel marzo 2024 quando il suo Consiglio licenziò il controverso ddl n. 11, ribattezzato "Ammazza-orsi" perché modificando una legge regionale dava all'amministrazione provinciale la possibilità di abbattere fino a 8 orsi all'anno.
In quel caso la legge portava la firma dell'assessore Roberto Failoni e aveva una precisa valenza politica. Nel caso del protocollo Ispra sui lupi, invece, Degasperi denuncia la estraneità della Provincia: "Fugatti non ha niente a che fare con questo, sono scelte fatte altrove, anche se è ovvio che lui poi le userà per i suoi fini. Il suo fine non è gestire i grandi carnivori ma far vedere che lui ha i muscoli, facile così, con la carabina sono capaci tutti. Più che i muscoli ci vorrebbe invece l'intelligenza".
Aumentare il numero degli abbattimenti però non garantisce una migliore convivenza, secondo il consigliere: "Si tratta di interventi che non producono nulla di utile. Il tema è la coesistenza. Abbattere cinque lupi all'anno mitiga o risolve i problemi degli allevatori? No. C'è poi il tema sicurezza – aggiunge Degasperi – anche in questo caso ci sono delle contraddizioni: se per motivi di sicurezza ci fosse bisogno di sei abbattimenti cosa si fa?".
Con l'aumento del numero di lupi in tutta Italia, stimato proprio dall'Ispra in 3.500 individui, sono aumentate anche le predazioni ai danni alle aziende zootecniche. Per mitigarne gli effetti negativi gli esperti, Ispra compresa, consigliano una serie di misure che contemplano recinzioni più moderne e l'impiego di cani da guardiania, strumenti che dovrebbero essere messi a disposizione delle amministrazioni locali e sul cui impiego l'autorità pubblica dovrebbe vigilare.
Secondo Degasperi mancano totalmente gli strumenti di gestione dei grandi carnivori: "L'altro giorno è stato visto un orso che rovistava tra i rifiuti nel mezzo del paese. Lo ha fatto perché i rifiuti erano disponibili sulla strada, quindi lamentarsi perché un orso è entrato in paese è pretestuoso, e sbandierare gli abbattimenti è solo propaganda".
Cosa prevede davvero il nuovo protocollo Ispra
Nonostante il declassamento nella Convenzione di Berna, il lupo resta una specie protetta dalla Direttiva Habitat, a questo scopo il protocollo dell'Ispra dà indicazioni ai territori gestirlo e i primi passi sono l'eliminazione di tutto ciò che può attirare il lupo vicino ai centri abitati, e mettere in atto tutte le eventuali azioni di dissuasioni necessarie. Solo nel caso nulla funzioni allora si potrà procedere con la rimozione.
I nuovi protocolli tecnici hanno però una novità: per la prima volta fissano una quota massima di prelievi suddivisa su base regionale in base ai dati del censimento nazionale del 2021.