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29 Aprile 2025
16:14

“Fotografa chi non raccoglie la cacca dei cani”: in Italia la gogna dei social mentre in Inghilterra si valuta l’impatto ambientale dei sacchetti

In Italia ancora si combatte la maleducazione delle persone che non raccolgono le deiezioni dei propri compagni a quattro zampe, mentre in Inghilterra si valutano soluzioni alternative addirittura all'uso di sacchetti biodegradabili il cui smaltimento non è così ecologico come si pensava.

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Mentre in Italia ancora non riusciamo a disciplinare il comportamento incivile delle persone che hanno un cane e lasciano le deiezioni in strada, in inghilterra ci si interroga su quale sia il corretto smaltimento delle feci di Fido in relazione all'impatto ambientale che hanno e all'uso dei sacchetti.

Paese che vai, del resto, usanze e senso civico – soprattutto – che trovi e mentre da noi continuano a proliferare pagine sui Social Network in cui persone stremate dalla maleducazione e dall'assenza di controlli specifici da parte delle istituzioni al fine di multare i trasgressori propongono la gogna pubblica, un articolo del Guardian ci dimostra come nel Regno Unito il problema non sia più educare le persone ma valutare l'impatto ecologico dei sacchetti per la raccolta.

In Italia la lotta eterna contro chi non raccoglie le deiezioni che fa danni anche alle persone rispettose della legge e delle regole di convivenza

In realtà l'idea di immortalare chi lascia in strada le deiezioni del cane non è solo un'iniziativa privata dei cittadini ma un'ipotesi che aveva annunciato di voler mettere in atto, ad esempio, anche un rappresentante delle Istituzioni: il Sindaco di Cosenza. L'annuncio era stato fatto dal Primo Cittadino Franz Caruso in persona lo scorso febbraio che aveva dichiarato di voler installare delle foto trappole in città per acciuffare coloro che, bene ricordarlo, si macchiano di un illecito che comporta una sanzione pecuniaria di entità variabile a seconda dei Comuni e che in alcuni casi – come ha spiegato l'avvocato Salvatore Cappai su Kodami, può portare il responsabile ad una condanna in sede penale: "La giurisprudenza infatti riconduce la condotta alla fattispecie prevista dall’articolo 639 del codice penale, che punisce il ‘deturpamento e imbrattamento di cose altrui'. La norma citata, nello specifico, stabilisce che coloro che deturpano o imbrattano cose mobili o immobili altrui sono puniti, della persona offesa, con la multa fino a 103 euro".

Nonostante dunque l'impegno (alternante) delle istituzioni tra campagne di sensibilizzazione e un aumento del controllo in strada le nostre città sono ancora ricoperte di feci non raccolte e la reazione purtroppo di chi subisce l'indifferenza altrui verso la cura dei beni comuni viene spesso pagata anche da persone di riferimento dei cani che invece sono assolutamente ligie al dovere. Sì, atteggiamenti di quello che è vero e proprio menefreghismo da parte di alcuni comportano conseguenze nei confronti di un'intera categoria di persone e, purtroppo, anche sentimenti avversi verso i cani, chiaramente unici a non avere alcuna responsabilità al riguardo.

Quanto è ecologico raccogliere le deiezioni con i sacchetti di plastica? La riflessione che arriva dal Regno Unito

"Ogni giorno nel Regno Unito 1.000 tonnellate di escrementi canini finiscono a terra: come possiamo ridurne l'impatto ambientale? Gli scienziati valutano le opzioni migliori, dal gettarli nel sottobosco al riutilizzo dei giornali". Inizia così il lungo approfondimento che il quotidiano inglese ha dedicato a quello che viene considerato un vero e proprio problema di tutela dell'ambiente, ovvero la conseguenza provocata dall'utilizzo dei sacchetti di plastica per la raccolta delle deiezioni di Fido.

L'articolo a firma della giornalista Kate McCusker mette in dubbio l'efficacia delle soluzioni attualmente adottate dalle persone che hanno un cane e devono appunto raccogliere le deiezioni. In particolare è stata interpellata una scienziata ambientale, Laura Young, che ha speso parte della sua ricerca scientifica a cercare soluzioni alternative all'utilizzo dei sacchetti di plastica monouso che lei stessa ha a lungo utilizzato per le passeggiate con il suo cane. Ciò che emerge è che seppure vi siano in commercio prodotti che sono biodegradabili o compostabili, la loro reale efficacia a tutela dell'ambiente viene messa in dubbio. I sacchetti – secondo l'esperta – non si degradano come dovrebbero e la loro ‘durata' all'interno delle discariche ha tempi lunghissimi, a causa anche dell'assenza di luce e di ossigeno di cui avrebbero bisogno per ‘sparire' per sempre e non causare danni alla Terra. Lo stesso processo di produzione, secondo quando riportato, determina costi ambientali alti e diventando comunque concime per determinate tipologie di piante a discapito della stessa necessità di mantenere intatta la biodiversità.

Quali soluzioni ci sono, dunque? Emergono dall'articolo diverse opzioni, tra pareri di altri esperti e anche esperienze dirette di persone con cani che hanno da soli valutato l'impatto negativo e trovato metodi alternativi al sacchetto di plastica. Esempi citati sono il riutilizzo di imballaggi di plastica di cui si è già in possesso o l'uso di sacchetti idrosolubili.

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