![Immagine](https://staticfanpage.akamaized.net/wp-content/uploads/sites/38/2025/02/iStock-974827064.jpg?im=AspectCrop=(16,9);Resize,width=638;)
Il Virus dell'Immunodeficienza Felina (FIV, Feline Immunodeficiency Virus) e il Virus della Leucemia Felina (FeLV, Feline Leukemia Virus) sono due malattie infettive particolarmente rilevanti per la salute e il benessere dei nostri amici felini. Sono entrambe causate da retrovirus, ma differiscono notevolmente per modalità di trasmissione, sintomatologia e prognosi.
Si stima che entrambi i virus siano presenti mediamente nel 2-4% dei gatti, anche se in alcune regioni, come l'Europa meridionale (Italia inclusa) questa percentuale può salire notevolmente anche fino al 12-15%.
Sebbene queste malattie abbiano una maggiore incidenza e diffusioni tra i gatti randagi e liberi rispetto a quelli accuditi tra le mura domestiche, anche i mici di casa non sono completamente protetti dal rischio di contagio, soprattutto se abituati girovagare e a interagire con altri felini potenzialmente infetti. Conosciamo quindi un po' meglio queste malattie infettive, come si manifestano e, soprattutto, come eventualmente bisogna affrontarle.
Come fanno i gatti a contrarre FIV e FeLV e come avviene il contagio
La FIV si trasmette principalmente attraverso morsi e graffi profondi, poiché il virus è presente nel sangue e nella saliva dei gatti infetti. Per questo motivo, i gatti maschi non castrati e più inclini a combattere tra loro per il territorio o per le femmine, sono maggiormente a rischio. La trasmissione sessuale è invece rara, così come quella da madre a cucciolo durante la gestazione o l'allattamento. I gatti che vivono in casa e non hanno contatti con altri felini infetti hanno quindi un rischio molto basso di contrarre la FIV.
La FeLV, invece, si diffonde più facilmente attraverso la saliva, rendendo comportamenti come la condivisione di ciotole di acqua e cibo, la toelettatura reciproca e i morsi potenziali vie di trasmissione preferenziali. Il virus può essere presente anche nell'urina e nelle feci, sebbene la trasmissione attraverso queste vie sia decisamente meno comune. I gattini possono invece infettarsi sia durante la gestazione che l'allattamento se la madre è positiva alla FeLV. I gatti che vivono in grandi gruppi, come in gattili o colonie feline, sono quelli più a rischio.
Come capire se un gatto ha la FIV o la FeLV: i principali sintomi
La FIV causa una progressiva immunosoppressione simile all'AIDS umano, rendendo quindi il micio più suscettibile a varie altre infezioni o malattie. Nelle fasi iniziali, i sintomi possono includere febbre transitoria e ingrossamento dei linfonodi. Con il progredire della malattia, possono poi manifestarsi anche perdita di peso, letargia, anoressia, gengiviti, stomatiti, infezioni respiratorie ricorrenti, diarrea e, in rari casi, anche sintomi neurologici.
La FeLV, invece, può manifestarsi in diverse forme cliniche: A, B e C. La prima è la più diffusa e si associa a immunodepressione; la seconda è più frequente nelle forme neoplastiche; Il tipo C si riscontra nell'1% dei casi. Alcuni gatti sviluppano quindi neoplasie, come linfomi, mentre altri possono presentare anemia, immunodepressione e suscettibilità a infezioni secondarie, disturbi riproduttivi e neurologici, infiammazioni del cavo orale e malattie autoimmuni. I sintomi possono includere perdita di peso, febbre, letargia, pallore delle mucose, gengiviti e stomatiti.
Per diagnosticare queste infezioni, i veterinari utilizzano principalmente test sierologici. Per la FIV, si ricerca la presenza di anticorpi specifici nel sangue. È importante sottolineare che i gattini nati da madri infette possono avere anticorpi materni fino a sei mesi di età, rendendo necessario ritestare gli animali dopo questo periodo. Per la FeLV, si utilizzano test che rilevano l'antigene virale presente nel sangue. In caso di risultati positivi, è consigliabile approfondire con test aggiuntivi, come l'immunofluorescenza (IFA).
Quanto vive un gatto che ha contratto FIV o FeLV? Le aspettative di vita
L'aspettativa di vita di un gatto infetto da FIV può essere molto simile a quella di un gatto non infetto, soprattutto se l'animale non manifesta sintomi clinici gravi. Tuttavia, in presenza di infezioni ricorrenti o altre complicazioni, la prognosi può anche peggiorare. È consigliabile quindi monitorare costantemente lo stato di salute dei mici infetti e tenerli comunque confinati in ambienti isolati per limitare la possibilità di infettare altri animali o contrarre altre patologie.
Per quanto riguarda invece i gatti con FeLV, la prognosi è generalmente meno favorevole, ma dipende da molti fattori, come età, stato di salute pregresso e presenza di altre patologie. Molti gatti sviluppano però complicazioni gravi entro pochi anni dalla diagnosi, con una ridotta aspettativa di vita che mediamente è di circa 3-4 anni dal momento del contagio. Tuttavia, alcuni mici possono vivere anche più a lungo, soprattutto se ricevono cure adeguate e se vengono monitorati costantemente.
FIV e FeLV si curano? Quali sono le terapie da seguire
Attualmente, non esistono trattamenti specifici, vaccini o cure definitive né per la FIV né per la FeLV. Le terapie sono principalmente di supporto e mirano a gestire i sintomi e le complicazioni associate. Per i gatti con FIV, è importante monitorare regolarmente la loro salute, fornire una dieta equilibrata (evitando cibi crudi per ridurre il rischio di infezioni batteriche) e limitare lo stress. Le infezioni secondarie devono essere trattate quanto prima con antibiotici o altri farmaci appropriati.
Anche per i gatti con FeLV, le terapie sono rivolte soprattutto alla gestione dei sintomi e delle complicazioni. Per esempio, le infezioni batteriche secondarie possono essere trattate con antibiotici, mentre le neoplasie possono richiedere interventi più specifici. È fondamentale monitorare attentamente la salute del gatto e consultare regolarmente il proprio veterinario per adattare le terapie alle esigenze individuali. È importante anche testare spesso i mici, soprattutto se tenuti in gattile insieme ad altri e se si vuole introdurre un nuovo gatto "virus-free".
I gatti possono trasmettere FIV e FeLV all'uomo?
No, né la FIV né la FeLV sono trasmissibili all'uomo e ad altri animali. Anche se la FIV viene spesso paragonata al virus dell'HIV per via della sua azione sul sistema immunitario dei gatti, si tratta di due patogeni specie-specifici e non possono infettare altri animali. Lo stesso vale per la FeLV, che colpisce esclusivamente i felini. Allo stesso modo, anche i cani o altri animali di casa non possono quindi essere contagiati da gatti positivi a uno di questi virus.
Chi vive con un gatto positivo a una di queste malattie non corre quindi alcun rischio di contagio, ma è comunque molto importante stare attenti e proteggere sia gli eventuali altri gatti sani in casa, evitando la condivisione di ciotole e riducendo le occasioni di contatto diretto con il micio infetto, che quelli che potrebbe incontrare all'esterno. Per questo motivo, occorrerebbe limitare le uscite e le passeggiate "libere" all'esterno o in giro per il quartiere, soprattutto se non sorvegliate.