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9 Novembre 2024
15:00

Fermare l’invasione dello scoiattolo grigio con i contraccettivi: uno studio dimostra che si può fare

Un nuovo studio condotto in Inghilterra dimostra che è possibile somministrare contraccettivi agli scoiattoli grigi invasivi in maniera mirata ed efficace, grazie a particolari mangiatoie installate nel periodo giusto. Se usato su larga scala, permetterebbe di evitare abbattimenti e metodi cruenti.

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Lo scoiattolo grigio è una delle specie più invasive d’Europa

Negli ultimi decenni, lo scoiattolo grigio americano è diventato un vero e proprio flagello per l'Europa, anche qui in Italia. La sua presenza invasiva e apparentemente inarrestabile, minaccia infatti la biodiversità locale, in particolare il cugino scoiattolo rosso o comune. Per provare contenere la sua diffusione, sono state proposte e tentate diverse strategie, inclusi metodi cruenti, come la cattura e l'abbattimento. Ma un nuovo studio pubblicato sulla rivista Pest Management Science e condotto in Inghilterra, propone una soluzione innovativa e a quanto apre molto efficace: l'uso di contraccettivi orali per contenere la popolazione di scoiattoli grigi senza ricorrere a metodi letali.

Lo scoiattolo grigio in Europa: l'invasione e la competizione con le altre specie

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Uno scoiattolo grigio riceve da mangiare in un parco cittadino

Originario del Nord America, lo scoiattolo grigio (Sciurus carolinensis) è arrivato in Regno Unito già durante l'epoca vittoriana, quando era considerato da nobili e facoltosi come una specie ornamentale da tenere in giardino.Questo roditore ha però trovato nell'ambiente britannico e poi di buona parte dell'Europa, le condizioni ideali per proliferare, arrivando solamente in UK a superare i 2,5 milioni di individui, diffusi ormai in tantissimi parchi cittadini delle grandi città, inclusa Londra.

La sua presenza ha però messo in seria difficoltà quella dello scoiattolo comune o rosso (Sciurus vulgaris), la specie europea autoctona, per via della competizione per il cibo e la diffusione del parapoxvirus, letale per il rosso, ma innocuo per il grigio. Inoltre, gli scoiattoli grigi danneggiano anche i boschi rosicchiando la corteccia degli alberi, il che ha un impatto negativo sull'intero ecosistema. Fino a oggi, le istituzioni hanno cercato di contenere la diffusione dello scoiattolo grigio utilizzando soprattuto trappole o abbattimenti selettivi.

Tuttavia, questi metodi sono stati pesantemente criticati per la loro crudeltà e richiedono inoltre un impegno costante e parecchio dispendioso anche da un punto di vista economico, senza aver mai prodotto risultati significativi nel contenere nel contenere il numero degli animali su larga scala. La crescente preoccupazione per la conservazione della natura e per la tutela degli animali, ha quindi stimolato l'interesse verso soluzioni non letali, come quella dei contraccettivi, che rendendo incapaci di riprodursi gli animali possono contenerne la diffusione, senza doverli uccidere.

Come e quando usare i contraccettivi in modo efficace

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L’area e i punti in cui sono state installate le mangiatoie. Immagine da Beatham et al., 2024

L'obiettivo di questo studio era quindi quello di comprendere meglio il comportamento alimentare degli scoiattoli per sviluppare un metodo e delle linee guida per la somministrazione orale dei contraccettivi in modo mirato, coinvolgendo il maggior numero possibile di roditori e minimizzando il rischio di coinvolgere altre specie non target. Per riuscirci, i ricercatori hanno progettato dei sistemi di distribuzione delle esche attraverso particolari mangiatoie – chiamate "bait hopper" – accessibili solo agli scoiattoli grigi posizionate in cinque boschi inglesi.

Queste mangiatoie, posizionate nei boschi, sono state poi monitorate per registrare quante volte venivano utilizzati dai roditori. Grazie a dei microchip, o PIT-tag, applicati agli scoiattoli, è stato possibile tracciare individualmente l'accesso alle esche. Dai dati raccolti, è emerso che i dispositivi erano altamente specifici, venendo utilizzati quasi esclusivamente dagli scoiattoli grigi, con soli tre accessi registrati da parte di topolini selvatici.

Uno degli aspetti più interessanti emersi dalla ricerca è la stagionalità dell'efficacia delle esche. Durante la primavera, il periodo in cui gli scoiattoli sono più attivi per riprodursi, le femmine frequentavano più spesso le mangiatoie rispetto ai maschi, rendendo quindi questa stagione il momento ideale per somministrare il contraccettivo. In altri periodi dell’anno, invece, i tassi di consumo dell'esca erano abbastanza simili per entrambi i sessi, ma comunque meno efficaci.

Verso un contenimento sostenibile e non cruento su larga scala

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Secondo i risultati di questo studio, è possibile contenere lo scoiattolo grigio senza abbattimenti e metodi cruenti

Il sistema e le modalità proposte dai ricercatori potrebbero rappresentare una svolta nel controllo delle specie invasive, non solo per gli scoiattoli grigi, ma anche per altre specie problematiche. Per esempio, lo studio cita il ratto (Rattus norvegicus), tra i mammiferi più invasivi e distruttivi a livello globale. Come per gli scoiattoli, un metodo non letale e mirato per contenere la loro popolazione potrebbe avere effetti positivi sugli ecosistemi e per la tutela di tante specie animali autoctone.

Il vantaggio di queste particolari mangiatoie, rispetto alle trappole più tradizionali, è che non richiedono controlli quotidiani o di essere sostituiti ciclicamente e più volte durante l'anno. Secondo gli autori, basterebbe utilizzarle solo una o due volte all'anno, nel periodo in cui sono più efficaci, per ottenere un impatto efficace sul controllo della popolazione di scoiattoli grigi in una determinata area. I ricercatori, stanno ora perfezionando dosaggi e formule del contraccettivo, per poi applicare su larga scala i risultati dello studio.

Questo studio dimostra che è possibile somministrare un'esca e sterilizzare la maggior parte degli scoiattoli in una determinata area in pochi giorni e con uno sforzo minimo. Il progetto apre quindi nuove possibilità e prospettive per la gestione delle specie invasive attraverso metodi ecologicamente sostenibili e non letali, un aiuto prezioso per la tutela della biodiversità e degli ecosistemi più etico, non cruento e che magari potrà essere presto proposto anche qui in Italia.

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