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31 Dicembre 2024
14:30

Fare ricerca con il cane sulle macerie di un’esplosione. La testimonianza: «Ho più paura per lui che per me»

Paolo Fenili, volontario dell'Unità cinofila dell'Anpana, è intervenuto con il suo cane Billy a Molazzana, nel Lucchese, per cercare due coniugi rimasti sotto le macerie della loro villetta a seguito di un'esplosione. Uno scenario non facile anche per i più esperti: «Ho sempre paura per il mio cane, mai per me. Anche mentre eravamo sul tetto avevo paura per lui».

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Il volontario Paolo Fenili e il cane Billy durante la ricerca a Molazzana

«Eravamo preparati alla teoria, ma quella era la realtà, un'altra cosa. Quando eravamo sul tetto avevo paura per lui, non per me». A parlare è Paolo Fenili, volontario dell'Unità cinofila dell'Anpana intervenuto con il suo cane Billy a Molazzana, nel Lucchese, per cercare due coniugi rimasti sotto le macerie della loro villetta a seguito dell'esplosione avvenuta la notte del 21 dicembre.

Il corpo del marito, il 69enne di Singapore Seetoh Kwok Meng, è stato ritrovato il giorno successivo, mentre la moglie, Chang Kai En, 58anni originaria di Taiwan, è stata ritrovata senza vita solo il 25 dicembre. Fino all'ultimo, però, gli operatori sul posto hanno sperato di ritrovarla viva.

Raggiunto dalla redazione Fenili spiega: «Non sapevamo se fosse viva o morta. A un certo punto abbiamo ipotizzato che dopo essere stata coinvolta nell'esplosione si fosse allontanata sotto shock. Nei miei 11 anni sul campo l'ho visto succedere spesso, quindi abbiamo esteso le ricerche anche alla zona circostante alla villetta».

Per la donna però non c'era già più niente da fare: i resti sono stati ritrovati all'interno dell'abitazione il giorno di Natale da Bayla, cane dell'unità cinofila dei Carabinieri di Bologna, intervenuti sul posto insieme ai Vigili del Fuoco e ai volontari di Protezione Civile.

Ognuno di essi dà il proprio contributo alle ricerche attraverso la propria specialità, cani compresi. Sul posto per giorni ha lavorato anche il cane Billy, formato per cercare ogni più piccolo segno di vita in scenari, come quello di Molazzana, dove gli esseri umani non riescono ad arrivare. Ma non chiamateli "cani molecolari": «Il "cane molecolare" – spiega Fenili – è un'invenzione giornalistica, è molto orecchiabile, ma in realtà si chiama cane da mantrailing, è un individuo specializzato nel seguire le tracce odorose».

Il cane da ricerca può essere in forse ai Carabinieri, ai Vigili del Fuoco, e anche ai volontari come Paolo che attraverso le associazioni prestano servizio come volontari di protezione civile. Il loro supporto è fondamentale negli scenari più disparati: «Con i cani siamo chiamati sia in ambiti urbani, quando ho la possibilità di far avere al cane un oggetto con l'odore della persona che sto cercando. In questi casi il cane annusa, segue la traccia e così indica ai soccorsi la strada da seguire. Altri cani, come il mio, lavorano prevalentemente a scovo, cioè in presenza di macerie da terremoto o altri disastri come appunto i resti di esplosioni, ricercano i sopravvissuti. Questa operazione è detta di bonifica ed è diversa dal mantrailing in senso stretto perché spesso non sappiamo precisamente quante persone ci siano sotto una villetta caduta. Lui le trova quindi anche senza tracce odorose specifiche».

Per Billy, meticcio di 8 anni, questa era la prima ricerca su macerie, racconta Fenili: «Io con un altro cane ero stato sul luogo del disastro di Amatrice dopo il terremoto del 2016, ma con Billy questa era la prima esperienza in uno scenario di questo tipo. È stata una bella prova sia per lui che per me».

I cani riescono ad arrivare in luoghi che per una persona, anche la più esperta sono difficili da raggiungere. Per farlo Billy ha ottenuto una lunga serie di brevetti e certificazioni con il suo conduttore, ma nulla prepara a quello che si trova sul luogo di un disastro: «Billy ha all'attivo 36 ricerche di superfici, 6 brevetti operativi di ricerche e molto altro, ma questa era la sua prima ricerca su macerie. Eravamo preparati, ma quella era la realtà, una cosa diversa».

Billy in precedenza aveva sempre cercato persone disperse nei boschi, un tipico scenario di superficie, ma anche questa non priva di rischi, come sa bene il suo conduttore: «Ho sempre paura per il mio cane, mai per me. Quando eravamo sul tetto avevo paura per lui, e anche nelle altre ricerca nei boschi ci sono pericoli come cinghiali, vipere, e anche cacciatori. Cerco di minimizzare il timore, ma io vivo per il mio cane, è innegabile».

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