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Esiste un farmaco che può cambiare la vita di migliaia di gatti che in Italia hanno contratto la Fip, la peritonite infettiva felina, tra le malattie più letali per questi animali. Si tratta del GS-441524, un antivirale prodotto dall'azienda statunitense Gilead Sciences.
Secondo gli studi a disposizione, il farmaco può guarire un gatto malato di Fip nel giro di poche settimane. C'è un problema però: l'azienda produttrice rifiuta di concedere la licenza per il farmaco per uso veterinario. Ad oggi quindi è possibile usare il GS-441524 solo per il trattamento del SARS-CoV-2, il Coronavirus che colpisce gli esseri umani. Per i gatti però esiste già un fiorente mercato nero in tutta Europa, e anche in Italia, dove, come riporta La Zampa, il farmaco viaggia attraverso il passaparola sui social.
Il mercato nero del farmaco contro la Fip e l'appello dei veterinari
Basta fare un giro su Facebook per trovare sulle bacheche virtuali appelli per ottenere una fiala. Questo fenomeno illegale è tanto ampio da aver meritato l'attenzione della comunità internazionale. Sia la Federazione dei Veterinari Europei (FVE) che la Federazione delle associazioni veterinarie europee per animali da compagnia (FECAVA) hanno diffuso un appello per estendere anche ai gatti l'uso del GS-441524, e anche del Remdesivir, altro farmaco approvato contro il Covid-19 nelle persone.
All'appello si è aggiunto anche Giuseppe Borzacchiello, docente di fisiopatologia veterinaria all'Università Federico II di Napoli: "Ci sono già evidenze scientifiche che supportano l'utilizzo di questa molecola per il trattamento della peritonite infettiva felina, quindi piuttosto che alimentare il mercato illegale dovrebbe essere autorizzato".
Chi lo ha provato ne garantisce l'efficacia, ma com'è possibile che un farmaco contro la Covd-19 abbia effetto sulla peritonite felina? La risposta sta nel tipo di virus che causa la Fip e la Covid-19: entrambi appartengono alla famiglia dei Coronavirus, come spiega Borzacchiello: "I Coronavirus abbiamo imparato a conoscerli con quello umano, ma non sono i soli. Quello dei gatti non è trasmissibile all'essere umano ma preoccupa perché la prognosi nella maggior parte dei felini è infausta. Nei gatti origina un'infezione che si riscontra più frequentemente negli ambienti dove c'è un'elevata densità di individui".
Il commercio sotto banco del GS-441524 impedisce però di conoscere la reale efficacia del farmaco, così come gli eventuali effetti collaterali. "Quando si utilizzano dei farmaci come questo, che in realtà sono nuovi per la cura della peritonite infettiva felina, bisogna tenere sotto controllo quello che succede, come viene utilizzato, e in che stadio della malattia è più efficace. Se c'è il commercio illegale non si controlla più niente", ricorda l'esperto.
Cos'è la Fip, il Coronavirs dei gatti
"La Fip colpisce prevalentemente animali molto giovani, di età inferiore a tre anni. Si trasmette per contatto diretto oppure attraverso oggetti contaminati – spiega Borzacchiello – Viene definita umida quando comporta dei versamenti sierosi nell'addome, nel torace, oppure si può sviluppare una forma cosiddetta ‘secca', in altri casi può colpire gli occhi o il cervello. I segni sono variabili ma nel momento in cui viene diagnosticata la prognosi purtroppo è in fausta, al momento infatti non ci sono cure efficaci, la terapia agisce solo sui sintomi".
Curare la Fip può essere così difficile che davanti alla sofferenza del proprio animale alcuni scelgono per l'eutanasia: "Nel momento in cui c'è una diagnosi definitiva molti addirittura propendono per l'eutanasia, perché purtroppo l'animale è destinato a morire".
Non tutti i gatti però sono colpiti allo stesso modo: "La trasmissione è più facile dove i gatti vivono in gran numero a stretto contatto, come in gattili o allevamenti dove c'è alta densità. Il visur inoltre resiste nell'ambiente per circa due o tre mesi, quindi nel momento in cui arriva è in grado di infettare un gran numero di animali".
Il GS-441524 però non è l'unico farmaco efficace secondo l'esperto: "L'analogo è il Remdesivir che poi può essere somministrato per via orale e viene già utilizzato in altri paesi, come l'Inghilterra, per il trattamento della peritonite infettiva felina". Anche se il Remdesivir è stato approvato per l'uso nei gatti, l'Italia resta comunque esclusa.