La situazione randagismo in Calabria continua a sfuggire al controllo degli attivisti e delle stesse istituzioni locali. Per questo l'associazione Gaia Animali & Ambiente ha scritto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella chiedendo un intervento.
Nella missiva al presidente della Repubblica, e al presidente della Regione Roberto Occhiuto, i volontari della delegazione calabrese dell’associazione si dicono «profondamente preoccupati per la grave situazione del randagismo che affligge la Regione Calabria», e chiariscono che il randagismo è «un'emergenza che grava sulle spalle dei cittadini e delle amministrazioni locali», capace di creare un profondo disagio sociale e un impatto terribilmente negativo sull'immagine della nostra regione, oltre che influire negativamente sul benessere di migliaia di animali.
L'appello dell'associazione Gaia al Presidente della Repubblica: «Molti uccidono gli animali indifesi»
Il referente di Gaia Calabria, Francesco Corrado, ha sottolineato il precario stato in cui vivono migliaia di animali nella regione: «Sono sempre più frequenti le segnalazioni di branchi di cani randagi, che rendono difficile la convivenza uomo animale, soprattutto nei centri urbani e nelle zone rurali. La presenza di un numero elevato di animali senza padrone, o meglio mal governati, è un problema a cui molti pongono rimedio autonomamente uccidendo poveri esseri indifesi».
Corrado ha poi sottolineato come dietro a questo esercito di animali si nasconda un fenomeno molto più grande: «Purtroppo al randagismo si nasconde spesso un giro d'affari illegale, alimentato dalle zoomafie che lucrano sul commercio illegale di animali e sulla gestione dei canili, molti dei quali da attività investigative sono risultati essere gestiti da persone contigue a cosche ndranghetiste».
Gaia Animali & Ambiente ha chiesto quindi al presidente della Repubblica e al presidente della Regione di intervenire con urgenza, promuovendo iniziative concrete e coordinate a livello nazionale e regionale.
Gli attivisti guidati dalla presidente nazionale di Gaia, Edgar Meyer, hanno quindi proposto una serie di possibili soluzioni: «Serve realizzare di progetti di sterilizzazione e di microchippatura degli animali. Ed è necessario potenziare le ASP nel settore veterinario».
Per gli attivisti, per arginare i fenomeni zoomafiosi «È necessario rafforzare i controlli sul commercio illegale di animali e sulle strutture che ospitano cani e gatti, per contrastare l'azione delle zoomafie. Ed è importante rendere immediatamente attivo l’Ufficio del Garante per i diritti animali, istituito dalla legge 45/2023 della Regione Calabria, implementando i 4 membri ancora mancanti».
La presenza di un Ufficio del Garante per i diritti animali può sensibilizzare i Comuni ad adeguarsi alla legge regionale: moltissimi di loro, secondo gli attivisti, «non rispettano neanche la legge nazionale in materia di randagismo, alimentando la malavita attraverso la gestione di canili che arrivano ad avere 2.000 cani».
L’associazione attende ora dei segnali da parte del presidente della Repubblica e del presidente di Regione: «Siamo convinti che solo attraverso un impegno congiunto di tutte le istituzioni e della società civile sarà possibile risolvere definitivamente il problema del randagismo in Calabria e garantire una vita dignitosa a tutti gli animali».
I dati sul randagismo in Italia e come si può gestire
Il randagismo è un fenomeno molto complesso che riguarda una categoria ben precisa dei cani, quella dei individui vaganti che sono fuori da ogni controllo umano. Si tratta di animali che si riproducono in maniera incontrollata e hanno una qualità della vita molto bassa.
Il randagismo però nel linguaggio comune è usato anche come termine ombrello per indicare altre categorie di cani che non sono propriamente randagi. Tra questi ci sono ad esempio i cani padronali vaganti che vivono liberi in contesti rurali, come segnala l'associazione Gaia. Questi animali spesso non sono né registrati né sterilizzati e passando la gran parte del tempo fuori casa, perché impiegati come cani da lavoro, contribuiscono a ingrossare le fila dei randagi.
Secondo l'ultimo report "Animali in città" di Legambiente nel 2023 in tutta Italia c'erano circa 358 mila cani randagi, e 244 mila di questi sono concentrati in sole cinque regioni, tra le quali figura proprio la Calabria.
Per gestire il randagismo e i fenomeni ad esso associati, come quello dei cani padronali vaganti, le amministrazioni locali dovrebbero vigilare attraverso progetti di sterilizzazione porta a porta e campagne di informazione al cittadino, in modo da sanare le irregolarità e rendersi conto del fenomeno sui territori.