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Non ha mai voluto lasciarlo, nemmeno per cercare un nuovo rifugio, neppure quando la sua salute ha cominciato a peggiorare. Proprio per questo, i volontari che lo hanno accudito negli ultimi anni lo avevano soprannominato Hachiko, in onore del famoso Akita che aspettò il suo umano alla stazione fino alla fine. Ma questa volta la storia di amore e fedeltà ha come protagonista un gatto rosso e arriva dalla città di Machačkala, capitale della repubblica russa del Daghestan, dove per quasi sette anni, dal 2018, il micio è rimasto accanto alla tomba del suo umano.
A darne notizia sono stati i volontari che lo hanno accudito in questi ultimi anni. Il gatto, che non aveva un nome ufficiale, viveva nel cimitero, accudito da tante persone che periodicamente gli portavano cibo e cercavano di monitorare il suo stato di salute. Fino a qualche mese fa, quando le sue condizioni sono peggiorate drasticamente. Il corpo stanco non rispondeva più come prima, e i movimenti si facevano sempre più difficili. I volontari hanno allora deciso di intervenire e lo hanno portato a San Pietroburgo, dove è stato curato.
Purtroppo però, le sue condizioni erano troppo critiche e alla fine si è spento. Ma la storia di questo micio rosso che non voleva abbandonare il suo umano non finisce qui: le sue ceneri torneranno in Daghestan e saranno sepolte proprio lì, accanto alla tomba del suo amato umano. "Hachiko desiderava con tutto sé stesso restare vicino a chi aveva amato in vita – hanno scritto i volontari – e la sua volontà sarà rispettata". La sua storia era diventata virale e aveva fatto il giro del mondo a febbraio, ma ora è arrivata alla fine.
Spesso tendiamo a pensare ai gatti come animali troppo indipendenti, quasi non in grado di legarsi davvero alle persone. Eppure, di storie come queste ce ne sono tante, a dimostrazione che i felini più amanti al mondo forse sono un po' troppo vittime di pregiudizi e, probabilmente, del paragone con i cani. Il gatto rosso senza nome di Machačkala, invece, ci dimostra che non è così e la sua storia di fedeltà, sicuramente, continuerà a vivere nella memoria delle persone e dei volontari che lo hanno accudito, anche ora che non c'è più.