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27 Ottobre 2024
8:00

È davvero una buona idea adottare i cani sui social? A cosa prestare attenzione negli annunci

Gli annunci social possono essere un potente "passaparola" per le adozioni. Non sono uno strumento da demonizzare ma ci sono alcuni dettagli da considerare e "campanelli d'allarme" ai quali prestare attenzione prima di procedere con una decisione così importante.

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La "grande sorella Rete" è uno degli strumenti più utilizzati per la ricerca e l'adozione di un cane. Sono migliaia gli annunci sulle piattaforme social, in testa Facebook, attraverso le quali si alternano foto e appelli di animali per cui si cerca una famiglia. È un mondo dalle tante sfaccettature e, come per molti altri temi delicati che riguardano la costruzione di una relazione, bisogna affrontarlo con la giusta consapevolezza che parte dalla considerazione che un mezzo non è altro che uno strumento attraverso il quale possiamo fare delle scelte. E sta a noi comprendere qual è il miglior modo per metterle in pratica.

In generale il consiglio è di non innamorarsi della foto di un cane che spunta dallo schermo ma, diciamoci la verità, è molto difficile resistere a quello che viene vissuto come un vero e proprio colpo di fulmine. L'ideale è però andare in un canile o rifugio di zona, dove vengono proposti percorsi di adozione consapevole basati sulla conoscenza diretta e personale e vi sono educatori che possono consigliarvi per il giusto "match", valutando non solo il carattere del cane ma anche la vostra sistemica familiare. Così vi avvicinerete nel modo migliore a quello che è l'inizio di un percorso che cambierà la vostra vita e quella del cane che entrerà a far parte della famiglia.

Allo stesso tempo, però, non va demonizzato l'uso dei social network perché attraverso gli annunci tante associazioni o singoli volontari competenti e attenti al benessere del cane e della persona riescono a far incontrare il binomio giusto. Importante, dunque, è saper riconoscere chi opera in questo senso.

Le informazioni importanti nella ricerca di annunci di adozione

Il primo passo che consiglio di fare quando si decide di usare i social per trovare "il cane della propria vita" è cercarlo nella zona dove si abita usando proprio Internet: attraverso un motore di ricerca. Sì, una ricerca utile (ed è anche facile da fare) è digitare su Google due semplici parole: "canile" e il nome del luogo dove vivete. Ciò vi permetterà di sapere abbastanza rapidamente se nel vostro territorio ci può essere già quello che diventerà il nuovo membro della vostra famiglia.

E potete farlo se avete le idee chiare anche solo sull'estetica o la tipologia di cane che vorreste accanto, perché è un altro dato di fatto che la maggioranza delle persone si prefigura nella testa il "cane ideale" ma non tiene a mente invece l'importanza del carattere che ogni cane ha, proprio come noi umani. Ma che sia un cucciolo o un cane già cresciuto l'amico che state immaginando, nella maggioranza dei canili difficilmente non troverete il compagno che fa per voi e importante sarà scegliere il posto giusto per essere guidati nel percorso d'adozione. Vi consiglio dunque prima ancora di perdervi nel mare di appelli sui social, di valutare prima i ricoveri della vostra zona e, soprattutto, di andare di persona.

Accade ancora, invece, che quando si consultano direttamente gli appelli online si va incontro ad annunci di adozione in cui viene sottolineato che "non si adotta a persone del centro-sud", sebbene sia in questa parte d'Italia che ancora si ha il tasso più alto di presenze di animali nei vari luoghi in cui vengono ospitati (canili, rifugi, stalli, etc.).

Ne abbiamo parlato nella nostra video inchiesta dedicata alle staffette, ovvero gli spostamenti di cani da Sud a Nord per essere adottati ed è importante sottolineare che continuiamo a pensare che sia ora di superare questo blocco, perché questa formula si basa sul preconcetto che chi abita in determinate parti d'Italia non baderà come dovrebbe al cane e ciò perché altri, che abitano nello stesso luogo, continuano ad abbandonare gli animali.

E' ora, dunque, che volontari e persone del settore che ragionano in questo modo facciano un passo in avanti: l'adozione in loco non deve prescindere dal dato di fatto che ci sono persone che vogliono vivere la propria vita con un cane e solo perché abitano in regioni con alto tasso di abbandono non significa che non abbiano diritto a farlo. Tradotto: sarebbe ora che chi ospita e si prende cura dei cani faccia una valutazione fondata sulle reali intenzioni dei singoli richiedenti e non in base a dove vivono.

Attraverso il motore di ricerca, poi, si aprono differenti scenari che possono facilmente condurvi nel mondo dei social dove gli stessi canili o rifugi pubblicano annunci di adozione. Così potrete anche dare un'occhiata più approfondita agli ospiti che attendono una famiglia, considerando che sono le piattaforme come Facebook a essere più utilizzate per la pubblicazione di foto e video. Da lì il passo è breve per infilarsi in un vortice di post e altri profili, ed ecco allora che ci sono alcune informazioni fondamentali che si possono però già reperire dai contenuti pubblicati.

In generale è bene affidarsi a chi pubblica una "scheda" del cane in cui non vengono riportate solo gli aspetti morfologici e estetici (età, peso, estetica in generale) ma soprattutto caratteriali e che contengono una descrizione accurata della personalità del soggetto. 

La maggioranza degli annunci è ancora però composta da descrizioni molto generiche, in cui il cane è tendenzialmente sempre "da salvare" fino a quelle che sono definite "adozioni del cuore" in cui la componente pietistica fa leva sui sentimenti di chi legge. Bisogna stare molto attenti a questi annunci e non perché necessariamente non sia vero che quell'individuo sia in difficoltà ma perché si rischia di farsi prendere la mano e concentrarsi sulle difficoltà attuali del cane e non su quelle che, eventualmente e di fronte a una incompatibilità tra voi e lui, potrebbero arrivare. Rischiando che quel soggetto ritorni da dove lo avete prelevato.

Tutto ciò, però, non accade se vi riferite ad associazioni o singoli volontari che operano seguendo percorsi di adozione responsabile. 

Le cose a cui prestare attenzione quando si adotta tramite social

Ma come li riconoscete? Come sottolineato, prima di tutto dalla qualità della descrizione del profilo del cane. Ma quando possiamo considerarla approfondita? La risposta sta in quanto avete compreso di quel cane e della sua vita attuale e precedente.

Leggendo quello che hanno scritto, riuscite a farvi una prima idea di che tipo sia il muso che vi guarda dallo schermo? Perché per far sì che una persona alle prime armi non cada nella trappola dell'innamoramento a prima vista, c'è bisogno che chi "pubblicizza" quel cane vi faccia comprendere subito che non si tratta di un essere inanimato ma appunto un individuo con una sua storia personale, con dei desideri e delle necessità che voi dovrete sostenere e che possiate garantirgli che possa esprimersi liberamente nell'alveo del rispetto reciproco. Se la risposta è sì, vuol dire che siete già andati al di là dell'aspetto fisico e che chi in quel momento sta supportando quel cane ha fatto la cosa giusta: cerca davvero qualcuno che "si faccia adottare" oltre a voler far adottare il cane.

Altro elemento molto importante a cui prestare attenzione è chi è la persona che sta proponendo un cane in adozione. Quando si tratta di un'associazione vi sarà più facile verificarne l'operato, soprattutto se si tratta di enti noti a livello nazionale. Ma lo stesso può valere per piccole realtà sul territorio dove consigliamo, di nuovo, di recarvi e guardare con i vostri occhi il contesto in cui i cani sono tenuti.

Uno dei lati positivi di Internet è sicuramente che si possono davvero reperire tante informazioni se ci si mette con l'impegno di volerle raccogliere ma spesso le "recensioni" o i commenti ai post nascono da pareri personali, come del resto è anche logico che sia. Solo appunto creando un rapporto diretto potrete davvero farvi una vostra idea sulla persona o associazione con cui state interagendo.

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