Boris e Svetlaya sono due tigri siberiane rimaste orfane, cresciute insieme in condizioni di semi-cattività, e che si sono ritrovate e "innamorate" dopo essere state liberate con successo in natura, nella remota regione russa del Pri-Amur. Entrambe facevano parte di un ambizioso progetto di reintroduzione delle tigri siberiane nell'area vicina al confine con la Cina. Un luogo dove, da oltre 50 anni, questi predatori erano ormai completamente assenti. Il progetto è stato un successo, ma nessuno si aspettava che i due grandi felini si sarebbero ritrovati in questo modo: tre anni dopo il ritorno in natura Boris ha percorso oltre 200 chilometri per riunirsi con Svetlaya e mettere sù famiglia con lei.
La storia di Boris e Svetlaya: orfane, cresciute in cattività e tornate libere
Le due protagoniste di questa storia, insieme ad altri quattro cuccioli, erano state salvate a pochi mesi di vita dopo essere rimaste orfane tra le foreste delle montagne Sikhote-Alin, considerate una delle ultime roccaforti delle tigri in Russia. Salvati da un destino inevitabile, i piccoli sono stati poi affidati alle cure di alcuni centri specializzati, dove sono state cresciute in ampi recinti progettati per ridurre al minimo il contatto con gli esseri umani.
Il loro percorso di crescita era stato pensato nei minimi dettagli e con un solo obiettivo finale: trasformare i cuccioli in predatori in grado di cacciare e sopravvivere in totale autonomia. Boris, Svetlaya e gli altri tigrotti sono stati gradualmente abituali alla vita in natura, addestrati alla caccia di prede vive. Una fase cruciale per prepararli a sopravvivere in un ambiente ostile come quello delle foreste siberiane. Una volta dimostrato di saper cacciare con successo, all'età di circa 18 mesi, le tigri sono state poi dotate di collari GPS e liberate nel Pri-Amur.
Un viaggio di 200 chilometri per amore
Per evitare conflitti territoriali e massimizzare le possibilità di sopravvivenza, ogni tigre è stata liberata in una diversa area della regione, così che ognuna potesse avere a disposizione un ampio territorio di caccia. Ma ciò che nessuno poteva immaginare era il viaggio che Boris avrebbe intrapreso. Tre anni dopo la liberazione, il maschio ormai adulto ha percorso oltre 200 chilometri – una distanza notevole per un animale appena reintrodotto in natura in un territorio sconosciuto – raggiungendo così Svetlaya.
Ma la loro storia non si è fermata qui. Dopo essersi riuniti, Boris e Svetlaya hanno trascorso diversi mesi insieme, condividendo un territorio e costruendo quel che, nel mondo animale, possiamo definire come una vera e propria coppia. La natura ha poi fatto il resto: dopo sei mesi, i due hanno contribuito a dare una nuova speranza alla popolazione di tigri nella regione, dando alla luce una cucciolata di piccoli tigrotti e confermando definitivamente il successo del progetto.
Un successo per la conservazione
La storia di Boris e Svetlaya è molto più di una romantica relazione tra due grandi felini. È la dimostrazione che progetti di conservazione e riabilitazione accuratamente pianificati possono dare frutti importanti. La reintroduzione delle tigri siberiane in aree dove erano scomparse da decenni non solo ha restituito vita a un ecosistema in difficoltà, ma ha anche riacceso la speranza di un futuro in cui le tigri possono ritornare a popolare quelle regioni da cui sono state estirpate dal bracconaggio e dalle attività umane.
Il progetto guidato dall'Accademia Russa delle Scienze, Società Geografica Russa e dalla Wildlife Conservation Society, i cui risultati sono stati presentati in uno studio pubblicato sul Journal of Wildlife Management, dimostra che con dedizione e attenta pianificazione è possibile riscrivere il destino di alcune specie e di interi ecosistemi. Nelle foreste del Pri-Amur, ora i loro piccoli crescono portando avanti l'eredità di Boris, Svetlaya e delle altre tigri liberate, un risultato per nulla scontato, ma essenziale per il futuro delle tigri siberiane.