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24 Gennaio 2025
11:41

Due Husky uccidono una gattina a Roma: il caso finisce in Tribunale

La gattina Musetta è stata uccisa da due Husky e ora il loro umano, presente durante l'aggressione, dovrà rispondere del reato di uccisione di animale. Il processo si è aperto davanti al Tribunale di Roma con la testimonianza delle volontarie che si prendevano cura della gatta nella loro Oasi felina.

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La gattina Musetta è stata uccisa da due Husky mentre il loro umano di riferimento era presente. Ora l'uomo, il 44enne romano A. S., è imputato davanti al Tribunale di Roma per uccisione di animale.

L'episodio si è verificato la mattina del 24 luglio 2024 nella Capitale: ad assistere un gruppo di volontarie dell'Oasi felina La casetta dei gatti che pochi giorni dopo hanno sporto denuncia. L'oasi felina è una struttura che offre cure e riparo ai gatti che non possono essere reintegrati nelle colonie, oppure in cerca di adozione, e Musetta era parte di questa realtà molto conosciuta a Roma.

Durante il dibattimento davanti alla giudice monocratica della quinta sezione penale Albina Fiordalisi, una delle testimoni ha dichiarato di non saper dire se l'imputato stava prendendo a calci i cani oppure la gatta stessa.

Le dinamiche dell'aggressione: la gattina uccisa dai due Husky, si era rifugiata sotto un auto

La mattina dell'aggressione le volontarie come di consueto si stavano occupando dei gatti della struttura quando hanno sentito il miagolio di un gatto provenire da un condominio vicino. Una volta giunte sul posto si sono trovate davanti una scena impossibile da dimenticare: gli Husky stavano aggredendo Musetta, una delle gattine dell'Oasi. I cani si erano infilati sotto l'auto dove si era rifugiata la gatta ed erano riusciti a tirarla fuori del suo nascondiglio. All'altro capo del lungo guinzaglio a cui erano legati i cani c'era l'imputato che sentite le urla delle donne ha tirato via gli animali.

Il danno però era fatto: nonostante la corsa in clinica, il veterinario non ha potuto fare altro che constatare il decesso dell'animale. Da quell'episodio violento, che secondo le prime ricostruzioni non sarebbe il primo che ha coinvolto gli Husky del 44enne, è nata la denuncia e il successivo processo seguito dall'avvocata Giada Bernardi.

«Le crudeltà commesse nei confronti degli animali sono ormai all'ordine del giorno – spiega l'avvocata specializzata in diritto degli animali – Per fare in modo che simili cose non accadano più è assolutamente necessario denunciare sempre. Solo così le decisioni a favore della tutela animale, già oggi numerosissime, potranno essere sempre più numerose, permettendo di arrivare al tanto auspicato inasprimento delle pene per chi si macchia di questi crimini».

L'istinto predatorio degli Husky: cani cacciatori venuti dal freddo

La personalità del cane non dipende solo dalla razza, ma ci sono altri fattori importanti come il contesto di vita e la relazione con le persone di riferimento: ogni animale è un individuo a sé, tuttavia ci sono caratteristiche che possono influire sul modo di relazionarsi del cane.

Gli Husky non fanno eccezione: questi cani venuti dal freddo vengono spesso scelti per la loro estetica particolare ma necessitano di persone informate che conoscano bene le loro caratteristiche di razza e sappiano bilanciarle.

In particolare, l'istinto predatorio può non essere semplice da gestire in questi individui che spesso si rivelano cacciatori abilissimi: se trovano una preda interessante, che sia un topo che passa ignaro in giardino o un leprotto incrociato per caso nel bosco, il più delle volte non esiteranno a correrle dietro e a catturarla.

Si tratta di una reazione del tutto consueta, frutto della selezione operata anche dall'uomo, e che va compresa e gestita per evitare che possa creare danni di cui il cane, secondo la legge italiana e l'etica umana, non è può essere considerato il responsabile.

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